Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

INNERVACUUM "Inertia" (Recensione)

EP, Autoprodotto 
(2017) 

L'ultima volta che ho visto mia nipote, mi son trovato un puzzle davanti, tipo quelli da uovo di pasqua coi personaggi Disney. Mia nipote: tre anni, espressione da Bambola Assassina e una serie di immaginette da farti fare. Insomma c'erano questi puzzle e mia nipote nascondeva i pezzi, poi si metteva a guardare quel deficiente di suo zio che cercava di rimettere insieme il resto. Ci ha messo poco a capire che certi pezzi sono più importanti di altri, iniziare dagli angoli è più facile, le linee e i colori più netti aiutano a trovare i pezzi vicini.
Quando si entra nel "math" si ha a che fare con cose del genere. Si scompongono le forme, se ne spargono i tasselli in giro. Sensazioni da "ma da che parte si guarda?" tipo galleria d'arte contemporanea (ora non venite a dirmi che non vi è mai capitato). Un gusto contorto che può catturare facilmente chi ha il carattere del progster. Siamo giusto di fronte a un caso di questi. Le informazioni sugli Innervacuum sono piuttosto frammentarie, sappiamo comunque che nascono nel 2006 a Udine dai The Answer, cover band le cui testimonianze si saranno perse nella memoria di qualche vecchio cellulare. Nel 2007 esce il primo demo col semplice titolo di "Demo 2007", registrato nei FiringFaderz Studios. Segue nel 2010 l'EP "Acceptance", ancora autoprodotto e registrato presso i Fear Studios di Ravenna. Mettono insieme un suono tra gli Ion Dissonance e tratti dei Meshuggah con l'attrazione per Gojira e Opeth. Nel tempo subiscono qualche cambio di formazione fino al passaggio da cinque elementi a tre, coi soli Andrea Giannattasio e Francesco Murtas a tenere le chitarre e il nuovo ingresso di Andrea Floreani alla batteria. Da questa formazione esce “Inertia”, il nuovo EP che racchiude tre brani interamente strumentali. Del precedente lavoro, “Inertia” mantiene un certo gusto per i riff ostinati e ossessivi, stavolta con maggior ricorso alle note di pedale. 

Si abusa delle note fondamentali, comode basi su cui poggiare variazioni tonali e ritmiche. Tratto, questo, annunciato già dalle prime note di "Yesterday Was The Right Day to Commit Suicide", in apertura del disco: l'attacco di marchio postmetal si raccoglie attorno a un SOL sempre ripetuto. Poco dopo attacca la batteria, quando l'orecchio sta perdendosi nel loop; colpi d'avvertimento e senso d'incombenza non definita. Il pezzo esplode, rallenta, ricarica e riparte. In continuazione. Senza dimenticare la matrice Ion Dissonance, il taglio meshugghiano è quel che prevale, tanto per certi passaggi all'unisono quanto, più in generale, per il meticoloso studio dei cambi ritmici. Anche la scelta di suoni, molto ben curati, sembra aver subito lo stesso influsso. Difficili da prevedere, i ritmi si avvicendano improvvisi e irregolari e, in maniera simile, i passaggi ad accordi aperti sono stoppati di colpo. Sfido chiunque a tenere il tempo durante l'ascolto di "Evert the Mountain". Non sono immuni a qualche soluzione un po' acerba e pare a tratti di star ascoltando un agglomerato di bridge messi in fila. Dopo “Angst”, che chiude questo EP e riprende come variazioni a tema alcuni momenti dei due brani precedenti, mi rendo conto che qualcosa è mancato. 

Erigendo un complesso di strutture cervellotiche, gli Innervacuum dimenticano le pietre angolari. L'attenzione rischia di perdersi proprio laddove sarebbe più richiesta, perché non trova riferimenti abbastanza solidi, elementi-chiave che aiutino l'ascoltatore nel lavoro di decifrazione. "Inertia" è una prova per tutti: per l'ascoltatore, che deve fare a meno di certi elementi, così come per la band, che ha perso componenti importanti a produrre un meccanismo sonoro tanto complesso. Ne risulta un puzzle con dei vuoti che aggiungono uno strato di complicazione al tutto e che chi ascolta è chiamato a colmare. Un disco "freddo", non solo perché ha l'atmosfera di una sala operatoria allestita da Thordendal; "freddo" anche per la sua qualità mediatica, alla maniera di McLuhan: indefinito e con molti spazi da completare. 

Quelli di voi che abbiano bisogno di facili ascolti si tengano pure alla larga. Quando finalmente ho ricomposto quel puzzle monco, mia nipote si riavvicina col pezzo mancante, lo incastra bene al suo posto e tutta contenta alza i pugni al cielo. Ha vinto lei. 

Recensione a cura di: Ivo “Mutilio” Palummieri
Voto: 69/100 

Tracklist:
01. Yesterday Was The Right Day To Commit Suicide
02. Evert The Mountain
03. Angst

DURATA TOTALE:: 18:34

Nessun commento