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SHINDA SAIBO NO KATAMARI "Saibogu" (Recensione)


Full-length, Obliteration Records 
(2019)

In fondo, è di bands come questa che il genere ci campa...provengono dal Giappone (Tokyo per essere precisi), ma suonano come se venissero dagli USA. Anzi no, forse è sbagliato fare un paragone del genere, perché anche se il metallo estremo (come tante altre cose metalliche) è nato nei paesi anglofoni, adesso è sicuramente ben radicato anche in Asia, ed anche se dei nomi veramente di punta asiatici non ce ne sono (almeno a livello mondiale), sentire del death metal provenire dal sol levante non è certo una rarità. 

La prima cosa che balza in mente è che il terzetto nipponico ama fare le cose come le faceva la nonna: in molti si lamentano del fatto che il death metal si è fatto sempre più pulitino, negli ultimi anni, con una netta prevalenza della tecnica sulle atmosfere e sulla sostanza – per non parlare dell'ostilità che si nutre per quello che è il fenomeno di punta (almeno in termini di popolarità) del death, ovvero il deathcore. Beh, i Shinda Saibo No Katamari considerano il death metal come un genere che deve innanzitutto servire a disgustare: se il vomito fosse un film, loro ne sarebbero la colonna sonora, dicevano dei Cannibal Corpse, ed è proprio a questa scuola che i tre deathsters appartengono. Di tecnica ce n'è tanta, nelle otto tracce di questo long ep (o forse è più da considerare un breve full length?), ma non se ne dà mai sfoggio eccessivo, coperta com'è da una produzione grezza e brutale, che come una coltre elimina qualsiasi brillantezza eccessiva. L'interpretazione vocale è da perfetto manuale del topo in gola, ed i riff sono sempre alla ricerca della dissonanza, della stortura, in un gioco al massacro in cui le velocità sono, tutto sommato, abbastanza contenute per il genere, ma in cui ogni facile melodia è assolutamente bandita. 

Qualitativamente è chiaro che non ci troviamo di fronte ad un capolavoro od un caposaldo del genere, ma si tratta comunque di un lavoro che da sfoggio di idee molto chiare su quello che vogliono suonare e che lo fa con assoluta classe e dignità. PS poi qualcuno mi spieghi perché la (bellissima) copertina con un polpo che gioca a bowling alla presenza di altre mostruose creature marine... 

Recensione a cura di Fulvio Ermete
Voto: 71/100

Tracklist:
1. Gekiryusou
2. Kagutaba
3. Saibogu
4. Asakusa Gutter
5. Gougani
6. Yashigani
7. Baidoku
8. Futanari

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