Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

ANEURISMA "Inside My Rage" (Recensione)


Full-length, Ghost Record Label
(2021)

Per la mia generazione, quella che oggi ha raggiunto e superato le quaranta candeline, gli anni Novanta sono stati un periodo molto formativo a livello musicale. Abbiamo vissuto l’ultima rivoluzione musicale in ambito rock. Fino ad oggi quel periodo storico è stato accantonato nelle influenze di massa, si preferisce ancora dare uno sguardo indietro ai due decenni precedenti. Ma forse qualcosa comincia a muoversi anche nel recupero di certe sonorità ed atmosfere di quei Novanta. 

Gli abruzzesi Aneurisma, giungono al traguardo del proprio esordio dopo una gavetta iniziata dieci anni fa, esattamente nel 2011. Questo lungo lasso di tempo ha permesso alla band di sviluppare un proprio sound che si rifà palesemente a quel decennio. Quello che ne esce fuori è un lavoro che attinge a tutte le fonti rock che hanno contraddistinto quel periodo di forte fermento, soprattutto nel cominciare a mischiare in modo deciso diverse sonorità. All’interno di “Inside My Rage” è possibile addentrarsi a fondo in quell’alternative rock, che parte dal grunge ed arriva all’inizio del nuovo millennio abbracciando quel sound che va dai Foo Fighters ai Q.O.T.S.A. In mezzo a questo decennio di riferimento troviamo tutto quello che ha pulsato intensamente. Quindi non sorprende trovare in un pezzo come la bellissima “Come Undone” un riff iniziale con quel suono grasso alla Smashing Pumpkins, che ritroveremo più volte durante l’ascolto, svilupparsi poi in un ibrido che spazia tra gli Stone Temple Pilots ed una parte rappata alla Dog Eat Dog, tutto scecherato in modo naturale, senza forzatura alcuna. Ascoltare per credere. E questo scecherare ci porta ad incontrare certi R.H.C.P. con un suono più viscerale che ricorda certi TAD, con quel wah wah sanguigno che scalda l’anima in un pezzo come “Lost My Way”. 

La voce di Antonio Orlando è un elemento centrale di questa musica, una voce viscerale, grunge nel profondo, che a tratti ricorda il grande Kurt in modo convincente (Shame – Never Say). Come avrete intuito, quella proposta dagli Aneurisma non è una musica che si rifà ai tecnicismi, ma punta ad un certo groove, fatto di suoni ed atmosfere calde, che avvolgono durante tutto l’ascolto in modo piacevole e rassicurante. La semi ballad “Plastic Mask” riprende certe atmosfere più leggere ed acustiche alla Counting Crows, donando un momento di tranquillità nella parte centrale, prima che la rockeggiante “Insanity” riprende il ritmo con un bel riff, ispirato, che ci riporta su territori più vicini ai primi Foo Fighters. “Coma” è sicuramente il pezzo più personale tra quelli proposti, con il suo bel rock avvolgente, e la voce che raggiunge i momenti più intensi e viscerali. La lunga “I Don’t Think I Hate Myself” chiude in bellezza un album sanguigno fino al midollo! 

Album come “Inside My Rage”, seppure a tratti derivativi, denotano passione pura, quella che ti spinge a suonare, a sudare suonando, a fottertene delle mode, a guardare avanti, seguendo i tuoi gusti e risultando, alla fine dei giochi, veri. “Inside My Rage” è un album che consiglio a tutti quelli che hanno amato gli anni novanta e l’ultima rivoluzione rock. 

Recensore: John Preck
Voto: 75/100 

Tracklist:
01. Inside My Rage
02. Come Undone
03. Lost My Way
04. Shame
05. Never Say
06. Plastic Mask
07. Insanity
08. Waste
09. Coma
10. I Don’t Think I Hate Myself
11. Nitro [Instrumental]

Line-up:
Antonio Orlando - voce e chitarra
Luca Degl’Innocenti - basso e cori
Ettore Saluci - batteria

Web:

Nessun commento