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LUCE D'INVERNO "Il covolo delle fade" (Recensione)

Full-length, Noosextreme Productions
(2016)

Duo proveniente da Verona formato da Nebel (Guitars) K. (Bass, Guitars, Drum programming), dedito ad un black metal che molto mi ha ricordato le prime uscite degli anni Novanta, in particolare alcune cose accostabili ai primi Gehenna, Satyricon, Burzum e, vagamente, Darkthrone. Il loro black metal è grezzo e minimale ma conserva tutta l'aura oscura e misteriosa che questo genere musicale ci ha abituato a riconoscere.
Il lavoro in sede di riffing è semplice ma ottimo, evocativo, sinistro. La voce è catarrosa e la band esplora un po' tutte le sfaccettature di certo black metal nord europeo, inteso nella sua concezione originaria. Sono quindi sapientemente evitati orpelli, raffinatezze e sperimentazioni, tranne che per una batteria programmata che però non inficia il risultato finale, ma anzi ne amplifica il feeling misantropico che la band vuole trasmettere, unita ai già descritti riff che sono molto asciutti e riportano molto alla scena Moonfog dei suoi primi vagiti. 

Ciò che mi ha colpito quindi di questa band è il loro saper mescolare un black metal a tratti furente e totalmente necro, ad altri momenti dove la band si apre a qualcosa di più vagamente atmosferico, come ad esempio, tanto per citare un episodio, "La voce del silenzio", che ha un retrogusto malinconico che strizza l'occhio al depressive. Di contro abbiamo delle perle di vero black metal primitivo e morboso come espresso magistralmente in "Sinfonia d'Ottobre", dove aleggia un misto di primi Satyricon e Gehenna di "First Spell", ovvero uno dei primi ep di quella a mio avviso sottovalutata realtà norvegese. Il brano in questione sul finale si arricchisce di tastiere e arpeggi acustici, per un risultato decisamente sopra le righe e anche per certi versi inaspettato, dato che la prima parte della canzone era black metal tout-court, mentre qui ci si apre a qualcosa di vagamente ambient black metal in stile Burzum.

Tutti questi elementi vengono poi condensati nella traccia di chiusura, "Attraverso il bosco", dove di nuovo lo spettro di Burzum affiora preponderante, ma in cui tutti gli altri elementi caratteristici di questa band vengono riproposti per ben tredici minuti abbondanti.
Disco a mio avviso non originalissimo, ma che conserva un fascino indiscutibile, che non mancherà di ammaliare coloro che conoscono il black metal dai primi anni Novanta ad oggi. 
Disco consigliatissimo!

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 78/100

Tracklist:
1. Luce d'inverno 02:26 instrumental
2. Il covolo delle fade 06:52 
3. La voce del silenzio 11:04 
4. L'eterno silenzio 06:38 
5. Sinfonia d'ottobre 09:18 
6. Oltre il crepuscolo 06:40 
7. Attraverso il bosco 14:01 

DURATA TOTALE: 56:59

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