Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

RAGE "Resurrection Day" (Recensione)


Full-length, Steamhammer
(2021)

I Rage sono una leggenda del power/speed metal non solo tedesco, ma a livello mondiale. Lo dicono i numeri: venticinque full-length e una carriera che dura da quasi quaranta anni se consideriamo anche la prima incarnazione della band col monicker di Avenger. Nonostante la loro carriera sia stata protagonista di innumerevoli cambi di formazione e di tanti tentativi in territori anche estranei al metal e molto vicini alla musica classica, oggi la band ritorna con prepotenza con questo nuovo "Resurrection Day", ad appena un anno di distanza dal precedente "Wings of Rage". L'unico membro storico rimasto è il cantante/bassista Peter "Peavy" Wagner e a lui si vanno ad affiancare, per questo nuovo "Resurrection Day", Stefan Weber e Jean Borman alle chitarre e Vassilios Maniatopulos dietro alla batteria. Quest'ultimo membro è presente nei Rage dal 2015, e quindi con questo ultimo album sale a quota quattro full-length nelle fila di di questa band.

Come si presenta questo nuovo "Resurrection Day"?. Innanzitutto molto bene sotto l'aspetto del sound, davvero molto potente e curato, sebbene un po' troppo omologato per gli standard odierni di certe produzioni metal, tutte un po' standardizzate. Sotto l'aspetto puramente compositivo la band ha optato per un album molto d'impatto, con diverse svisate in territori thrash metal. La base power metal rimane ben presente, soprattutto per quel che concerne il comparto vocale che appare sempre devoto al ritornello facilmente memorizzabile e melodico. Il fatto che la band sia passata da trio a quartetto ha a mio avviso portato delle soluzioni chitarristiche maggiormente variegate e si sente molto che la band punti molto sul riffing ficcante dei due nuovi arrivati. Questo fa in modo che la tracklist non abbia vistosi cali di tono e che riesca anche ad accontentare i fan di vecchia data ma anche nuovi potenziali ascoltatori, grazie ad un equilibrio perfetto tra aggressività e melodia. 

L'apertura bombastica affidata alla breve strumentale "Memento Vitae (Overture)" ci prepara al meglio ad un brano davvero bello e pieno di melodia come "Resurrection Day". In questo brano comunque si fanno notare accelerazioni notevoli che portano dritto ad un ritornello in pieno stile power metal. La successiva "Virginity" ha un riff portante davvero bello e potentissimo che è in pieno stile thrash, ma la band si fa "perdonare" nel ritornello, nuovamente melodico e di facile presa. "A New Land" è un pezzo non trascendentale, ma piuttosto buono e trascinante col suo piglio speed, mentre si torna a picchiare duro con "Arrogance and Ignorance". La costante finora, a parte qualche momento più veloce ed aggressivo è sempre stata la stessa: inserire ritornelli melodici su delle strutture molto poderose dei brani, e infatti la band furbamente, e con molto mestiere, piazza al sesto posto in tracklist un pezzo oscuro, dall'apertura affidata alle chitarre acustiche. Il pezzo in questione per me è uno dei più belli della tracklist, perchè finalmente osa in territori un po' meno prevedibili grazie ad un lavoro di chitarra davvero ispirato. Nonostante il ritornello sia sempre molto ruffiano, questo brano apporta qualcosa di diverso che finora non era stato approfondito, con un bell'assolo sul finale.

La seconda parte della scaletta ricalca tutti gli elementi della prima, a parte la folk metal song "Traveling Through Time" e la semi ballad quasi sinfonica "Black Room", ma la band piazza ancora due pezzi davvero notevoli come "Monetary Gods", pezzo che ha un riff iniziale quasi alla Pantera ma che successivamente prende strade melodiche molto belle da sentire, e soprattutto la conclusiva, velocissima "Extinction Overkill", pezzo che forse eleverei a migliore della tracklist, o perlomeno il più trascinante e oltranzista. In definitiva, questo è uno degli album heavy metal migliori usciti quest'anno. Tra l'altro in questo 2021 sempre dalla Germania è arrivato un altro discone come l'ultimo Paradox, quindi direi che la Germania ha piazzato due uscite di altissimo livello in ambito metal. E i Rage secondo me sono molto più convincenti in questi territori, ovvero dove non lesinano la loro potenza ed aggressività, ma sempre con un occhio puntato sulla melodia. Bentornati, immarcescibili Rage, e lo avete fatto con un disco che vi riporta indietro di quasi tre decenni ma con un sound "attualizzato". Molto bene!

Sergio Vinci
Voto: 80/100

Tracklist:
1. Memento Vitae (Overture) 01:14 
2. Resurrection Day 04:18 
3. Virginity 03:41 
4. A New Land 03:49 
5. Arrogance and Ignorance 05:00 
6. Man in Chains 04:36
7. The Age of Reason 04:22 
8. Monetary Gods 03:54 
9. Mind Control 04:14 
10. Traveling Through Time 04:13 
11. Black Room 04:49 
12. Extinction Overkill 05:52 

DURATA TOTALE: 50:02

Line-up
Peter "Peavy" Wagner: Vocals, Bass
Vassilios "Lucky" Maniatopoulos: Drums, Vocals (backing)
Jean Bormann: Guitars, Vocals (backing)
Stefan Weber: Guitars

Web:
Bandcamp
Facebook
Homepage

Nessun commento