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BLACK METAL: perchè non fa più paura a nessuno?

Come da mia consuetudine, cercherò di condensare in non troppe righe il mio scritto. Negli anni ho capito che molte volte i papiri sono pura masturbazione "scrittoria", e che molte volte sono fatti più per accrescere l'ego del suo autore, piuttosto che con l'intento di suscitare interesse nel lettore. Non è facile affrontare un tema spinoso come quello dell'evoluzione del black metal e del perchè, a mio parere, abbia perso il suo fascino oscuro e contagioso. Se dovessi segnare una data in cui tutto finì, questa la fisserei in data 13 agosto 2006. Ora vi spiegherò i motivi di quanto ho appena detto, fermo restando il fatto che quell'avvenimento non fu che la punta dell'iceberg di un qualcosa che scricchiolava già da tempo.

Emperor

Essendo sempre il più breve e conciso possibile, cercherò di esaminare il tutto in poco spazio, perchè ormai con internet tutti sapete come sono andati certi fatti, e quindi un altro articolo sulla storia del black metal credo possa interessare ben poco, però qualche piccolo aneddoto devo riportarlo per forza, altrimenti si capirebbe poco. Con la seconda ondata del black metal, che potrei ipoteticamente far iniziare nei primissimi anni Novanta con band come Darkthrone, Immortal, Emperor, Gorgoroth e Mayhem, la scena sputò fuori alcuni degli album più seminali del genere, e tutti partoriti da band che, in precedenza, comprese le band che ho citato, facevano un altro genere, chi più chi meno. Indubbiamente l'influenza di Euronymous e la sua avversione a certo death metal e correlata attitudibe "fun" contribuì in maniera decisiva a indottrinare certi giovani musicisti a cambiare rotta stilistica e look, così come contribuì, con le sue idee estreme, a causare tutto il putiferio che avvenne in quel periodo, e che tutti oggi conoscono grazie ad un ripasso veloce del libro "Lords Of Chaos" (che bella cosa il black metal formato Bignami "For Dummies"...). Nonostante le varie incarcerazioni e alcune carriere che andarono un po' a singhiozzo proprio per questi motivi (o comunque il tutto affrontato reclutando nuove leve al posto dei musicisti chiusi al gabbio), il black metal in generale continuò la sua corsa verso l'estremo con una sfilza di album magnifici e maledetti ("De Mysteriis Dom Sathanas", "In The Nighside Eclipse", "Nemesis Divina", "Pure Holocaust", "Det Som Engang Var", "Transilvanian Hunger", "Antichrist"), e i musicisti per qualche anno continuarono a recitare la parte dei più cattivi in circolazione. E a dire il vero, vista la scena piena di mattoidi che c'era al periodo, direi che ci riuscirono bene, ma non dimentichiamoci ovviamente degli approfittatori della domenica, che sfruttarono il tutto a proprio tornaconto.

Darkthrone
Ma quando, verso la fine degli anni Novanta, le band principali del genere cominciarono a sfornare dischi più tecnici e all'avanguardia tutto cominciò a cambiare. Basti solo pensare che i Satyricon con "Rebel Extravaganza" (1999) andarono in tour con i Pantera, tanto per dirne una. Insomma, i ragazzetti cattivi si erano un po' rotti le palle di fare dentro e fuori dal gabbio, e maturando come uomini e musicisti sentirono l'esigenza di cambiare qualcosa anche a livello musicale. Cosa più che lecita, tutti cresciamo. Ed è qui che il black metal cominciò a creparsi, ed è qui che i suoi protagonisti, visti anche i crescenti dati di vendita, si uniformarono ad uno stile visivo non dico commerciale, ma di sicuro molto più stereotipato. Insomma, prima avevamo i crminali che suonavano anche, ora avevamo i musicisti più saggi che in gioventù avevano fatto qualche marachella di troppo, plagiati a loro dire da Euronymous (ma poi smentiranno anche questo, anzi smentiranno tutto).

Gorgoroth

Il black metal ovviamente esiste ancora oggi e c'è da dire che ancora propone qualche volta dischi di spessore sia artistico che ideologico, ma ho come l'impressione che sia più un trend che un sentimento di ribellione, come lo era in passato. I musicisti dell'epoca, come accennavo, oggi nelle interviste hanno rinnegato tutto ciò che era stato, forse più per vergogna di quanto fossero all'epoca dei piccoli nerd in cerca di notorietà attraverso atti criminosi, ma per uno attempatello come me, non la danno a bere fino in fondo. Quella scena faceva paura, e nonostante i suoi protagonisti all'epoca fossero molto giovani, certe volte leggere le loro confessioni era agghiacciante. Parlavano di omicidi efferati con una sfacciataggine e crudeltà incredibili. E contate che certi ceffi come Bard Faust degli Emperor o Jon Nödtveidt dei Dissection le fecero grosse, massacrando dei poveri cristi la cui colpa era solo che fossero omosessuali, e si tennero il segreto per mesi e mesi continuando le loro attività come nulla fosse (non cito Vikernes, che fu beccato quasi subito). Ed è questa la cosa più agghiacciante che denota una freddezza caratteriale senza rimorsi da veri killer seriali.

