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MISTEYES "Creeping Time" (Recensione)

Full-length, Maple Metal Records
(2016)

I Misteyes sono una band piemontese, di Torino per la precisione, e giungono al traguardo del primo album, con questo "Creeping Time". Ma riportiamo le parole della stessa band per ripercorrere un po' il loro cammino dagli inizi ad oggi. "Il nostro cammino come Misteyes comincia nel 2012 con una formazione a cinque membri, con la quale, l'anno successivo, abbiamo rilasciato il singolo "Brains In A Vat", dal sound ancora grezzo tipicamente death/black melodico.
Nel 2014, il nostro sound inizia una profonda evoluzione, da cui nasce l'esigenza di coinvolgere anche una voce femminile e un tastierista nel progetto. Con questa nuova line-up a sette membri, abbiamo rilasciato la demo del brano "Lady Loneliness", primo assaggio del nostro nuovo percorso caratterizzato dalla dualità e dal contrasto.
Nel 2015 la nostra evoluzione musicale arriva a un punto fermo e abbiamo sentito la necessità di riassumere questo percorso musicale con un album. È stato un percorso lungo e complesso che ci ha tenuto impegnati per tutto l'anno non solo nella composizione, arrangiamento e registrazione di un intero full-length, ma è stata anche una rivoluzione nell'immagine della band. 

Arriviamo dunque ai giorni nostri e alla pubblicazione del qui presente "Creeping Time", uscito l’8 aprile su Maple Metal Records. Ospiti dell’album sono Björn “Speed” Strid (SOILWORK, parti vocali sulla canzone “Decapitated Rose“), Nicole Ansperger (ex-ELUVEITIE, violino sulla canzone “Winter’s Judgment“) e Roberto Pasolini (EMBRYO, parti vocali sulla canzone “The Demon Of Fear“). Il CD è stato registrato, mixato e masterizzato da Alessio Sogno all’Alarm Studio di Torino. L’artwork è di Design Overload (Alessandro “Dooms” Alimonti). Quello che ne è venuto fuori è un ottimo album di metal estremo dove death metal, gothic e accenni black trovano un tratto comune nella espressione del sound di questa band. La formazione infatti ci pone davanti una vera e propria opera, dove ben sette musicisti si impegnano per dare forma a svariate idee, cercando di farle confluire liberamente ma in maniera armonica in questo album.
Soprassedendo sugli ospiti, che hanno impreziosito questo album, possiamo subito dire che l'ambizione della band è stata ampiamente ripagata. Difficile per il sottoscritto fare una netta distinzione tra una traccia e l'altra, in quanto credo, personalmente, che l'album vada preso nel suo insieme, nella sua magniloquenza e per la sua classe intrinseca. Le voci hanno un ruolo preponderante per la riuscita dell'opera, e la soave voce di Denise si alterna e si scontra in varie riprese con quella feroce e in scream di Irmin. La sezione ritmica composta da Krieger (batteria) ed Hephaestus (basso) risalta per tecnica e fantasia. Questi due musicisti hanno un intuito non comune nel far risaltare il lavoro delle due asce formate da Decadence e Insanus, ovvero due chitarristi che sanno il fatto loro sia in fase di ritmica che solista, oltre ad essere in generale molto preparati a qualunque tipo di situazione, dalla più "rilassata" alla più spietata. La loro distorsione piena è data da un attento lavoro in fase di mix, ma anche ad una accordatura ribassata che ben si sposa con il tessuto sonoro dei Misteyes. 

