Intervista: DEADLY CARNAGE
Pochi giorni fa abbiamo recensito il loro nuovo album, "Through the Void, Above The Suns", e siamo rimasti davvero colpiti per la qualità proposta e per un approccio maturo e fantasioso al servizio del metal estremo. Oggi intervistiamo i Deadly Carnage, e a rispondere alle nostre domande è Adres (basso). Buona lettura!
1) Ciao e benvenuti su Hot Music Magazine! Presentate per favore la vostra band ai nostri lettori.
I Deadly Carnage nascono del 2005 da un’ idea mia e di Marco (batteria). Ai nostri esordi il nostro sound era un incrocio piuttosto primordiale tra Black, Death e Thrash, ma poi con il tempo è avvenuto un cambiamento spontaneo e graduale sino ad arrivare a quello che suoniamo oggi; una sorta di incrocio tra Post-Black, Doom e Post Metal, anche se, per come la vedo io, in futuro continueremo ad esplorare altri territori musicali.
2) "Through the Void, Above The Suns" è il vostro nuovo album. Parlateci un po' della sua gestazione.
La gestazione è stata piuttosto lunga e non priva di difficoltà, abbiamo iniziato le composizioni nell’autunno del 2013 ancora prima che il nostro precedente album (Manthe) fosse pubblicato. Tutta la prima fase di composizione è stata fatta insieme al nostro cantante storico, Mercello, il quale ha lasciato la band nel 2016 (una separazione pacifica), da quel momento Alexios è diventato la nostra voce principale e abbiamo rielaborato tutte le composizioni già scritte per adattarle alla sua voce. Questo è stato un nuovo punto di partenza che poi ha portato alla seconda fase compositiva, decisamente più intensa che ha portato a compimento il concept. Anche se ci sono stati momenti piuttosto duri tra blocchi artistici, ripensamenti e incertezze, devo dire che la gestazione di quest’album è stata estremamente stimolante, ci siamo sentiti davvero liberi di fare tutto quello che ci passava per la testa.
3) Che significato ha il titolo "Through the Void, Above The Suns"?
Non è stato semplice scegliere il titolo per quest’album, ricordo che abbiamo passato settimane a pensarci, fare proposte di ogni tipo e discutere, anche animatamente, su ogni tipo di dettaglio, ma alla fine ne siamo venuti a capo. Volevamo un titolo che riuscisse a rendere l’idea di un viaggio e che manifestasse il nostro sound fatto di luci ed ombre. Il titolo è nato con questa idea, anche se tra di noi ci riferiamo a quest’album semplicemente come “TTVATS”; il classico problema di aver scelto un titolo lungo!
4) Quali sono le vostre influenze musicali?
Sono molto varie, vanno dalla scena Black Metal (soprattutto atmosferico) sino al Post Metal passando per generi come il Prog o l’Alternative Rock, sino all’elettronica sperimentale. Siamo tutti e quattro persone dai gusti musicali molto vari, l’importante è trovare musica che ci stimoli. Ad esempio ultimamente io ho una certa passione per il Prog Rock italiano degli anni 70, anche se nella stessa giornata posso apprezzare un album delle Orme quanto uno dei Paysage D’Hiver, entrambi mi stimolano per motivi differenti.
5) Dove sono state svolte le registrazioni di "Through the Void, Above The Suns"?
5) Dove sono state svolte le registrazioni di "Through the Void, Above The Suns"?
Abbiamo iniziato a registrare nella primavera del 2017 e praticamente siamo andati avanti sino alla fine dell’anno. La prima fase è stata svolta nello studio privato di Mike Crinella, un nostro storico collaboratore, il quale ha anche curato in prima persona tutti i synth. L’apporto di Mike è stato assolutamente fondamentale. La seconda fase di registrazione, compreso il mix e il master è stata invece affidata al Domination Studio di Simone Mularoni, ha fatto davvero un lavoro fantastico con il nostro album, insieme a lui siamo riusciti a trovare precisamente il sound che volevamo con il metodo che desideravamo: niente trigger, solo effetti analogici e amplificazione valvolare.
6) Affrontare la dimensione live? E come vi trovate ad esibirvi in un Paese come l'Italia, che solitamente dà poche soddisfazioni in fatto di pubblico?
Certo, ci piace suonare live, anzi, negli ultimi anni abbiamo lavorato molto per rendere le nostre esibizioni suggestive anche dal punto di vista visivo. Suonare in Italia non è molto semplice, smuovere il pubblico non è mai una cosa semplice qui da noi, la situazione è decisamente più difficile rispetto a quando abbiamo iniziato. Ma devo dire che quando ci sono delle serate organizzate come si deve (e qui in Italia ci sono tante persone che si dedicano anima e corpo a questo) il pubblico si fa vivo.
7) Quali obiettivi vi siete prefissati di raggiungere con i Deadly Carnage e quali sono i vostri progetti più immediati?
7) Quali obiettivi vi siete prefissati di raggiungere con i Deadly Carnage e quali sono i vostri progetti più immediati?
L’unico vero obbiettivo che abbiamo è quello di creare sempre musica che riesca a stimolare principalmente noi stessi e che riesca a soddisfarci fino in fondo. Nel breve termine abbiamo in programma di promuovere il nuovo album con qualche concerto, anche se già stiamo buttando giù qualche idea per un futuro concept album, ma è davvero troppo presto per parlarne.
8) Come vi pare la scena metal odierna, soprattutto italiana? Analizzate i pro e i contro, magari confrontandola con quella degli anni passati.
In passato in Italia c’era molta esterofilia, c’è ancora oggi, ma forse in maniera minore, fortunatamente gli italiani iniziano ad accorgersi che molte band nostrane non hanno nulla da invidiare a nomi esteri ben più blasonati. Negli ultimi anni band come Forgotten Tomb o Fleshgod Apocalypse hanno dimostrato senza ombra di dubbio che il metal italiano può farsi valere sul piano internazionale. Il problema della scena italiana odierna a mio parere sta nel fatto che c’è ancora molta invidia; spesso, quando una band ottiene risultati, attira l’invidia di altri e questa è una cosa che non fa bene a nessuno, ma sono fiducioso, sono sicuro che tra qualche anno anche queste cose tenderanno a migliorare e magari anche qui da noi la scena diventerà più coesa per il beneficio di tutti.
9) Ok abbiamo finito, a voi le ultime parole.
Vorrei porre l’attenzione ad una sorta di “messaggio nascosto” inserito nelle immagini dell’artwork del nostro album. Chiunque ne ha una copia o chiunque abbia seguito le pubblicazioni delle immagini suoi nostri canali social può accorgersi di questo. Se qualcuno riesce a svelare questo “mistero” potrà comprendere meglio il concept trattato nei testi, per noi testi, musica e immagini sono connessi in maniera indissolubile. Chiunque voglia parlare con noi di questo aspetto è liberissimo di contattarci.
Intervista a cura di: Sergio Vinci
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