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HELEVORN "Aamamata" (Recensione)


Full-length, BadMoodMan Music
(2019)

La Spagna ha in sé un inaspettato lato malinconico e dal gusto ombroso. Sta di fatto che "Aamamata" cerca con pessimi risultati di esporre in Musica questo sentimento di morbida vitalità. Personalmente, ho presto intuito come sarebbe stato lo scorrere dell'album. Non mi piace nascondermi dietro una paracula facciata di lecchino, quindi dico sempre ciò che avverto sulla mia pelle. In questo caso siamo di fronte ad un disco che non prende mai i contorni di una qualsivoglia forma musicale ben definita. 

Attraverso nove traccie noiose e autocompiaciute, il combo spagnolo cerca invano di sollecitare il nostro animo musicale che però mai si risveglierà sotto queste piangenti note. Quando pare che qualcosa possa tramutarsi in emozione, è il momento invece che tutto si dissolve miseramente. Il mio ascolto sa di penitenza da espiare con un generoso senso del dovere. Sto ansimando nello stato di sopportazione ma so che ce la farò, la mia vita ha comunque un futuro davanti a sé. Volendo dare un'idea all'ascoltatore di ciò che andrà ad ascoltare, c'è un confuso intento di approcciare la materia Gothic/Doom Metal con un esito deludente. La voce tra il cantato ed il recitato non lascia segni sulla coscienza. Si aggira nei dintorni della percezione ma non incide sulla sfera della sensibilità. Le parti delle chitarre risultano ammiccanti ma giammai incisive. Cosa dire della batteria? Ha un andamento monotono e moribondo. Le tastiere potrebbero in teoria dare qualcosa di atmosferico, a me però suonano non pervenute. Voglio dire che non si diffonde alcuna atmosfera nel corso dell'ascolto, esiste solo un'idea immaginaria di quello che si vorrebbe trasmettere. Il basso è presente, così recita la didascalia. 

Ad ogni modo, non mi accorgo di effettive pulsazioni provenienti da chi dovrebbe esserne l'artefice. Una buona soluzione sarebbe stata quella di non fare uscire codesto "Aamamata". Comunque, Il mondo può sopravvivere a tragiche catastrofi naturali, ne deriva che è possibile proseguire la nostra esistenza dimenticando una siffatta sciagura musicale. 

Recensione a cura di: Andrea Bottoni
Voto 35/100

Tracklist:1. A Sail to Sanity 05:25
2. Goodbye, Hope 05:59
3. Blackened Waves 05:27
4. Aurora 07:25
5. Forgotten Fields 05:45
6. Nostrum Mare (Et deixo un pont de mar blava) 07:28
7. Once upon a War 05:56
8. The Path to Puya 08:39
9. La Sibil·la 05:05

DURATA TOTALE: 57:09

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