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LILYUM "Circle of Ashes" (Recensione)


Full-length, Broken Bones Records & Promotion/Vacula Productions 
(2021) 

"Circle of Ashes" è l'album che sancisce l'inatteso ritorno di una delle storiche formazioni del panorama black metal torinese, a tre anni dal suo scioglimento dopo tre lustri di onorata carriera, piombato con una furia nera e devastante come un fulmine a ciel sereno in questi albori di 2021, già molto promettenti per quanto riguarda la scena estrema nostrana. Stiamo parlando dei Lilyum, band fondata nel lontano 2002 da Kosmos Reversum, chitarrista dei marchigiani Byblis, e Lord J.H. Psycho (In Corpore Mortis, Phenris) che per lungo tempo ha visto la partecipazione alle vocals di XeS degli Infernal Angels. Il quartetto completato dal batterista Frozen dopo numerosi cambi di formazione ha pubblicato sette album in studio in meno di un decennio, distinguendosi per un sound in costante evoluzione ma ancorato alle atmosfere crude e tenebrose delle origini, volte a creare un vortice nero di sinfonie e di intrecci musicali alquanto diabolici. 

L'ottimo "Altar of Fear", pubblicato nel 2017, sembrava destinato ad essere la loro ultima oscura creazione, ma la recentissima rèunion dei due fondatori inaugura una nuova primavera per la band che speriamo possa essere altrettanto lunga e prospera come il suo glorioso passato. L'ottavo album in studio dei Lilyum, in uscita il 27 marzo per l'ucraina Vacula Productions, riprende da dove i Nostri avevano lasciato quattro anni fa, divenendo simbolo di una rinascita che intende proseguire il cammino intrapreso dai suoi predecessori senza tuttavia pretendere di esserne la naturale evoluzione. "Circle of Ashes", al contrario, interrompe la progressiva ricerca del duo di un sound definito e maturo che sembrava aver raggiunto il proprio apice con il precedente lavoro per riabbracciare le atmosfere gelide e cacofoniche delle origini, investendosi di un'inedita ferocia orientatata alla brutale espressione musicale del male senza volersi in alcun modo reinventare. Il lavoro è sporco e malvagio, nero come una notte senza luna, ma non privo di melodia e ricco di un bagaglio tecnico evidente, che prende forma attraverso un riffing tagliente e serrato e delle linee melodiche ben definite che rievocano le sonorità graffianti degli anni d'oro della seconda ondata, proponendo al contempo una dose di pura violenza d'ispirazione più moderna. "Cicle of Ashes" è forse l'album più diretto mai partorito dai Lilyum, una tempesta nera e diabolica che in quaranta minuti risveglia dal torpore abissale le più immonde creature immaginabili.

Ad aprire il lavoro troviamo la violenta "Exilia", la cui furia devastatrice è anticipata da un riffing di Kosmos Reversus gelido e oscuro a cui fa sèguito lo scream cavernoso di Lord J.H. Psycho, in un blast-beat veemente su cui piombano tastiere tetre ai limiti del noise a rendere l'atmosfera ancora più opprimente; un riffing serrato nel mid-tempo di metà brano conduce ad un'accelerazione in cui il lamento del vocalist si fa gutturale e vomitato, quasi inumano. Ben più sinistra e malata è la successiva "Howling Ruins Fall Silent", aperta da un riff tetro e disturbante su cui domina voce inizialmente "thrashy" che assume poi contorni alieni e demoniaci, prima di una cupa accelerazione dalle eco ambient/noise; un lugubre intermezzo acustico anticipa il riffing melodico del blast-beat finale, in una conclusione in crescendo di violenza e malvagità. Il susseguirsi dei freddi e taglienti riff della breve ma diabolica "Burn the Page" precede la ben più lunga "Through Vaults of Wounded Light", introdotta dalla chitarra acustica di Kosmos Reversus e dalle tastiere lugubri di Lord J.H. Psycho, su cui si scaglia tutta la furia di un blast-beat disarmante dal riffing cupo e tenebroso e dal cantato catacombale; un intermezzo noise dai contorni industrial anticipa la furia del finale, caratterizzato da chitarre cupe e da una voce che si fa in chiusura sussurrata e malata, come una lontana eco di orrori inenarrabili che oltrepassano le dimensioni del tempo e dello spazio. Gli oltre otto minuto e mezzo di "Titanomachy Revived" inaugurano una seconda parte di album più atmosferica e melodica, ma sicuramente non meno oscura: il riff sinistro che segue l'aggressività iniziale disegna melodie cupe ed opprimenti, facendosi vagamente epico prima di un blast-beat atmosferico su cui le chitarre si ergono taglienti e decise fino all'assolo che anticipa il finale ambient/drone, cadenzato da una batteria che ricalca le ipnotiche ritmiche di un tamburo ancestrale. 

A chiudere il lavoro troviamo la superba title-track, guidata da un memorabile ed oscuro riff old-school e da una ferocia quasi mai domata, su cui si scagliano lo scream sporco e malvagio del vocalist e le gelide chitarre del polistrumentista, fino ad un mid-tempo dal riffing serrato e dalle tastiere ambient a creare un'atmosfera pregna di oscurità e di epicità; il finale è affidato alle fredde armonie delle chitarre, che cavalcano maestosamente fino ad un assolo tragico e coinvolgente di rara bellezza, prima di una chiusura claustrofobica tra il drone e l'ambient. "Circle of Ashes" si rivela all'ascolto in tutta la sua brutalità, carica della violenza del blast-beat e di un riffing serrato e deciso, talvolta atmosferico ai confini dell'epicità, arricchita da tastiere che creano intorno al sound una cornice tragica e disturbante che sembra riprendere la sua malvagia essenza dal diabolico album di debutto "Ultimatum", datato 2009. I Lilyum tornano sulla scena per gridare tutta la loro voglia di rivalsa e per riprendere da dove avevano lasciato, facendosi cavalieri di un black metal marcio e diabolico dai forti richiami old-school rivisto in una chiave più moderna e non privo delle atmosfere opprimenti che hanno contraddistinto i lavori precedenti. "Cicle of Ashes" è il manifesto del loro ritorno, che ci auguriamo possa essere definitivo anche in una formazione a due che è del resto quella delle origini, di quel lontano 2002 in cui tutto è cominciato, le cui eco ancora si odono a così tanti anni di distanza tra le gelide note di questo nuovo capitolo della loro oscura saga. 

Recensione a cura di Alessandro Pineschi
Voto: 80/100

Tracklist:
1. Exilia 
2. Howling Ruins Fall Silent 
3. Burn the Page 
4. Through Vaults of Wounded Lights 
5. Titanomachy Revived 
6. Iron Thrones Atop Kingdoms of Dust 
7. Circle of Ashes

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