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Mens immota Manent: THE BLACK (Intervista)


Risponde Mario "The Black" Di Donato

1 - Ciao Mario e bentornato sulle pagine di Heavymetalmaniac.it. Partiamo dalla fine. Ci puoi raccontare la genesi di un album come Ars Metal Mentis. Quali sono state le fonti di ispirazione tematiche e musicali dietro questo lavoro? 
Quando compongo musica non lo faccio mai a caso, tutto ha un fine, un discorso chiaro da sempre, unire un mio stato d'animo le mie immaginazioni del momento in ogni singolo pezzo per avere alla fine un quadro in musica che rappresenti in pieno quello che è l'unione tra arte e Metal (Ars Metal mentis). Così è stato per " Ars Metal mentis", lavoro che secondo me racchiude come in un museo alcuni pezzi essenziali per descrivere alcune tematiche importanti che da anni volevo descrivere con la musica, come l'omaggio a Francesco Paolo Tosti, al Decamerone del Boccaccio, ai miei lupi delle montagne di Pescosansonesco, e soprattutto un omaggio all' Ars Metal mentis, frutto di questo nuovo genere mondiale da me inventato e che mi ha portato con il progetto The Black a rappresentare un prodotto unico e radicalmente ancorato all' Italia 

2 – Quanto tempo ha richiesto la creazione di questa nuova opera, se pensiamo che dal precedente Gorgoni sono intercorsi diversi anni? 
Ho cominciato a scrivere i pezzi i primi 6 pezzi di Ars Metal mentis nel 2014, poi gli ultimi quattro dal 2017 al 2019 (castrum pesculum, Decameron e malatempora) logicamente per arrivare alla pubblicazione del 2020; lungo il percorso ci sono stati cambiamenti sia nei testi che per gli arrangiamenti, tutto ciò maturato soprattutto sui palchi dei nostri live in tante prestigiose manifestazioni sia in Italia che all'estero. Questi 6 anni trascorsi dalla prima impostazione sono comunque serviti a migliorare tutto ciò che sembrava poco adattabile e meno efficaci di quest'ultima registrazione. 

3 – Quale responso ti aspetti dalla critica e del pubblico? Quali sono stati fino a questo momento i feedback ricevuti? 
Abbiamo ricevuto, già da poco tempo dell'uscita dell'album, responsi a dir poco esaltanti. Non solo per le musiche, ma anche per la copertina di Ars Metal mentis ( che mi dà molta soddisfazione); tutto ciò vuol dire che doom e arte rispecchiano perfettamente tale lavoro come era mia intenzione, per celebrare la grande L'invenzione di The Black. Mi aspetto dalla critica un vero e solo riconoscimento, che questo lavoro sia collocato per la storia del Dark Doom internazionale, come esempio unico e raro di un discorso molto personale e che ha poco a che fare con una realtà che tutti conosciamo ormai da sempre. Ma l'Italia è capace di capire tutto ciò oppure sarà come da anni che i soli e veri artisti, sono solo stranieri? 


4 – Possiamo considerare Ars Metal Mentis la summa stilistica dei The Black? Cosa lo differenzia dalle precedenti produzioni? 
Sicuramente Ars Metal mentis vuole riassumere tutto il percorso dei The Black dal 1988 ad oggi, questo lavoro va visto come un libro d'arte, come un catalogo culturale che racchiude e descrive in particolare personaggi e luoghi dell'Abruzzo e dell'Italia intera . E' evidente che sono molto legato alla mia terra nonostante i grandi casini che i nostri politici molte volte per i loro errori ci fanno pagare, questo però non annulla l'enorme patrimonio artistico e la cultura infinita che esplode nel vedere le magnifiche opere d'arte e l'immenso tesoro patrimoniale conservato da secoli nel nostro territorio. Io, innamorato di tutto ciò da sempre, sfrutto la macchina The Black per ricordare e mettere a fuoco tutto quello di cui nessuno deve mai privarsi e sottovalutare. Queste infinite preziosità tricolori che il mondo ci invidia sognando, appartengono felicemente a ognuno di noi e alla cultura generale di tutto il pianeta 