Come già ho detto, non è molto sensato a mio avviso fare un "traccia per traccia", perchè sarebbe come dividere un film in episodi, o un'opera teatrale in più puntate. Parlerò quindi di alcune cose che mi hanno colpito più di altre, e magari in questo citerò anche dei brani. L'opera parte con l'inquietante intro "The Last Knell", e poi la band si addentra nell'oscurità con "Creeping Time", ovvero la title track, un episodio barocco e magniloquente che non si lancia in tempi veloci, ma sottolinea con parti in doppia cassa le parti più aggressive. Il tutto comunque è ben supportato dall'ugola angelica di Denise, che dipinge scenari dalle tinte fosche. E' per questo infatti che la sua voce, seppur di impostazione lirica, trasmette sempre una certa suspance all'ascoltatore, che vien poi rotta dall'ingresso della voce maschile di Irmin. Verso il finale la band si lancia in un deth-black metal spietato davvero ben riuscito. Più veloce e immediata appare la successiva "Brains in a Vat", canzone in cui l'ombra dei Cradle oF Filth è abbastanza palese. Grandiose le aperture melodiche a tinte fosche che donano al brano respiro. Anche il riffing di chitarra in questa canzone si fa più furioso e variegato, fino agli assoli finali che sottolineano un finale tagliente e malevolo.   
Si prosegue con "Inside the Golden Cage", dove la melodia e l'emozionalità toccano vertici davvero lodevoli. Bello il cambio di rotta verso metà brano, con innesti più poderosi. Questa a mio avviso è uno degli highlight del disco! E dopo questo bellissimo brano arriva una ballata baciata da un ottimo pianoforte e voce melodica, ovvero "Lady Loneliness", che però cambia nel finale aggiungendo tastiere magnifiche, e un pathos in crescendo irresistibile. 

Si prosegue all'insegna della potenza con la superba "The Prey", che si candida anch'essa come uno degli episodi più malvagi e al tempo stesso riusciti del disco. Da qui in poi la band è chiaro che non possa più essere facilmente descritta evidenziando cosa è più riuscito o meno. Episodi come "Destroy Your Past" o la conclusiva  e sinistra "Winter's Judgementt" sanciscono una seconda parte di disco assolutamente esaltante, e se possibile ancora più avvincente della prima, dove ogni elemento del "Misteyes sound" è portato a sublimazione, per un risultato perfetto.
Volendo cominciare a trovare qualche punto in comune con altre band più famose, potremmo immaginare questa band come un punto di incontro tra Cradle Of Filth, Leaves' Eyes, Dimmu Borgir e Theatre of Tragedy. Ma per quanto questi paragoni possano dare una linea di massima del sound dei Nostri, io opterei più per andare a cercare nelle colonne sonore di film fantasy e horror, dove sicuramente i Misteyes potrebbero fare una ottima figura, collocandosi tra gli immaginari fantasy di Tolkien e le tentazioni gotiche di Tim Burton. Tutto questo è anche impreziosito dalle tastiere di Hyde, puntigliose e sempre attente a sottolineare ogni passaggio con note talvolta malefiche, talvolta sognanti, e talvolta quasi "operistiche".

Credo, in definitiva, che questo album non esprima solo musica ma molto di più. "Creeping Time" è una sorta di viaggio pieno di insidie e di sorprese, e ci vogliono molti ascolti per coglierne appieno tutte le sue sfaccettature, ma soprattutto per capire lo sforzo mastodontico che hanno fatto questi musicisti, a dir poco sorprendente!
Chiunque si cibi di qualsiasi materiale che abbia a che fare con il gothic, l'horror e il fantasy e ami le avvolgenti atmosfere notturne, non può ignorare questo album, sarebbe un vero errore imperdonabile. 
Una band italiana che, in definitiva, ha sfornato un lavoro pauroso non solo per le sue tetre e inquietanti atmosfere, ma perchè la preparazione e la classe dimostrate in questo debuto sono realmente sbalorditive. Disco che lascia a bocca aperta per oltre un'ora. Acquisto obbligato!

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 90/100

Tracklist:
1. The Last Knell (Intro) 01:40 instrumental
2. Creeping Time 06:29
3. Brains in a Vat 05:39
4. Inside the Golden Cage 05:24
5. Lady Loneliness 04:37
6. The Prey 07:03
7. Destroy Your Past 05:02
8. The Demon of Fear 06:55
9. A Fragile Balance (Awake the Beast - Part 1) 03:41
10. Chaos (Awake the Beast - Part 2) 05:26
11. Decapitated Rose 04:48
12. Winter's Judgement 08:05

DURATA TOTALE: 01:04:49

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