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MACHINE HEAD "Of Kingdom and Crown" (Recensione)


Full-length, Nuclear Blast
(2022)

C’erano diversi interrogativi che aleggiavano nell’aria riguardo il futuro e la tenuta dei Machine Head, riassumibili sostanzialmente in due punti. Il primo e più importante era cosa aspettarsi dalla nuova uscita discografica, all’indomani di “Catharsis”, album controverso, che aveva lasciato diverse domande in sospeso sulle possibili evoluzioni della band. Da qui la line up storica aveva preso la china che aveva portato all’abbandono di due colonne portanti come Dave McClain (batteria) e Phil Demmel (chitarra). Il secondo interrogativo riguardava i nuovi musicisti presenti, tra cui Vogg (Decapitated) alla chitarra. A tutti gli effetti i nuovi elementi sono turnisti che hanno fornito le loro prestazioni per la riuscita dell’album, ma questo è a tutti gli effetti un prodotto di Rob Flynn, nulla più. Si sente la sua personalità riempire ogni spazio, e questo sia nel bene che nel male.

Oggi sembra che Flynn voglia suonare più melodico e meno pesante. "Catharsis" ne è l’esempio lampante. Rob sa bene che l’ampia fan base da lui vuole altro, ossia continuare a fare i Machine Head, e lui, prova ad accontentarli, cercando di proporre allo stesso tempo quello che vorrebbe per sé. Da questo compromesso escono pezzi ibridi dai risultati alterni. Più che positivo risulta essere “Arrows In Words From The Sky”, in cui riesce a creare una struttura che alterna momenti soft, come nella parte iniziale, a momenti più pesanti. Della stessa pasta è l’opener “Slaughter The Martyr” che nei suoi oltre dieci minuti riassume al meglio le caratteristiche principali dei Machine Head di oggi, ossia chitarre pesanti, voci rabbiose, alternate a melodie vocali dai toni a tratti pop e racchiude quella lamentosità di base che alla lunga può generare fastidio. 

Qui siamo dalle parti di un album come “Bloodstone & Diamonds”. Molto meglio quando la band decide di pestare duro, tenendo d’occhio il minutaggio e mettendo un freno alle vocazioni melodiche del leader. Questo avviene in diversi episodi che alla fine risultano essere tra i più apprezzati dal sottoscritto, come nella pesante “Choke On The Ashes Of Your Hate” che mi ha riportato per un attimo al grande “The More Things Changes…”. Della stessa pasta sono sicuramente “Bloodshot” e “Rotten”, tra rallentamenti e pesanti accelerazioni, chitarre compresse, voci pesanti e rabbia che esplode. Qui le linee vocali pulite sono contenute e questo giova sul risultato finale. Tra i momenti migliori c’è sicuramente da annoverare “Become The Firestorm”, potente, ispirato, dove è possibile ritrovare tutte le caratteristiche della band, dalla potenza dei primi lavori, alla complessità e alla furia di “The Blackening”. I Machine Head di oggi passano attraverso canzoni come “My Hands Are Empty” e “No Gods, No Masters” dove provano a mischiare gli elementi più melodici e quelli più pesanti, attraverso cori e melodie, non sempre esaltanti. Lontani echi di band come i Katatonia sono evidenti in “Unhallowed”, uno degli episodi più leggeri, con quell’alone di malinconia che pervade sia la musica che le linee vocali. Interessante “Kill Thy Enemies”. E’ un brano che presenta un groove pazzesco, una voce pesante su una base ritmica possente, che si stempera però sul finale con soluzioni più melodiche.

“Of Kingdom And Crow” è un lavoro che, dopo il mezzo passo falso di “Catharsis”, prova a risollevare le sorti dei Machine Head. Lo fa con molto mestiere ed una discreta ispirazione, cercando e trovando una mediazione tra le inclinazioni più melodiche di Flynn ed i momenti più pesanti. Chi li ha seguiti nella loro evoluzione, apprezzerà anche questo nuovo capitolo della loro discografia. Chi non li ha mai amati sono sicuro non li considererà neanche questa volta.

Recensione a cura di John Preck
Voto: 76/100 

Tracklist:
1. Slaughter the Martyr 
2. Choke on the Ashes of Your Hate 
3. Become the Firestorm 
4. Overdose 
5. My Hands Are Empty 
6. Unhallowed 
7. Assimilate 
8. Kill Thy Enemies 
9. No Gods, No Masters 
10. Bloodshot 
11. Rotten 
12. Terminus 
13. Arrows in Words from the Sky 
14. Exteroception 
15. Arrows in Words from the Sky (Acoustic)

Line-up:
Robb Flynn - Vocals, Guitars
Matt Alston - Drums, Percussion
Jared MacEachern - Bass
Vogg - Guitars

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