5 – Parlando del momento particolare che stiamo vivendo, cosa pensi di questo virus che in qualche modo sta impattando in modo drammatico in tutto il mondo? Quando tutto passerà secondo te, che mondo ci troveremo a vivere? Sarà cambiato qualcosa o tornerà tutto uguale a prima? 
Cosa vuoi che ti dica Mister Daniele, Non mi sarei mai aspettato che nel XXI secolo potesse accadere tutto ciò, è molto difficile sconfiggere un nemico invisibile, Il mio unico sfogo è stato quello di dipingere una ventina di opere sul "coronavirus", drammatiche e velenose, che possono descrivere solo con la mia fantasia la tragedia irreale di questo maledetto evento, raffigurando mostruose figure, enigmatici simboli in sterminate allucinanti campi e città di morte. Se prima o poi finirà, sono sicuro che la nostra vita non sarà mai come prima, la paura e la crisi economica post covid sarà per noi un vero problema, spero solo che questa infame esperienza ci porti soprattutto a valorizzare di più l'affetto, la stima e il rispetto degli altri, che a mio avviso ultimamente tanto è mancato.


6 – I The Black provengono da una regione poco nota per il movimento metal. Quanto Abruzzo c’è dentro la musica della band? Penso a titoli di album come Abbatia S. Clementis o Capistrani Pugnator. 
In effetti anche se proprio qui a Pescara si sono create parecchie formazioni Metal già dagli anni 80, sembrano sconosciute nel panorama italiano e non, forse per motivi legati alle band che non hanno avuto la fortuna di trovare un buon contratto discografico e quindi una efficace distribuzione e promozione dei propri lavori. Io personalmente ho sempre visto e voluto il successo come una missione, un qualcosa da curare in ogni dettaglio con serietà e credibilità. Ho formato le varie mie band nel passato ( respiro di cane, ut unrealTerror e Requiem )con precisi scopi e vie da seguire,cercando gli elementi delle varie formazioni minuziosamente, fino a scegliere il musicista adatto e credibile per ognuno di questi progetti. Come potrai immaginare The Black è una creatura che ha un po' di tutto delle passate band, ma ha soprattutto la missione di descrivere nell'ambito della musica heavy metal l'arte In genere, e questo come tu hai notato l'ho portato magnificamente a termine con 10 album in studio di The Black, quattro album con Requiem e con l'album con i miei primi Unreal Terror "Heavy and Dangerous" del 1984 che ha dato vita circa 35 anni fa a tutto l' Ars Metal mentis di oggi 

7 – Una curiosità. I The Black da sempre utilizzano il latino. Questo vi ha permesso da sempre di distinguervi nel panorama musicale mondiale. Quali sono state le motivazioni che vi hanno spinto in questa direzione? 
Ho allontanato I mitici Requiem dai miei pensieri proprio perché il cantato in inglese non lo sopportavo più; sentivo che allontanava sempre di più il marchio italiano che io volevo, e allora ho pensato di formare The Black con il cantato in latino la nostra lingua madre che ci avrebbe fatto distinguere da tutti a livello internazionale ,considerando che tutti 10 album di The Black hanno titoli e cantate in latino. Questa è la vera forza della band, una vera rivisitazione dell'immenso impero romano, che con guerra e conquiste sanguinose ha anche portato in tutto il mondo moduli di civiltà assoluti ancora oggi visibili e osannati da tutte le civiltà contemporanee. 


8 – Se oggi provassi a fare un bilancio della storia dei The Black, quale sensazione, e con quali parole la descriveresti? 
Solo se penso che ci sono voluti almeno 25 anni per far capire la gente chi è The Black e che cosa fa per interessare tanti fan io stesso mi spavento, ma dopo tante tempesta esce sempre il sole e allora a volte mi meraviglio se vedo dal palco concerto ragazzi fermi, affascinati, quasi storditi da questo Sound che raccoglie l'emozione e il misticismo più scuro. Tutti i post concerti sono un rito, decine e decine di persone che aspettano per autografi e foto ma soprattutto aspettano di vedere e di parlare almeno una volta nella vita con The Black... è tutto. 

