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MR BISON "Asteroid" (Review)

Full-length, Subsound Records
(2016)

Direttamente da Cecina una bella botta di stoner rock che stordisce, i Bison arrivano, con “Asteroid”, al loro secondo vero album. Un album di Stoner che prende sì il via dal deserto ma si arricchisce via via, dei colori, dei sapori, dei suoni della profonda terra toscana. Un suono, il loro, carico di adrenalina, e che forse data l’assenza del basso (il gruppo è formato da batteria – Matteo D’Ignazi - e due chitarre – Matteo Barsacchi, fondatore e leader e Matteo Sciocchetto, chitarra e voce) aiuta non poco a non essere dei semplici clonatori di suoni altrui ma una band con una propria e distinta anima, con l'aggiunta poi di belle dosi di Hard Rock - Southern che aiutano non poco l'ascolto.

Impossibile restar fermi mentre il disco gira. E che dire dell’idea di attaccare dei sonagli all’asta del charlie? L’uso di due voci poi, rende il tutto ancora più spettacolare.
Certo, qualcuno li avrà ispirati! E io penso che papà Kyuss li guarda dall’alto mentre tengono ben stretti in mano Monster Magnet, Soundgarden e Big Chief. Un modo unico, come scrivevo sopra, di miscelare nelle giuste dosi Stoner, Hard Rock e Southern ma calcando quando serve anche il piede sull’acceleratore per inseguire i cuginetti tanto cattivi chiamati MC5 e Stooges, i Blue Cheer e aggiungerei anche i Grand Funk Railorad, ma non potevano mancare per ultmi anche degli echi alla Black Sabbath! Ma non fatevi ingannare, vi ho fatto questi nomi solo per poter rendere l’idea su carta del loro suono ma miglior modo è ascoltarli e sentirete dai solchi del cd un suono unico ed originale.

Impossibile scegliere un pezzo fra i dieci presenti, qui non ci sono cali di tensione! Però lo devo fare (ordini dall’alto) e opto sicuramente per “Wisker Jack”, “Hangover” e “Cannibal” (lo so, doveva essere uno solo, ma non ho resistito!). Comunque con “Black crow” siamo nel pieno del più denso Desert Rock, passando poi all’Hard Blues alcolico e vischioso di “Wisker Jack”, che ti entra dentro come pochi ed ecco apparire “Full moon” che spiazza tutti con inserti di Black Music. “Hangover” è..si può dire funy/psych? Poi con quel campanaccio finale! Si mantiene molta alta l’emozione. E se ancora siete attaccati ed immobili alla poltrona, ecco che arriva “Burn The Road” a costringervi ad alzarvi e a muovere disperatamente il culo da lì. L’opera persuasiva continua con “Russian Roulette”e si risale dai meandri il blues con “Resist”. Eccoli qui poi gli MC5 e Stooges in “Cannibal”, bandiera dell’iconoclastia punk con spruzzi psichedelici! 

Basta paragoni, ormai siamo presi benissimo ed “Asteroid” si conclude con “Prison” e “Hell”, per un totale di trentacinque minuti di musica selvaggia e scatenata. “Asteroid” non è solo un viaggio lisergico sotto il solo del deserto, quindi, ma musica tosta e muscolare. E che dire della copertina? Che serva forse per ricordarci da dove questi quattro ceffi son partiti con una bella macchina d’epoca anni '30 (e chi non si ricorda il mitico cartone della mia/vostra infanzia?) sotto il sole, nel pieno del deserto della California? Forse sì!

Recensione a cura di: Ivano “Bata” Invernizzi
Voto: 85/100

Tracklist:
01. Black crow
02. Wisker Jack
03. Full moon
04. Hangover
05. Burn the road
06. Russian roulette
07. Resist
08. Cannibal
09. Prison
10. Hell

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