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SUPER MASSIVE BLACK HOLES - Calculations of the Ancients

Full-length, Minotauro Records 
(2014)

Non sono un amante degli sfoggi di tecnica e del perfezionismo, sia nell'ambito della musica che in ogni altro contesto, ma ci sono eccezioni che confermano la regola. E' il caso di questi canadesi Super Massive Black Holes, che giĆ  col loro primo full-length, ovvero quello che stiamo esaminando, colpiscono per qualitĆ  e preparazione. Era da tanto tempo che non sentivo interpretare il death metal tecnico in un modo cosƬ originale, funambolico e dove il fattore jazz non ĆØ solo semplice influenza e contorno, ma genere che vive di luce propria all'interno dei brani, facendosi sentire in maniera chiara e precisa. La band stessa definisce la propria proposta con la sigla "Progressive Death Metal with Jazz influences", e una volta tanto ci troviamo totalmente d'accordo, perchĆØ qui si travalicano i confini del semplice Technical Death Metal. 

A partire dalla splendida opener "(Sub-molecular) Transmogrification of the Oriphy", che mostra subito tute le qualitĆ  di questo quartetto, ovvero potenza, tecnica sopraffina, improvvisi cambi di tempo e una voce che ricorda molto quella del Chuck Billy (Testament) piĆ¹ incazzato, ĆØ bello passare per vere e proprie digressioni jazz come "Mathematics of Emotion", e soprattutto "Refracted Kaleidoscopic Photons", dove la band ci inganna con un inizio puramente fusion, per poi proseguire con il death metal cervellotico e intricato, dove l'ascoltatore viene travolto da una serie di note e cambi di tempo, di impossibili parti che occorre seguire con molta attenzione per non perdere il filo del discorso.
Ottima anche "Ghosts of Bhopal", dove la tecnica ĆØ nuovamente portata a sublimazione, ma il tutto fatto con estremo gusto e cognizione, incorporando quella dose di violenza che ci fa rimanere attaccati al discorso (death) metal. Molto bella la seconda parte della canzone che si rivela atmosferica e dove tutti gli strumenti si esprimono al meglio, grazie anche al fatto che parliamo di un episodio interamente strumentale. Un cenno ancora per "Dyatlov Pass Incidentla", che inizia con un tocco che ricorda vagamante i Primus, per divincolarsi poi in sperticati territori a cavallo tra rock, jazz e progressive death metal, il tutto fatto con estrema disinvoltura. Davvero impressionante!

Senza perderci ancora in troppi orpelli, vi dico che probabilmente questo ĆØ uno dei migliori dischi di death progressivo usciti negli ultimi anni, e coloro che amano ancora quei grandiosi album che gente come Death, Atheist, Cynic, Pestilence hanno sfornato negli anni Novanta, troveranno pane per i loro denti in questo "Calculations of the Ancients", e forse scopriranno anche una formazione che dice anche qualcosa di personale, pur seguendo un iter giĆ  collaudato da altri, approfondendo tutte le influenze che sorreggono la loro "difficile" musica.
Disco piĆ¹ che interessante, a tratti anche incredibile, in particolar modo se si vuole sentire una band che non si risparmia nel mettere sul piatto tutte le proprie abilitĆ  compositive e strumentali.

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
VOTO: 80/100

Tracklist:
1. (Sub-molecular) Transmogrification of the Oriphy 03:56
2. Dyatlov Pass Incident 05:13
3. ∞÷Āµ 00:40
4. Distance to the Great Attractor 05:16
5. Holographic Principle 03:42
6. Mathematics of Emotion 03:00
7. Refracted Kaleidoscopic Photons 03:16
8. Ghosts of Bhopal 06:35
9. Lift the Veils 03:29
DURATA TOTALE: 35:07

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