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Pura chitarra metal: DAMIANO BIASUTTO (Intervista)


Ecco a voi Damiano Biasutto, un artista che seguiamo da tempo su queste pagine virtuali, avendo recensito i suoi due ultimi lavori: "Dangerous Railway" e il recentissimo "Powered By Steel". Molto abile con la sei corde, Damiano Biasutto però si districa molto bene anche con altri strumenti, e infatti i suoi album sono interamente suonati e prodotti da lui. Buona lettura!

01 – Ciao Damiano. Per iniziare questa nostra chiacchierata ti chiederei di parlarci un po’ della storia del tuo progetto musicale dagli inizi ad oggi.
Iniziai la mia carriera (non so la data precisa) verso la fine del 2015, tra novembre e dicembre. Nel 2016, dopo qualche idea per mettermi in proprio, incisi il mio primo album "Evocation of Restlessness" e, inaspettatamente, ha avuto un buon successo nonostante lo autocriticai come mediocre. Ci vollero tre anni e l'unico singolo uscito nel 2018 "Thunderdance", per pubblicare il mio primo vero album "Minstrel of the Dark"; dopodichè arrivò subito dopo "Dangerous Railway" e, un anno dopo, l'ultimo "Powered by Steel".

02 – Sei al terzo album in tre anni con l'ultimo "Powered by Steel". Viene da pensare che la tua sia una esigenza quasi fisica nel comporre e che le idee non ti mancano. Tu come vedi dall'interno la tua prolificità?
Il mio sistema per essere prolifico è pensare al futuro su quello che voglio fare, ed è un metodo di organizzazione e pianificazione dei progetti che mi ha dato buoni risultati. Ad esempio nel 2017-18, quando lavoravo al singolo, sapevo già cosa fare con "Minstrel of the Dark" e addirittura anche con "Dangerous Railway" (ovviamente durante i lavori cambiavano i piani, sia per anticiparli ma anche per spostarli in progetti futuri). Oggi, con Powered by Steel, so cosa voglio fare per i prossimi anni, come farli e come organizzarmi per i lavori. Sembrerà una cosa assurda dire anche questa cosa ma, ho pensato anche quando smettere; ovviamente non so predire il futuro perché l'avvenire può celare sorprese, non si sa mai.

03 – Come nasce un album come "Powered by Steel"? Quanto tempo hai impiegato per scriverlo ed arrangiarlo?
"Powered by Steel" è un lavoro al quale ho puntato molto per esprimere il concetto di forza e potenza del metal nel modo più genuino e puro possibile. Rispetto agli altri album quest'ultimo è, in parte assieme anche a "Dangerous Railway", il lavoro che cattura maggiormente l'essenza del genere. L'avevo iniziato poco dopo "Dangerous Railway" e l'ho completato in un anno esatto.

04 – Durante l’ascolto di "Powered by Steel" si sente il tuo amore verso il metal tradizionale e verso alcuni dei più grandi guitar hero. Pensi che le tue influenze siano più o meno queste o c'è dell'altro?
Si, le mie influenze sono queste che mi avete riportato. Ovviamente, oltre all'ispirazione, cerco sempre di mettere le mie capacità al primo posto.

05 – Vivere in Friuli quanto influenza la tua musica? Pensi che la zona geografica da cui proviene un artista influenzi il suo modo di comporre?
Non è tanto la questione di vivere in Friuli ma di come funziona la tua psiche e il tuo carattere e, soprattutto, come vedi il mondo. E' assolutamente normale essere influenzati dai luoghi di provenienza e dalle zone geografiche, altrimenti non avremmo tutti i generi e tendenze musicali popolari delle nazioni e dei continenti che vanno avanti di generazione in generazione.

06 – Come sono stati i riscontri della critica per il tuo precedente album "Dangerous Railway"? E questa volta cosa ti aspetti?
I riscontri della critica di "Dangerous Railway" tutto sommato sono stati buoni, a parte la solita critica del "peccato che non ci sia una voce, così avrebbe esaltato di più i brani". Per "Powered by Steel", ho già visto comunque altre recensioni appena pubblicate, a parte la qualità differente sono certo che riscontrerà la stessa critica con le stesse votazioni.

07 – Come pensi di di promuovere il tuo nuovo album? Pensi che la pandemia possa influire in qualche modo (positivo o negativo) in questo processo?
La promozione dell'album la faccio sempre per conto mio con i miei profili social e, vada come vada, la mia soddisfazione è sempre la creazione finita del mio lavoro e mai quanto vende o quanto è popolare. Pandemie, endemie, apatie, utopie, distopie, carestie, zie pie, invasioni aliene, guerre, dittature e venuta dell'Anticristo non mi interessano nel mio lavoro come compositore, è la gente che deve decidere cosa fare. Trarre positivamente dalle disgrazie non è mai una buona cosa e difatti, prima e dopo il Covid (A.C-D.C: così come Avanti Cristo e Dopo Cristo, c'è oramai Avanti Covid e Dopo Covid), non c'ho guadagnato moltissimo.

08 – Se qualcuno che sta leggendo l’intervista ed ha letto la nostra recensione fosse interessato ad acquistare il tuo album, come può fare? E' disponibile anche in versione fisica o anche digitale?
No, la versione fisica non c'è. C'è solamente la versione digitale, acquistabile su BandCamp nel mio profilo artista.

09 – A te l’ultima parola. Un saluto!
Mandi.


Intervista a cura di Redazione

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