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Intervista: AIDAN

Dopo aver recensito il loro ultimo e molto buono ep "Témno", abbiamo cercato di approfondire meglio cosa si cela dietro la musica di una realtà italiana tutta strumentale in grado, attraverso il loro sludge-post metal, di disegnare scenari suggestivi e atmosferici. Ha risposto alle nostre domande Michael Pacella (batteria, synth). A voi. 
1) Ciao ragazzi e benvenuti sulle nostre pagine! Potete introdurre la vostra band con una breve biografia?

Ciao e grazie a voi per l’ospitalità!
Ci siamo formati come trio nell’inverno 2011 da un altro progetto che non era andato a buon fine. Ci siamo rinchiusi in sala prove e abbiamo scritto i pezzi che sono andati poi a finire nel nostro primo disco “The Relation between Brain and Behaviour”, registrato nell’estate 2012 nello studio della Red Sound Records in Molise. Dopo qualche vicissitudine abbiamo raggiunto una nuova formazione che comprende una chitarra in più e la scorsa estate siamo andati a registrare Témno. Il resto deve ancora venire.

2) Quali pensate siano le differenze, se ci sono, tra il primo lavoro e l'ultimo epTemno?

I due dischi differiscono in primo luogo a livello sonoro: il primo lavoro è piuttosto legato a certe sonorità di stampo doom e sludge che abbiamo cercato di reinterpretare a modo nostro, mentre in Témno ci sono più influenze di vario genere (dal post-hardcore all’ambient e al post-rock, giusto per usare delle etichette) che portano all’interno dei brani delle parti più “soft” e aperte. Abbiamo inoltre cercato di dare più respiro ai brani, valorizzando le pause e i silenzi che riteniamo importanti quanto un arpeggio di chitarra. 
3) Volete spiegarci come nasce la vostra musica e relativo processo compositivo?

I brani nascono come la maggior parte dei brani della maggior parte dei gruppi, jammiamo in sala partendo tipicamente da un riff o un‘idea di chitarra, registrando tutto. Poi selezioniamo le parti più convincenti a nostro gusto e cerchiamo di collegarle tra loro dandogli un senso compiuto, ovviamente a volte ci riusciamo e altre no. Quindi tutto assolutamente nella normalità, niente di stravagante. Sicuramente più andiamo avanti e più diventiamo esigenti nei nostri confronti e di quello che vogliamo trasmettere con un pezzo, quindi la composizione dura sempre più tempo.

4) Da cosa scaturisce la scelta di una proposta solo strumentale e quindi priva di voce?

Sinceramente è stata una cosa del tutto naturale e quasi ovvia per noi, non ci ha mai sfiorato l’idea di avere un cantante. Le nostre esperienze musicali hanno sicuramente influito, praticamente nessuno di noi ha mai avuto band con la voce in passato. Se a questo aggiungiamo i nostri ascolti principali, tutto è molto ovvio. Però ci piace sempre provare ad evolverci e sperimentare in base alle nostre sensazioni del momento, quindi potrebbe succedere di tutto in futuro.

5) Come definireste la vostra proposta musicale e quali sono le vostre influenze principali?

Ogni volta che ci fanno questa domanda andiamo in crisi! Onestamente non sappiamo come definire la nostra proposta, cerchiamo di mettere nei brani quello che più ci rappresenta in quel momento. Per questo la nostra musica è sempre in discussione e non sappiamo mai bene dove andremo a parare finchè non ci troviamo dentro ad un brano. Non ci poniamo nessun tipo di paletto e questo rende il tutto più divertente e stimolante per noi. Per quanto riguarda le nostre influenze, sono davvero tantissime: c’è il famigerato post-rock (che poi chissà cosa vuol dire) che è sempre in agguato ed è un background comune a tutti noi, ci sono le derivazioni del metal e dell’hardcore, c’è un certo tipo di musica ambient, ma poi l’unica cosa che conta è quello che ci va e che riusciamo a fare noi. E ci sono gli Slint, sempre.

6) Affrontate la dimensione live? Pensate sia importante per una band come la vostra esibirsi su un palco?

La dimensione live la affrontiamo ma la vorremmo decisamente affrontare più spesso, è sempre piuttosto complicato trovare delle date. Se poi a questo ci si deve anche conciliare il lavoro che ognuno di noi grazie al cielo ha, la cosa diventa ancora più difficile. Abbiamo però avuto la fortuna di fare dei live in locali di qualità e con band di grande valore, speriamo di farlo di nuovo presto. Sì, è chiaramente fondamentale per una band come la nostra (ma credo per tutte in generale) esibirsi dal vivo, è lì che si raccolgono i frutti del lavoro in sala, è lì che si percepiscono davvero le sensazioni della gente che si prende l’impegno (e il rischio, perché no) di venire ad ascoltarti, è lì che si possono conoscere nuove persone che vale la pena conoscere.

7) Secondo voi, quali sono le armi vincenti che possono far emergere una band, soprattutto italiana, nel marasma generale delle uscite discografiche?

Anche questa è una domanda molto difficile. Come si faccia ad emergere sinceramente non lo sappiamo (anche perché non è decisamente il nostro caso), sappiamo però che per noi l’importante è fare delle cose che ci rendano fieri e farlo al meglio delle nostre possibilità. Una volta che si ha questa consapevolezza quello che viene dopo è tutto di guadagnato, sia esso un apprezzamento o una critica. Poi chiaramente ognuno ha le proprie velleità e aspirazioni e fa le sue scelte di conseguenza. Noi è sicuro che siamo molto contenti ed orgogliosi di quello che stiamo facendo e dei piccoli frutti che stiamo raccogliendo.

8) Quali sono i vostri piani per il futuro?

Ci stiamo muovendo per trovare qualche data e ci auguriamo che salti fuori qualcosa. Stiamo componendo dei brani nuovi che speriamo di riuscire a portare dal vivo quanto prima in modo da evolverci e migliorare la nostra proposta.

9) Ragazzi concludete come volete e complimenti per la vostra musica!

Vi ringraziamo di cuore per lo spazio che ci concedete e per i complimenti che fanno sempre bene al morale. Un saluto a tutti i lettori di Heavy Metal Maniac e speriamo di non avervi annoiati troppo!


Intervista di Sergio Vinci "Kosmos Reversum"

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