9 – Chi è oggi il pubblico che segue i The Black? 
Logicamente tutti quelli che ascoltano dark o doom metal, persone di tutte le età e di tutti i generi musicali, specialmente quelle del progressive italiano, che trovano nei The Black sonorità a volte molto vicino al genere settantiano, ma la cosa più bella sono i live dove, alla fine di ogni concerto, ci rendiamo conto che tanti presenti sono diventati, in una sera fedeli fan di The Black.


10 – Anche questo album è uscito per un’etichetta storica come la Black Widow. Trovo questo connubio davvero ben riuscito. Come descriveresti questa label ed il rapporto che vi lega? 
Circa 27 anni fa, quando il grande Gianni della Cioppa mi segnalò a Massimo Gasperini della Black Widow per diventare un gruppo della mitica casa discografica genovese, fui subito entusiasta. Dopo tutti questi anni ho potuto conoscere bene Massimo, Pino e Laura , e con loro oltre al rispetto l'amicizia si è creato un clima di stima e ammirazione reciproca. Sono persone molto colte, amanti dell'arte e delle cose originali, poi hanno un modo veramente professionale di lavorare, basta vedere la cura certosina che hanno nelle realizzazioni grafiche dei titoli discografici, proprio in Ars Metal Mentis , hanno messo (addirittura in circa 40 pezzi), delle mie originali opere litografiche autenticate e firmate... forse una cosa così artistica non l'ha mai fatta nessuna. Voglio anche segnalare che nel loro negozio genovese c'è la piccola pinacoteca d'arte di Mario The Black di Donato con circa una ventina di opere.... non ho altro da dire!! grandi!! 

11 – Anche la copertina di Ars Metal Mentis la trovo un’opera suggestiva, di una bellezza disarmante. Cosa ti spinge a dipingere opere di questa intensità? E quanto consideri importante la fusione della musica con l’arte pittorica? 
Il dipinto di Ars Metal Mentis si chiama "XXI secolo" ed è un olio su tela esposta in molteplici mostre d'arte nazionali dove, insieme ad ammirazione, ha avuto anche tante contestazioni per il contenuto!!! La mia pittura iniziata già dagli anni 70 è fatta proprio così complessa, per far sì che nello spettatore rimanga impressa nella mente l'opera e i colori usati, in modo di aprire in qualche modo un " cancello artistico " , magari nascosto da tanto tempo. La fusione tra arte pittorica e la musica rimane un'idea primaria e inevitabile, infatti le due arti riescono insieme a creare sensazioni astratte, ma essenziali per il dualismo "ars metal" costruito da The Black. Tra pochi giorni intanto uscirà il mio secondo libro di poesie liriche per la SG edizioni di Marco refe , a inizio 2021. 


12 – Appena finita l’emergenza Covid avete in programma di tornare a calcare i palchi per promuovere la vostra musica? 
Sì. Penso come tutti i musicisti, la forza e il messaggio che una band propone dal vivo sono irripetibili, poi , noi dobbiamo promuovere il nostro album partorito in un momento drammatico, ma comunque storico anche per questo 

13 – Vorrei concludere questa chiacchierata con te chiedendoti di raccontarci un aneddoto legato alla storia dei The Black. 
In tanti anni di concerti, di sale di registrazione, di prove e viaggi potrei raccontarti mille storie caro Daniele, ma mi limiterò a parlarti di un particolare concerto svoltosi a Vinchiaturo (Campobasso), dove i The Black erano stati invitati come ospiti d'onore, anche se la serata prevedeva l'esibizione di tutti gruppi Black Metal. Al nostro arrivo i ragazzi presenti non mostrarono grandi attenzioni per noi come in altre occasioni ( foto autografi ) , lo stesso batterista Gianluca Bracciale mi disse che aveva la sensazione che quando alla fine avremmo suonato sotto al parco ci sarebbero state poche persone ad ascoltarci.... Per farla breve, quando arrivò l'ora di suonare, sotto il palco non mancava nessuno, era tutto pieno.Il dopo concerto fu un trionfo mistico e soddisfacente, avevamo capito che la musica è universale e non esistono in molti casi disparità o bandiere di generi. 
Mens immota Manent (l'animo rimane saldo) 
Mario "The Black" Di Donato. 


Intervista a cura di John Preck

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