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LASCAR "Presence" (Recensione)


Full-length, Independent 
(2022)

Ci troviamo in Sud America, più precisamente a Santiago del Cile, per parlare del nuovo lavoro della one-man band atmospheric black metal Lascar dal titolo "Presence", uscito lo scorso maggio; si tratta del sesto album in studio per il prolifico progetto di Gabriel Hugo nato nel 2014, che arriva a due anni dal precedente "Distant Imaginary Oceans" e prosegue sulla medesima scia di costante evoluzione e graduale contaminazione, rappresentando un nuovo capitolo di questo affascinante percorso musicale. Il sound di Lascar si è sempre distinto per la sua proposta black/doom metal atmosferica carica di epicità e di tragicità, spesso al confine col post-rock ma allo stesso tempo dalle profonde radici black metal, espresse in questo nuovo album in una versione ancor più malinconica e struggente rispetto al passato, ma non certo priva di ferocia e di oscurità. "Presence", il cui titolo sembra chiudere un cerchio tematico con l'album di debutto "Absence" del 2016, si fa apprezzare per la sua maturità tecnica e stilistica, ennesimo prodotto musicale del genio creativo di Hugo, che qui ci dà dimostrazione della sua capacità di partorire la drammaticità in chiave black metal, presentando sei lunghe tracce per un totale di quarantacinque minuti di durata che sanno distinguersi l'una dall'altra esprimendo sentimenti opposti.

Il sesto album in studio di Lascar si apre con l'intensa "The Garden", quasi dieci minuti in un crescendo maestoso dall'arpeggio malinconico iniziale dai richiami post-rock alla ferocia di un blast beat guidato da un riff atmosferico gelido e dallo scream disperato del mastermind, verso un finale che risale da una sezione acustica verso una ripresa epica e tragica assolutamente travolgente. Sorvolando sulla breve e controversa "Endless Night Journey", in cui si percepiscono influenze death/doom, si raggiunge un altro apice qualitativo in "Albatross Epiphany", brano lodevole per il tocco space/industrial delle tastiere e per la sua atmosfera oppressiva e disperata, interrotta da un delicato intermezzo acustico e chiusa da una ripresa ad alta intensità, veicolo di nuove travolgenti emozioni. La title-track si apre con un delicato arpeggio e un riff lento e affilato, a schiudere un'accelerazione serrata e atmosferica in cui la voce di Hugo diviene un growl profondo e tetro, incontro a un passaggio atmosferico che anticipa il crescendo conclusivo, ennesimo esempio di maestosità del progetto cileno.

L'album si chiude con la drammatica "Crystal Giant", feroce brano guidato dallo scream atroce e sofferente del fondatore e da un riff black/doom al confine col depressive, espressione musicale angosciante e malinconica della musica di Lascar. "Presence" è in sostanza un'altra ammirevole opera firmata Gabriel Hugo, che si conferma sempre più artista a tutto tondo nel suo rendere al meglio ogni aspetto delle sue composizioni, ricche di sfumature variegate e figlie di emozioni contrapposte: dietro le pelli il mastermind sa picchiare duro e accelerare quando serve, lasciando poi comandare la scena dalle armonie di chitarra gelide e affilate, cariche di atmosfera, per poi creare passaggi acustici incantevoli al confine col post-rock e condire il tutto con delle vocals rabbiose e logoranti. Questa è la formula vincente di Lascar, e chi ha saputo apprezzarla negli episodi precedenti non può che lasciarsi travolgere dall'intensità di questo nuovo lavoro, che proietta il progetto di Hugo tra le realtà più interessanti del post-black metal sorte nell'ultima decade.

Recensione a cura di Alessandro Pineschi.
Voto: 83/100

Tracklist:
1. The Garden 
2. Endless Night Journey 
3. The Last Chrysanthemum 
4. Albatross Epiphany 
5. Presence 
6. Crystal Giant

Line-up:
Gabriel Hugo - All instruments, Vocals

Web:
Bandcamp
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