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ALICE IN CHAINS "Facelift" (Recensione)



Full-length, Columbia Records
(1990)

Ci sono dischi che ti fanno scattare la scintilla dentro perché ti accorgi che suonano come vorresti. In tutta spontaneità, vi dico che l'esordio discografico degli Alice in Chains ha uno spazio particolare nel mio cuore. Da alcuni considerato acerbo sotto alcuni aspetti, rappresenta invece un ottimo equilibrio tra Heavy Metal, Hard Rock, pastoso sound Grunge e brevi incursioni nel territorio del Funk. 

Il tutto portò qualcosa di originale nel panorama rock dell'epoca. Qui siamo di fronte ad una band di signori musicisti, caratterizzata soprattutto dall'inconfondibile voce di Layne Staley. La partenza è affidata alle chitarre a rasoio di "We Die Young", il timbro vocale di Staley viene fuori nella sua disperata espressivita'. Con "Man In The Box" viaggiamo su tempi pesanti e cadenzati. La voce crea lo stacco giusto con un refrain che entra subito in testa. Jerry Cantrell inserisce un bell'assolo di chitarra, seguito da un sublime Staley negli acuti. "Sea Of Sorrow" e' una traccia che mi fa impazzire dall'emozione perché risulta catchy nella melodia ed i suoni sono molto ad effetto. Specialmente la Batteria di Sean Kinney ha una profondità di sound incredibile. Il quarto brano "Bleed The Freak" è un altro brano vincente, Staley canta come se stesse recitando un dolore interiore ma è l'insieme ad essere coeso magicamente. Arpeggio iniziale elegante accompagnato da una bella linea di Basso, questa è l'introduzione del brano "I Can't Remember". Grande pathos da parte del solito Staley. Siamo a "Love, Hate, Love" dove Staley si supera per la drammaticità che emerge dal suo cantato sofferto. Il Basso di Mike Starr è un pendolo inesorabile nel dettare i tempi. "It Ain't Like That" e' ruvida ed ipnotica nell'andamento. Non la migliore traccia ma certamente più che decente. Sono relativamente sorpreso da "Sunshine" che ci mostra la band di Seattle in un insolito Funk/Hard Rock, poi è la voce di Staley a condurre il brano su una certa linearità. È un brano che dà un tocco di solarità all'album. Si prosegue con "Put You Down" che evidenzia ancor più l'esperimento Funk/Hard Rock della traccia precedente. "Confusion" comincia lenta e sembra presagire a qualcosa. In effetti c'è la voce di Staley che cresce d'intensità e con essa il pezzo. La melodia del ritornello centrale è breve ma indovinata. 

Nella penultima "I Know Somethin (Bout You)" si ripresenta l'ingrediente Hard Rock, specialmente nel suono di chitarra. Abbiamo nuovamente una ritmica funkeggiante ma ormai è una gradita sorpresa. Staley spicca sempre per intensità vocale. La tracklist termina con "Real Thing" che ha un approccio più grintoso, con Staley che canta deciso e sanguigno. Ricordo di essere rimasto impressionato da "Facelift" quando uscì , a distanza di trent'anni mi suscita sempre una bellissima emozione ascoltarlo. 

Andrea Bottoni
Voto 85/100

Tracklist:
1. We Die Young
2. Man in the Box
3. Sea of Sorrow
4. Bleed the Freak
5. I can't Remember
6. Love/Hate/Love
7. It ain't Like That
8. Sunshine
9. Put you Down
10. Confusion
11. I Know Somethin' ('bout you)
12. Real Thing

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