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EGOSYSTEMA “Distance” (Recensione)


Full-length, Independent
(2019)

Gli Egosystema sono una band piemontese che con questo "Distance" arriva al suo secondo full-length in carriera. Sin dalle prime note della song posta in apertura e chiamata proprio "Distance", la band dimostra una maturazione degna di nota e uno stile musicale che sta un po' stretto in qualsiasi confine sonoro. Se è vero che la band poggia la propria proposta sul progressive rock/metal, è anche vero che la componente alternative metal è ben presente, spostando l'asticella della band verso un sound articolato, potente quando serve, ma nella sua totalità molto sfaccettato e al passo coi tempi. Ciò è evidente ancor di più nella successiva "Colors" che si apre con dei bellissimi inserti di tastiera, per proseguire inaspettatamente con un hard rock quasi "futuristico" e dai toni apocalittici. 

La prestazione della band è davvero di ottimo livello; Riccardo Lorenzini (Vocals), Luca Birocco (Lead Guitar), Davide Porcelli (Bass) e Erik Nalin (Drums) sono tutti musicisti preparati, ma a mio avviso tutte queste brillanti idee sono portate ad un livello superiore grazie all'ottima prova dietro i tamburi di Erik, batterista fantasioso e dotato di ottima tecnica, che sa imprimere la sua personalità con vari pattern, dalla doppia cassa a tempi a volte imprevedibili. Il cantante Riccardo Lorenzini a mio avviso offre una buona nell'insieme. Il suo timbro e le sue parti aggressive mi hanno un po' ricordato il compianto Chester Bennington dei Linkin Park, e di per sè questo è a mio avviso già un grande pregio. E tutto sommato la band potrebbe rimandare a quel tipo di sound quando si sposta più sul rock alternativo, tipo in "Don't Judge Me", se non fosse che in questo caso ci troviamo di fronte ad una band decisamente più varia e con tante influenze derivanti dal prog metal, che in ogni caso anche quando rimangono più "silenti", sono comunque avvertibili. In questo senso basti ascoltare l'interessantissima "Open Your Eyes" per capire cosa intendo, perchè in questo pezzo la carne al fuoco è davvero molta, sia a livello di arrangiamenti (con tastiere sempre in primo piano) e sia come strutture, che sono sempre variabili e mai statiche.

Abbiamo spazio anche per un episodio più malinconico e "radiofonico", come "Elisabeth", che ci fa vedere un lato intimo della band, ma non per questo scontato. La chiusura vede riff granitici e molta melodia. "Joseph" è un episodio dove forse l'impronta dei Dream Theater è abbastanza evidente.
In definitiva questo "Distance" appare come un validissimo disco di metal moderno, non stereotipato e con diversi spunti interessanti, i quali sono ben inseriti nel tessuto sonoro dei Nostri, tanto che non risultano mai fuori luogo, e formando una pasta sonora omogenea e del tutto originale, pur nella sua fondamentale facile fruibilità. Perchè in fondo questi pezzi sono indirizzati ad una audience molto ampia e potrebbero raccogliere ascoltatori provenienti da diversi mondi musicali. Ma sostanzielmente è un'opera di rock duro e alternativo, quindi chi adora questo tipo di proposta si faccia avanti, e molto probabilmente sarà accontentato!

Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 75/100

Tracklist:
1- Distance
2- Colors
3- Don't judge me
4- Open your eyes
5- O.C.D
6- Forever
7- Elisabeth
8- Get along
9- Joseph
10- Room Of Mirrors

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