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ACIDEZ "In Punk We Thrash" (Recensione)


Full-length, Independent
(2022)

È un vero peccato arrivare sempre tardi con le recensioni ma, già con l'agenda piena tra i mille impegni lavorativi e sportivi, sono stato tamponato in macchina procurandomi un trauma cervicale e, per non farmi mancare niente, mi sono appena buscato il covid. Per riprendermi in fretta, mi serve dunque una dose di thrash nudo, crudo e incazzato. Cosa può allora esserci di meglio di “In punk we thrash", quinta fatica full-lenght dei messicani Acidez? L'album, composto da 13 tracce per quasi 48 minuti di ascolto, è uscito come produzione indipendente l'8 Aprile 2022 e come il titolo stesso preannuncia, è un inno alla musica estrema come forma più grezza di rabbia e ribellione. 

Il sound che gli Acidez ci propongono è di base un crossover thrash che include elementi speed metal, punk hardcore, street punk/oi! ed anche black metal da prima ondata. È apprezzabile come i thrasher messicani siano riusciti a fondere questi generi musicali talmente bene da rendere indistinguibile uno stile dall'altro, mantenendo tuttavia inalterata la genuinità di ciascuno di essi: a mio avviso, gli Acidez possono essere classificati sia come band thrash/speed metal che come gruppo street punk. Tutti i 13 brani presentati, cantati sia in inglese che in spagnolo, sono aggressivi e coinvolgenti, caratterizzati da una struttura massiccia tipica del thrash metal e da un'immediatezza propriamente street punk. La title track, grezza, rapida, aggressiva e dal testo alquanto autoreferenziale è ovviamente la cavalcata che rappresenta a pieno tutto lo spirito del disco, così come il brano che la precede “Hasta la muerte". Da citare anche “El punk salvò mi vida", caratterizzata da un arrangiamento di chitarra melodico tipicamente oi!core (variante dell'oi! più tecnica e pesante). 

Curioso poi l'intro di “Satanic conspiracy", molto simile all'intro di “Straight edge" dei Minor Threat (casualità o tributo a dei mostri sacri dell'hardcore?). Non manca poi una vera e propria invettiva, ossia “Nos quieren controlar", pezzo di protesta contro le restrizioni da covid-19, nel quale la pandemia è descritta come un problema creato dai potenti per vendere ai sudditi la soluzione. “Wasted on the road" è infine una traccia che testimonia come ancora oggi l'influenza dei Motörhead sia basilare nella musica estrema (tributare a dovere il compianto Lemmy non sarà mai abbastanza). Insomma, una volta messe da parte varie divisioni politiche che imperversano fra i fruitori dei generi, “In punk we thrash" è l'album giusto per unire e mettere d'accordo thrasher, hardcore kid, skinhead, blackster e reietti vari della società. Unico denominatore comune: l'attitudine. Tutto ciò, si traduce da parte mia in un bel voto finale di 85/100: sono rimasto davvero ben impressionato da una delle produzioni più dirette e prive di fronzoli dell'ultima annata. 

Tutto ciò che gli Acidez comunicano è reale spirito di ribellione e senso di disagio e disprezzo per la società . Che dire? In un mondo in cui tutti fanno i finti ribelli costruiti a tavolino dai talent show come piace al potere (ogni riferimento ad una nota band italiana e ai suoi sostenitori è puramente casuale), siate diversi, incazzatevi, resistete dall'undeground, fate di testa vostra, siate insomma come gli Acidez. Oi!

Recensione a cura di Lupo Thrasher
Voto: 85/100

Tracklist:
1. The March of the Callejers 
2. Hasta la muerte 
3. In Punk We Thrash 
4. No hay perdòn al enemigo 
5. La muerte es un negocio 
6. Satanic Conspiracy 
7. El punk salvò mi vida 
8. Nightmare 
9. Wasted on the Road 
10. Anti-authoridad 
11. Nos quieren controlar 
12. We Are the Threat 
13. Hasta el infierno

Line-up:
Soti - Bass
Näuj - Drums
Rodo - Guitars
Tupa - Vocals

Web:
Bandcamp
Facebook
Spotify

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