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NILE - What Should Not Be Unearthed

Full-length, Nuclear Blast Records
(2015)

Che i Nile non fossero più quelli di una volta, lo si era capito da anni e, più precisamente, da dopo "Annihilation Of The Wicked", ultimo capitolo che davvero portava degnamente questo monicker in copertina. Dopo il 2005 infatti, la band di Greenville non ha sfornato proprio delle schifezze, ma ha alternato dischi sufficienti o appena buoni ad altri decisamente sottotono. Non ho mai infatti capito come mai tanta gente abbia incensato dei loro album francamente inutili, tantochè l'unico che io mi ero sentito di promuovere era il precedente "At the Gate of Sethu", non tanto per la qualità in sè, ma per alcune scelte coraggiose in sede di produzione e di approccio alle vocals.

Se non altro, in quel capitolo non avevano riscaldato malamente la solita minestra, ma erano riusciti a smuoversi dalla staticità più assoluta degli ultimi dischi. Ero abbastanza curioso, quindi, di ascoltare questo nuovo "What Should Not Be Unearthed", ma dopo qualche ascolto, purtroppo, la delusione è tanta. 
I Nile avevano annunciato un ritorno alle sonorità dei primi album. Ebbene, la violenza è forse tornata a quei livelli, ma l'atmosfera e l'oscurità di quei primi, indimenticabili album, non si intravede nemmeno col binocolo. Solita formula, soliti clichè che la band da anni si auto scippa, campando con le sonorità di un passato glorioso, ma con nemmeno un decimo dell'ispirazione e del pathos. Questa band sapeva far venire i brividi in un contesto sonoro come il brutal death più tecnico, adesso invece produce meri esercizi di stile, non toccando il fondo solo grazie ad una preparazione tecnica invidiabile. 

Come se non bastasse, la produzione è tornata sporca come un tempo, ma è mal bilanciata, e alla fine il drumming di Kollias ne esce gambizzato. Per non parlare della voce, ormai in mano quasi totalmente al mediocre Dallas Toler-Wade, che alla lunga fa cadere le braccia (se non altro), affossando ancora di più delle canzoni che vorrebbero essere come quelle dei primi lavori, e che invece sono solo brutte, e neanche poco. 
Non discutiamo la preparazione di questi musicisti, non discutiamo il loro passato, ma al quarto disco di fila che toppano, credo che qualche domanda dovrebbero porsela i Nile stessi e i loro fans (e io ero uno di costoro), e cercare di porre rimedio a quello che ormai sembra irrimediabile...

Recensione di: Kosmos Reversum
Voto: 50/100

Tracklist: 
1. Call to Destruction 05:45 
2. Negating the Abominable Coils of Apep 04:14 
3. Liber Stellae - Rubaeae 03:48 
4. In the Name of Amun 06:49 
5. What Should Not Be Unearthed 06:58 
6. Evil to Cast Out Evil 05:37 
7. Age of Famine 04:11 
8. Ushabti Reanimator 01:30 
9. Rape of the Black Earth 04:35 
10. To Walk Forth from Flames Unscathed 06:36 

DURATA TOTALE: 50:03

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