Immortal

Ed è proprio con la morte di Jon Nödtveidt che, secondo me, si mise la parola fine ad un certo modo di intendere il black metal. Chiunque sappia di cosa sta parlando e conoscendo i fatti, sa che Nödtveidt finì in carcere verso la fine del 1997 per l'omicidio di un omosessuale trentottenne (Josef Ben Moddour) e che fu condannato per concorso in omicidio assieme ad un certo "Vlad" (colui che sferrò il primo colpo di pistola alla schiena, mentre l'ultimo spettò a Jon). Sconterà una pena fino alla sua uscita dal carcere ad ottobre del 2004. Appena uscito riformò i Dissection e fece un tour mondiale, il "Rebirth of Dissection" tour, con una line-ip totalemente rinnovata. Nel 2005 venne pubblicato il controverso nuovo e ultimo album"Reinkaos", anticipato dal singolo "Maha Kali". Nelle interviste realizzate dalla stampa sia in carcere che subito dopo la sua scarcerazione, l'ormai uomo fatto e finito Nödtveidt non dimostrò mai nessun pentimento, in quanto secondo lui "il passato è solo una fonte di conoscenza, nient'altro, è qualcosa che non puoi cambiare. Le uniche cose che puoi cambiare sono il presente e il futuro". Tutto vero, ma la parola "pentimento" non è mai uscita dalla sua bocca. Fortemente legato al movimento MLO (Misanthropic Luciferian Order), e pare fondato prima della galera proprio da lui, il cantante ne seguiva ogni dettame, fino ad arrivare a compiere quello che per molti è un suicidio a sfondo religioso-satanico nel 2006, sebbene io pensi che la metà dei suicidi siano dubbi o comunque realizzati in circostanze e motivi poco chiari che solo l'interessato poteva sapere. La versione ufficiale racconta di un cadavere ritrovato con una ferita auto-indotta, inflitta da arma da fuoco, tra il 13 e il 16 agosto del 2006, circondato da candele disposte a simil cerchio e da un Grimorio Satanico vicino a lui (la Polizia parlò di una Bibbia Satanica di Lavey, ma la band smentì, in quanto Jon era adepto del MLO e non apprezzava la quasi buonista retorica di Lavey).

Satyricon

Ecco, qui per me muore il vecchio concetto di black metal. Perchè dico questo? Perchè in seguito reputo che il genere si sia solo ripetuto, il più delle volte stancamente. Non ci furono più album epocali come quelli dei primi-metà anni Novanta, e soprattutto cominciarono a dilagare vari trend (comunque già esistenti anche se più "silenti") che sputtanarono il black metal e il suo concept originario. Si iniziava a fare lo slalom tra depressive BM, unblack metal, shoegaze BM, War BM, NS BM, anti NS BM e chi più ne ha ne metta. Ora, io non dico che tutti questi filoni non abbiano portato a noi almeno una manciata di buoni album, ma nessuno era più davvero "dentro la cosa". Se si esclude qualche episodio sporadico (ma insomma, la gente in generale si ammazza e ammazza il prossimo ovunque, senza la scusa del satanismo o insanità mentale), il black metal è diventato un genere solo e soltanto musicale. Con dei buoni interpreti tra l'altro, ma senza quel pizzico di follia e malvagità che c'era all'inizio. E tutto quello che era stato, è stato smentito proprio dai suoi autori principali, quindi cosa rimane? Rimane adesso il trend de "frati cappuccini black metal" che in gente come i Batushka trova i suoi massimi interpreti (e già questo dovrebbe essere preoccupante). A parte questo sento omaggiare altre realtà come MGLA, che onestamente reputo davvero poco convincenti e lontane dalla paura che questo genere dovrebbe suscitare. In più, abbiamo varie telenovele e piccole scaramucce tra i componenti di band a condire un movimento che è diventato più un qualcosa di simile al Carnevale che al Metallo Nero. Gente come Jon Nödtveidt saliva sul palco vestito normalmente ma bastava un suo sguardo e un suo urlo per trafiggere l'ascoltatore con una spina carica dell'ira del Demonio, e dovevi essere fortunato se dopo non dovevi essere esorcizzato. Io stesso vidi la band live a Codevilla (Pavia) nel 2004 e quando vidi Jon aggirarsi per il locale, sorridente, a firmare autografi e fare foto, notai nei suoi occhi quella luce diabolica che ti riportava a quando tutto ciò era normale nel black metal, a quando al solo sentire nominare alcuni esponenti, un brivido ti passava lungo la schiena.. E la cosa bella è che lui aveva un look normalissimo ed era gentile con tutti, ma la sensazione era comunque che dietro quegli abiti e atteggiamenti amichevoli, era meglio non far risvegliare in lui quella pericolosità che l'ha accompagnato durante tutti i suoi giorni.

Dissection

Come dicevo, il black metal oggi ha molti interpreti di livello, ma il tutto è morto con quello sparo nel 2006, che ci ha portato via uno dei maggiori esponenti del "per fare sul serio non servono trucchi speciali". Adesso possiamo tornare ad ascoltare black metal, ma da quel momento per me non è più stata minimamente la stessa cosa. Non dico fosse meglio o peggio, ma era decisamente un'altra cosa. E oggi il black metal non fa più paura a nessuno (quando non viene addirittura schernito), perchè non abbiamo più la materia prima, ovvero personaggi capaci di interpretare con disinvoltura e naturalezza la malvagità. 

(nella foto, Jon Nodtveidt dei Dissection, in una delle sue ultime apparizioni live)


Articolo a cura di Sergio Vinci

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