Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

IL SILENZIO DELLE VERGINI "Colonne Sonore Per Cyborg Senza Voce" (Recensione)

Full-length, (R)esisto Distribuzione
(2017)

Partiamo riportando alcune note biografiche di questa band, in quanto siamo al cospetto di un esordio, e molti potrebbero non saperne nulla in merito:
"Il Silenzio delle Vergini nasce nel marzo-aprile 2016, quando Greco Armando (Tic Tac bianconiglio, lexus) decide di percorrere nuove strade sonore nel mondo musicale. Dall'esperienza poetico-strumentale dei Tic tac bianconiglio, si passa alle atmosfere liriche, allucinatorie e sognanti di questo gruppo. Il silenzio delle vergini è un lavoro strumentale e raffinato affidato alla produzione di Brace Beltempo, vecchio produttore dei Tic Tac bianconiglio, e alle mani sapienti al basso di Graziano Bonura e Fabio Taglioretti alla batteria, esponenti del gruppo milanese The Eyes.
Dopo aver partecipato alle registrazioni del primo disco, Fabio e Graziano nel mese di ottobre dello stesso anno hanno lasciato la band, e sono stati sostituiti da Cristina Tirella al basso, già nei Tic tac bianconiglio, e da Mister X (moniker dedicato all’omonimo personaggio di Tiger Man) alla batteria. In uscita il 3 febbraio 2017, "Colonne sonore per cyborg senza voce'' esce nei primi giorni di febbraio 2017 e 004(Non ho) è il primo singolo estratto dall’album del gruppo milanese, e anche il primo video (top video qui a fianco). Nel video il gruppo, prendendo spunto da un cartone degli anni trenta, interpreta la ballata di Santa Cecilia, la santa dei musicanti, in chiave macabra. In questo caso, la Santa non esprime speranza e cordialità per la venuta di un tempo migliore, ma sciagura e disagio per qualcosa che forse un giorno l’umanità dovrà affrontare".

Dopo queste note biografiche, passiamo ad analizzare questo album, che si rivela in tutto il suo splendore da subito. E' un viaggio che porta lontano questo de Il Silenzio Delle Vergini, dove si mescolano umori post rock, psichedelia, alternative e sperimentazione. La musica è di grande impatto emotivo e riesce nel non facile intento di trasportare l'ascoltatore in una dimensione onirica che travalica la nostra quotidianità e il nostro concetto di "normalità" applicato alla musica. Una produzione di altissimo livello riesce a valorizzare chitarre magnifiche che si divincolano tra riff ipnotici e strani riverberi e arrangiamenti molto curati, che creano un'amalgama perfetta con batteria e basso, che danno una notevole spinta pulsante al tutto. 

L'assenza di voce in questo caso è un valore aggiunto, in quanto le composizioni godono di una forte carica emotiva e sembrano dei trip nei quali tutto è consentito, ma in cui il comune denominatore è un sound dall'alone cupo e carico di tensione, che ripesca anche qualcosa dalla scena indie-alternative anni Novanta, e la attualizza con innesti tutti gravitanti intorno al rock, al metal e alla psichedelia. Sicuramente questo disco, a partire già dal titolo, potrebbe essere ideale come colonna sonora di qualche film, e in questo senso la fantasia in mio possesso ha un po' fantasticato su quale tipo di film questa musica potrebbe adattarsi. Direi che potremmo adattare questa musica ad alcune pellicole di David Lynch o anche, quando si spinge un po' di più sulla pesantezza, alla visionarietà unita alla brutalità di Davide Fincher, ma potrebbero essere ancora molti i nomi da tirare in ballo!

Questo disco spiazza per il modo diretto in cui esprime concetti veri. Insomma, si sente che ogni nota è frutto dell'anima di chi l'ha composta, e che nulla è stato lasciato al caso, e allo stesso tempo non ci sono stati inutili schemi da mantenere in fase di composizione e composizione. Un alone spettrale avvolge questo "Colonne sonore per cyborg senza voce”, e il suo ascolto non è facile, questa musica non arriva subito, ma se avrete un minimo di pazienza scoprirete una grandissima band, che rifugge qualsiasi classificazione riuscendo ad avere però un sound ben definito e convincente.
Da sottolineare anche il fatto che la mia scelta di non menzionare i brani singolarmente è dettata dalla mia necessità di voler valorizzare tutti i brani, che tra l'altro hanno come titoli solo dei numeri preceduti da due zeri, ad eccezione della traccia "004 (NON HO)", e che formano un unico filo conduttore che induce ad ascoltare l'album tutto d'un fiato nella sua interezza, per poterne apprezzare a pieno il suo feeling. 
Con queste premesse, non possiamo che aspettarci grandissime cose dal futuro di questi musicisti!

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 85/100

Tracklist:
1. 001
2. 002
3. 003
4. 004 (NON HO) featuring Brace Beltempo (Odio)
5. 005
6. 006
7. 007

Nessun commento