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HUMAN CULL "Revenant" (Recensione)

Full-length, Wooaaargh 
(2018) 

Porca miseria, che bel disco! Girando per youtube si trovano spesso delle chicche di assoluto valore: è la volta degli albionici Human Cull, gruppo che con il suo secondo “Revenant” rappresenta esattamente quello che il grind dovrebbe essere, ovvero inaudita violenza sparata a mille con fantasia e coerenza.

Tanto per intenderci, i tre inglesotti non inventano niente di nuovo, eppure “Revenant” non è certo la millesima riedizione di “From enslavement to obliteration” o “Reek of putrefaction”, quanto una rielaborazione competente e fantasiosa del genere. 

La capacità tecnica c'è tutta, e la sanno far fruttare: i cambi di tempo sono molteplici e repentini, il riffing è davvero vario e gira su più registri – classico tremolo picking, dissonanze, power chords sepolcrali e atmosfere gelide – e questa varietà dà i suoi frutti, perché i 18 minuti dell'album vengono dilatati tantissimo e la noia bandita del tutto dai ripetuti ascolti. 
Il tutto condito da una produzione davvero azzeccata, potente ed intelligibile ma ruvida e micidiale. 

Una specie di incrocio tra i muscoli degli Insect Warfare ed il cervello dei Discordance Axis: da non perdere.

Recensione a cura di: Fulvio Ermete
Voto: 80/100

Tracklist:

1. Harnessing Atrocity 00:45
2. Blood 00:59
3. The Butcher's Nails 01:17
4. Worship Nothing 00:42
5. Everyday Paranoia 00:37
6. Unmake the Graves 00:35
7. Baleful Foundation 01:26
8. The Muzzle 01:08
9. An Offering to the Machine 01:34
10. Like an Emissary into the Abyss 01:03
11. The Worms of God 00:22
12. The Hecatomb Enterprise 01:14
13. Prying Eyes 00:39
14. Never Smile 00:42
15. Think in Only Lies 00:48
16. Flesh 01:02
17. The Death that Isn't Death 01:15
18. Endless Purgatory 02:03

DURATA TOTALE: 18:11 

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