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VERATRUM - Mondi Sospesi

Full-length, Beyond... Productions
(2015)

Come avevo espresso pareri non pienamente positivi quando avevo recensito il demo “Sangue”, mi ritrovo anni dopo, e dopo essermi perso il precedente full “Sentieri Dimenticati”, a dover rimarcare quanto di buono e, ahimè, di male avevo palesato riguardo questa band. 
I nostri suonano una sorta di ibrido death/black metal con testi in italiano. Le influenze sono ben amalgamate e i brani hanno una buona spinta, ma ciò che non convince è il fatto che in tutti gli episodi si riscontra il solito difetto: strutture troppo diluite a base di riff non convincenti, un cantato un po’ approssimativo soprattutto nelle parti in scream, strutture dei pezzi troppo simili tra loro.

Ciò che salva questa band è l’alta preparazione tecnica e una produzione che rende il suono esplosivo e potentissimo. Emergono riferimenti a gruppi come Belphegor o Behemoth, mescolati a qualche influsso black di matrice svedese, soprattutto nell’uso delle chitarre, che spesso si lasciano andare a fraseggi molto melodici, a riff veloci ma comunque decisamente orecchiabili. Ma tutti questi buoni propositi vengono a dir poco frenati da una voce non all’altezza, a trovate molto discutibili come le clean vocals quasi fastidiose inserite in un episodio come “Il Culto Della Pietra”, che poteva rivelarsi decisamente più gradevole grazie anche al buon uso delle tastiere, e in generale a un prodotto che sa troppo di deja-vu, nonostante qualcuno penserà che basti il solo fatto di cantare in italiano per essere originali, e che io mi sia fumato il cervello.

La band cerca comunque di mettere ogni ingrediente di cui è fornita al servizio dell’opera, e questo lo si può notare ad esempio nel brano “Il Tempo Del Cerchio”, che si apre con pianoforte e archi, per poi dilungarsi in atmosfere vagamente doom per approdare successivamente nel classico death/black sparato a cui i nostri ci hanno abituato. Ma tutto questo non basta a salvare un’opera nella quale a mio avviso non si riscontrano episodi davero degni di nota, e sapete perché? Per due fattori: voce troppo presente, anche quando sarebbe stato meglio non ci fosse, e non parlo solo di timbrica che a me non piace, ma proprio di essere troppo presente in parti che sarebbe stato meglio lasciare senza. Non serve urlare sempre per risultare più cattivi, a volte i riff bastano e avanzano. Elemento ancor più importante che gioca a sfavore è la mancanza di personalità o, comunque, di un approccio compositivo vincente, un minimo personale e ispirato.
Duole davvero non poter promuovere una band come i Veratrum, perché sono dei musicisti preparati e si sente, ma devono decisamente rivedere molte cose per poter pensare di poter contribuire in maniera significativa al metal tricolore e oltre.

Recensione a cura di: Sergio Vinci “Kosmos Reversum”
VOTO: 58/100


Tracklist: 
1. Intro 
2. Un Canto 
3. Il Culto Della Pietra 
4. Etemenanki 
5. Il Tempo Del Cerchio 
6. Quando In Alto 
7. Davanti Alla Verità 
8. H Nea Babylon

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