Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

BORN OF OSIRIS "Angel or Alien" (Recensione)


Full-length, Sumerian Records
(2021)

C’è sempre stato un equivoco di fondo sul genere dei Born of Osiris, band statunitense con varie peculiarità: secondo la versione italiana di Wikipedia il gruppo parte da una base deathcore, per aggiungervi poi sintetizzatori ed effetti elettronici; ebbene, se si ascolta con calma "Angel or Alien", loro ultimo album rilasciato il 2 luglio 2021, si scoprirà che i pezzi che potrebbero assomigliare al deathcore sono solo tre: “In for the Kill”, “You Are the Narrative” e “Truth and Denial”. Converrà, dunque, partire da questi tre brani per puntualizzare che "Angel or Alien" e, in generale, i Born of Osiris non rientrano nel Deathcore e risulta anche abbastanza difficile rinchiuderli in un genere preciso, almeno non nel caso di quest’ultimo album. In “You are the Narrative” si trovano tutti gli elementi per far pensare come minimo al deathcore, per esempio il blast beat e un growling che, a un certo punto, si spinge fino al guttural. Facile, quindi, pensare a un pezzo con ascendenze death; non si tiene conto, però, della fine del brano, in cui Joe Buras sorprende l’ascoltatore con una base elettronica quasi hip-hop. Piuttosto sorprendente per il deathcore, no? Facendo un passo indietro, “In for the Kill” presenta una conclusione quasi trip hop stile Massive Attack, che in realtà si mostra come una costante per tutto il disco, ma di ciò se ne parlerà in seguito. “Truth and Denial” è all’apparenza un brano che si mantiene costante nelle tinte Deathcore dei tre pezzi appena citati, ma, allo stesso tempo, ci rivela una caratteristica di "Angel or Alien" che nessuno si aspetterebbe mai: il richiamo sonoro tra le varie tracce dell’album.

Sempre rimanendo su “Truth and Denial”, a un certo punto del pezzo Joe Buras parte con accordi di tastiera molto lenti. Se si prende “Waves”, la quarta traccia nonché quella che si avvicina di più allo stile metalcore di "The Simulation" (2019), l’album precedente, si scoprirà il medesimo uso della tastiera da parte di Buras, quasi a voler creare un collegamento tra due pezzi di genere opposto. Per “In for the Kill” si era nominato il trip hop; ebbene, occorre analizzare un brano decisamente polare a esso che è “Love Story”: dopo un intro che ricorda l’ambient più blando possibile, il pezzo procede con un lineare metalcore, per poi arrivare alla sorpresa finale, ossia la conclusione in perfetto stile trip hop. Esso è uno dei generi elettronici più presenti in "Angel or Alien", anche se, ascoltando bene l’intro di “Lost Souls”, in cui alla chitarra di Lee McKinney si unisce il particolare uso della strumentazione elettronica di Buras e il richiamo alle sonorità dei Prodigy è più che probabile.

La caratteristica principale di "Angel or Alien", tuttavia, risiede proprio nella commistione di generi: prendendo “Shadowmourne”, ultima traccia del disco e probabilmente speculare a “Poster Child”, ricorda molto da vicino un pezzo classico nell’intro, la quale sembrerebbe quasi wagneriana, questo tono epico accompagna tutto il pezzo, tanto che qualcuno ha parlato impropriamente di symphonic Metal. Prendendo i tre singoli estratti dall’album, “White Nile”, “Angel or Alien” e “Poster Child”, seppur in maniera differente, si noterà subito che tutti e tre hanno a che fare con un genere all’apparenza estraneo al metal, vale a dire la fusion. I primi due singoli potrebbero essere tranquillamente classificati nella “macrocategoria” djent; a onor del vero, le ritmiche e gli assoli di McKinney (da segnalare quello in “White Nile”) fanno più pensare alla fusion che al metal come genere codificato. 

Il “pezzo forte” di "Angel or Alien" è in realtà “Poster Child”: fin dall’intro l’ascoltatore capisce di trovarsi davanti a un curioso mix di metal e fusion e non è solo l’uso della clean voice a farlo presagire, ma anche le ritmiche costruite da McKinney, accompagnati da un basso e da una batteria che rimandano a un qualcosa di altro dal progressive-metalcore a cui i Born of Osiris ci hanno abituati, per poi giungere al campionamento finale di Buras. "No, Angel or Alien" non è decisamente un disco per puristi, bensì un prodotto per chi cerca la contaminazione tra generi, per chi cerca altro. Rispetto al precedente "The Simulation" (2019) i Born Of Osiris dimostrano di essere maturati sotto il profilo artistico, creando un prodotto capace di mescolare più generi musicali, anche polari tra loro, senza andare incontro al rischio della “confusione”.

Eleonora Federici
Voto: 83/100

Tracklist:
1. Poster Child
2. White Nile
3. Angel Of Alien
4. Waves
5. Oathbreaker
6. Threat Of Your Presence
7. Love Story
8. Crossface
9. Echobreather
10. Lost Souls
11. In For The Kill
12. You Are The Narrative
13. Truth And Denial
14. Shadowmourne

Line-up:
Ronnie Canizaro – lead vocals
Lee McKinney – guitars
Nick Rossi – bass, guitars
Cameron Losch – drums
Joe Buras – keyboards, synthesizers, additional vocals

Web:

Nessun commento