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LORD AGHEROS "Koiné" (Recensione)


Full-length, My Kingdom Music 
(2022) 

Correva l'anno 1999 quando nel comune catanese di Giarre un musicista senza nome nè referenze che si faceva chiamare Gerassimos Evangelou dava forma al suo progetto solista Lord Agheros, fondendo black metal, ambient e musica sperimentale in un'unica amalgama di suoni onirici e mistici volti e penetrare le barriere occulte del cosmo, ove si annidano presenze oscure e demoniache. La storia della misteriosa one-man band siculo si è evoluta attraverso sonorità disparate e sfumature sempre più variegate, partorendo quattro album in studio in appena cinque anni per poi allentare nettamente la propria vena artistica; l'ultimo lavoro, "Nothing at All", risale al 2016 ed ha rappresentato la progressione del progetto verso un certo tipo di avant-garde metal dalle molte sfaccettature, toccando suoni e sottogeneri oltre il limite del definibile e dando una forma ancora più disturbante e delirante al genio creativo del suo fondatore. 

Dopo quasi sei anni di attesa Lord Agheros torna con il sesto album in studio dal titolo "Koiné", in uscita il prossimo febbraio; il titolo del lavoro attinge al greco antico e costituisce un riferimento alla lingua dell'età ellenica, fusione di greco classico e cultura orientale avvenuta in seguito all'espansionismo di Alessandro Magno. Allo stesso modo, i quarantadue minuti di durata dell'album suddivisi in otto inni al trascendente e all'onirico, intendono al contempo riprendere le influenze black metal della vecchia scuola proprie delle sue origini e rielaborarle in chiave sperimentale, attingendo tra le molte cose a sonorità tradizionali asiatiche. La ricetta proposta da Gerassimos fonde in un'unica essenza la cupezza di un doom/death dai sapori esoterici alla maestosità delle sinfonie da cineteca, accelerando talvolta fino al black old-school per poi rallentare in passaggi acustici struggenti, con una presenza dark ambient e avant-garde metal molto massiccia, veicolo di emozioni che oltrepassano il reale e sviscerano dal subconscio le più diaboliche creature mai ideate. 

Il lavoro si apre con le note delicate e sognanti di "The Prophecy", brano dominato da un soave cantato femminile in clean vocals a cura di Federica Catalano (voce della gothic metal band Lenore S. Fingers) e da suadenti effetti ambient, che si evolve in un doom/gothic cupo e disturbante. "The Walls of Nowhere" è aperta da una litania in cantato femminile dai sapori asiatici e da armonie di chitarra tra il gothic/doom e il post-industrial che si spalancano alla brutale accelerazione centrale, guidata dal riffing serrato e dallo scream diabolico del mastermind. Il livello compositivo del lavoro si alza decisamente per non abbassarsi più con la successiva "Hold the Line", brano sludge/doom metal dalle sfumature ambient e noise che accelera repentinamente facendosi caotico e forsennato per poi rincorrere atmosfere epiche e struggenti, guidate da tastiere sognanti e da chitarre ipnotiche verso il trionfale crescendo conclusivo, che desta dal sonno sensazioni contrastanti e alienanti.

"Sow" si presenta all'ascoltatore con il suo death/doom metal graffiante scandito dallo scream malato di Gerassimos, per poi progredire attraverso sonorità industriali rockeggianti verso un finale solenne, tra cori maestosi e sinfonie travolgenti; un arpeggio acustico malinconico tra il post-rock e lo shoegaze apre la stupenda "Same Blood", un crescendo di sinfonie ad alta epicità fino al maestoso finale, guidato dalla voce di Federica e da cori avvolgenti. "Sleeping Among the Stars" accompagna l'ascoltatore in una costante progressione atmosferica tra ambient e colonna sonora da cineteca, che si accende in un finale trionfale e ipnotico, mentre "...Of May" sorprende per le sue influenze epic/folk atmosferiche e per il suo incedere lento e sofferto, tra maestose sinfonie e un cantato solenne alienante. "Koiné" è un viaggio musicale tra passato, presente e futuro che accompagna l'ascoltatore passo dopo passo verso una ricerca ossessiva e metaforica dell'elevazione spirituale, come strumento di salvezza da una realtà contemporanea che è espressione nitida e inconfutabile della decadenza umana. Lord Agheros offre qui un riparo da questi tempi bui e grigi attraverso un'opera musicale e sonora che è come un sogno, un pensiero delirante che esalta i sensi e rievoca emozioni ancestrali in verità mai assopite, che attendevano soltanto una nuova forma di espressione. 

Ciò che più traspare in queste otto folli tracce è la loro capacità di esprimere sensazioni opposte, al contempo arcaiche e moderne, serpeggiando senza imbarazzo tra metal estremo, disturbante gothic/doom, ambient, sperimentazione e armonie di tastiere ad alto tasso di epicità; i richiami a band quali Ulver, Moonspell e Wolves in the Throne Moon appaiono scontati, ma la musica di Lord Agheros viaggia in una dimensione propria, a cavallo tra il sogno e la realtà, senza porsi limiti di alcun genere e tentando tutte le possibili (e impossibili) frontiere musicali e stilistiche. 

Recensore: Alessandro Pineschi
Voto: 75/100

Tracklist:
1. The Prophecy
2. The Walls of Nowhere
3. Hold the Line
4. Sow
5. Same Blood
6. Sleep Among the Stars
7. ...Of May
8. Litany of the Hermit

Line-up:
Gerassimos Evangelou - Vocals, All instruments

Web:
Bandcamp
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1 commento:

  1. Grande review! Purtroppo la voce femminile non è di Federica, hanno collaborato al precedente album che io ricordi, ma non a questo.

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