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BLACK FUNERAL "Ankou and the Death Fire" (Review)

Full-length, Dark Adversary Productions
(2016)

Nel bene e nel male, Mr. Michael Ford Nachttoter, ovvero il mastermind che si cela dietro i Black Funeral, ha contribuito allo sviluppo di un certo tipo di black metal, calcolando anche che costui si è trovato sempre a combattere con illustri scandinavi ben più illustri, anche solo per il fatto che provenivano da terre che ormai erano (e ancora sono) sinonimo di black metal, e il più delle volte di qualità. 
Il difetto dei Black Funeral, se così possiamo chiamarlo, è stato quello di aver alternato uscite davvero buone ad altre molto meno interessanti.
Ma la cosa che non è mai mancata a questa band è la capacità di veicolare un messaggio oscuro sia nella musica che nei testi, un qualcosa di morboso che non tutte le band hanno. Temi come occultismo, vampirismo e simili sono stati sempre il pallino di Mr. Ford, e tutto questo si sente nei solchi di ogni lavoro di questa band, e questo nuovo "Ankou and the Death Fire" non fa eccezione.

Il disco si manifesta subito in un buon manifesto di black metal "no-compromise", che per certi versi ammicca alla scena finnica, grazie alle melodie dei riff e alla malinconia che ammanta tutto. Il cantato di Ford è luciferino e sgraziato, aiutato molto dal riverbero per risultare ancora più disturbante. In tal senso basterebbe ascoltare la doppietta iniziale formata da "Shadows of Obour" e "Ankou and the Death Fire" per avere una idea chiara di quello che ci appresteremo ad ascoltare negli oltre quarantacinque minuti di durata del cd. La produzione lo-fi calza a pennello a questo tipo di sound, facendo sprofondare l'ascoltatore nelle tenebre avvolgenti di un sound morboso e affascinante. Onestamente parlando non sento oramai, molto spesso, affrontare il black metal di concezione Nineties in questa maniera, con cotanta convinzione e devozione. Quindi dove non arriva l'effetto sorpresa (ammesso che uno lo voglia), arrivano canzoni ricche di feeling nero e deviato, ma che sanno convincere grazie ad un riffing sempre melodico e affilato. 
A volte i pezzi presentano spunti noise ed ambient, come nell'incipit di "The Morrigan (Battle Crow)", ma è dove il black metal scorre puro e incontaminato che i Black Funeral convincono, ad esempio in altri episodi come "Labous an Ankou (Bird of Death)", aperta da un ambient angosciante e davvero vampiresco per sfociare poi in un assalto feroce e spettrale al tempo stesso, da pelle d'oca! Chiude in bellezza uno degli episodi migliori della tracklist, "Dullahan Graven in Funeral Lights", a rimarcare che questa volta i Black Funeral hanno centrato il bersaglio. Le uniche pecche negative di dischi come questo, potrebbero essere legate al tipo di proposta, molto integralista e per veri aficionados del genere, senza mezzi termini, e magari un lieve senso di noia che sopraggiunge alla lunga, in quanto il sound ò molto omogeneo e privo di particolari scossoni o novità.

Bisogna però tenere conto che dischi come "Ankou and the Death Fire" vincono già da subito per quell'alone misterioso e occulto che riescono ad emanare, una specie di infezione che si propaga anche a chi ascolta. Il tutto poi sembra fluire in maniera schietta e semplice, ma in realtà i Black Funeral non sono mai stati un gruppo per tutti e lo rimarcano anche in questo caso.
PS: C'è un altro oscuro personaggio entrato in line-up dal 2015, tale Azgorh Drakenhof (Guitars, Bass, Keyboards), mentre il nostro Ford (Vocals, Bass, Electronics), usa il nickname Baron Drakkonian Abaddon. Anche queste piccolezze, come i nick ampollosi scelti, rendono il tutto ancora più black metal...
Bel lavoro!

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 70/100

Tracklist:

1. Shadows of Obour 09:30
2. Ankou and the Death Fire 06:31
3. Dearg-due (Blood Drinker) 05:35
4. Gwyn ap Nudd (King of the Underworld) 04:12
5. Oberour ar Maro (Henchman of Death) 03:40
6. Cwn Annwn (To Harvest Human Soul) 02:05
7. The Morrigan (Battle Crow) 04:06
8. Labous an Ankou (Bird of Death) 05:24
9. Dullahan Graven in Funeral Lights 05:12

DURATA TOTALE: 46:15 

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