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SINOATH - Meanders of Doom

EP, WarHell Records
(2015)

I Sinoath rappresentano una piccola ma importantissima parte del patrimonio storico del metal estremo italiano, coi loro 25 anni di attività sul groppone, inframezzati da uno stop verso la metà degli anni Novanta, e la ripresa in attività nei primi anni del nuovo millennio. Hanno pubblicato finora solo due full-length e qualche altra uscita "minore", come demo o compilation. Nel caso di questo freschissimo "Meanders of Doom" parliamo di un ep di tre tracce, che raggiungono comunque i quasi 20 minuti di durata, ma soprattutto, servono alla band per riaffacciarsi nel panorama musicale, a distanza di otto anni dal precedente full-length, intitolato "Under the Ashes".

Quello che ci troviamo ad ascoltare è a mio avviso un dark metal inteso nel vero senso della parola, metal oscuro, lento, strisciante e profondo, che si ammanta di elementi doom e black ma non affrontandoli mai di petto. Il tutto è interpretato con massima personalità dai Sinoath. Parlando proprio di personalità, se la memoria non mi inganna, dovrei ancora conservare un numero della rivista Grind Zone del 1995, con una intervista ad un giovanissimo Jon Nödtveidt, che alla domanda su quali fossero le band italiane più interessanti del momento che lui conoscesse, rispondeva, tra pochi altri, proprio Sinoath! Questo per dire quanto la musica di questo combo sia stata già in passato protagonista nell'esportare il metal tricolore. 
Le tre canzoni qui contenute sono un monumento all'oscurità, hanno un approccio mistico ed evocativo, ma allo stesso tempo sanno di epoche antiche, arcaiche. Si tratta di sonorità senza tempo, dove i riff imbastiti da Fabio Lipera e Massimo Chiofalo sono protagonisti in prima linea, sempre ispirati da un senso della melodia contorto. La voce di Francesco Cucinotta è ottima, mai esasperata, ma in grado di trasmettere tensione e feeling malato all'ascoltatore. Ottimi anche gli inserti di tastiera, come in "Codes of Knowledge", che arricchiscono un quadro già sinistro e dalle tinte fosche.

In conclusione, possiamo tranquillamente affermare che "Meanders Of Doom" ha il solo difetto di durare troppo poco, perchè siamo dinnanzi ad un gran bel prodotto, maturo e carico di atmosfera. 
Spero vivamente che i Sinoath non ci facciano aspettare altri 8 anni per un nuovo lavoro, ma che al più presto ci consegnino un vero e proprio album e che mantengano almeno le qualità espresse in questo ep. Aspettiamo con molta curiosità!

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 75/100

Tracklist:
1. In a Dungeon of Death 01:39 instrumental
2. Meanders of Doom 10:15
3. Codes of Knowledge 07:14

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