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ULVER "The Assassination of Julius Caesar" (Recensione)

Full-length, House of Mythology
(2017)
 
Un nuovo album degli Ulver è arrivato, almeno per me, con molto poco hype o comunque con la consapevolezza che stessero ancora lavorando a qualcosa. Comincio però a vedere titoli e articoli su vari punti vendita della loro musica ed inizio la ricerca per un rapido ascolto. Quest' ultimo disco proviene da una band che è sempre in crescita, in cambiamento e che cerca di eseguire qualcosa di totalmente unico in ogni nuovo album. Ogni album è una sfida, una fusione di stili, e gli Ulver sono una band mai disposta a riposare sugli allori. Così otteniamo un album Pop dagli Ulver nel 2017? Inutile dire che fossi seriamente incuriosito. "The Assassination of Julius Caesar" è senza dubbio l'album più accessibile che abbiano mai fatto dall'inizio della loro carriera. Ogni album degli Ulver ha sempre avuto singoli brani abbastanza accessibili che potrebbero servire per far conoscere il genere ai vostri amici meno avventurosi, ma non hanno mai così singolarmente e sfacciatamente fatto un album orientato al Pop.

Il cantante, Kristoffer Rygg, a.k.a Garm, ha sempre avuto una forte presenza e una voce meravigliosamente calda. Tuttavia, per qualsiasi motivo, hanno sempre scelto di utilizzare la sua voce con parsimonia. La sua presenza non è mai stata sopraffatta dalla musica, né in ombra la musica, come succede solitamente nel Pop. Questo è il perfetto equilibrio che troviamo su "The Assassination of Julius Caesar". La musica è sicuramente nel regno elettronico ed è sicuramente accessibile e molto orecchiabile. Quindi, se è così che si definisce il Pop ai giorni d' oggi, allora l'etichetta è adatta. 
La musica risuona con un tono minaccioso, calma e invitante, mentre la sensazione si presenta cattiva allo stesso tempo. Ci sono voci femminili, grandi percussioni e suoni elettronici, mentre ci sono testi oscuri basati ad eventi di vita reale e tragedie, tutte presenti nello stesso spazio musicale. Una canzone come "Rolling Stone" ad esempio, si evolve in qualcosa che suona più vicino a Rick Wakeman dei Depeche Mode. Il primo singolo, "Nemoralia", ha un ritmo di guida azzeccato contro una melodia inquietante che non è in grado di conquistare tutti coloro che cercano qualcosa di leggero e soffice.

Se ti piacciono gli Ulver, vi piace questo album, e per coloro a cui piacevano gli Ulver di passaggio, o non riusciva ad apprezzare alcune delle loro opere più sperimentali, questo potrebbe essere l'album in cui ci si innamora di loro. Per il mondo della critica, vedere lodi universali e vedere la loro musica simile a band come Radiohead e Sigur Ros, vuol dire che è tempo che gli Ulver vengano considerati in questo modo. 
Forse un album Pop è esattamente ciò che doveva accadere nella varia discografia degli Ulver.
 
Recensione a cura di: Benito Stavolone
Voto: 84/100 
 
Tracklist:
1. Nemoralia 04:14 
2. Rolling Stone 09:27 
3. So Falls the World 05:57 
4. Southern Gothic 03:40 
5. Angelus Novus 04:08 
6. Transverberation 04:31 
7. 1969 04:00 
8. Coming Home 07:51 

DURATA TOTALE: 43:48

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