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NEFARIOUS MASH “In Memory of Your Heart” (Recensione)


Full-length, Independent 
(2022)

La contaminazione del black metal ha conosciuto negli ultimi anni uno sviluppo esponenziale praticamente in ogni parte del mondo, riuscendo a discapito dei puristi della vecchia guardia a dare al genere una nuova vita e una costante possibilità di sopravvivere alla varietà musicale dell’età moderna; nel momento in cui artisti contemporanei o classici hanno inserito le loro influenze stilistiche all’interno di una cornice metal estrema si è creata infatti una perfetta fusione di sonirità assolutamente personale e inedita, in grado di rinnovare continuamente la storia del genere. È il caso della neonata one-man band francese Nefarious Mash, fondata nel 202i dal polistrumentista e compositore classico Eddy Jaber: il progetto, da poco giunto al suo album di debutto “In Memory of Your Hopes”, si pone come ponte stilistico tra black metal e musica contemporanea, dando una nuova interpretazione di avant-garde metal ricca di dissonanze, di cambi di tempo e di sfumature da risultare ai più difficilmente comprensibile, folle al punto di innescare nell’ascoltatore sensazioni paranoidi e logoranti.

L’album, uscito lo scorso novemebre e distibuito dalla Grand Sound Promotion, si compone di nove tracce che in cinquanta minuti di durata mostrano tutte le sfaccettature musicali di Nefarious Mash, spaziando tra black/doom metal, blackened death metal, industrial metal, jazz e noise senza mai ripetersi né apparire banale. La versatilità della voce di Eddy, narratore talvolta delirante della perdizione umana e del disagio della società contemporanea, riesce ad incarnare tutte le sfaccettature del lavoro, mutando continuamente tonalità e timbro a dare l’impressione di una moltitudine di voci; le liriche sono incentrate sulla filosofia di Nietzsche e sui veleni interiori dell’uomo moderno, chiamato a confrontarsi continuamente con i suoi simili e con la sua stessa psiche, cadendo spesso in balìa dell’illusione e della pazzia.

“In Memory of Your Hopes” si apre con il black/doom carico di dissonanze e di costruzioni armoniche poli-ritmiche di “In Front of the Mirror”, brano introspettivo guidato da linee di basso cupe, dallo scream aperto del mastermind e da un perenne tocco sperimentale tra post-doom e sludge metal. La lunga “Sin of Intelligence”, quasi otto minuti di durata, si schiude con la ferocia del blast-beat e con un riff disturbante ai limiti della psichedelia, accompagnato da armonie cupe e dalla voce di Eddy, che spazia brillantemente tra growl, scream e cantato sporco; il brano verte verso un melodic black metal serrato dalle sfumature jazz e dalle armonie di chitarra fredde e atmosferiche, salendo di livello nel cantato folk solenne della parte centrale, che nel finale assume tonalità industrial e si fa ambasciatore di un caos sonoro senza via di risoluzione. “Fall of Denial” accresce il delirio dell’album, tra dissonanze raggelanti, suoni tetri e uno cantato che alterna scream lancinante, urla animalesche disperate e growl cavernoso; l’intermezzo acustico lugubre anticipa la ripresa finale, incontro ad un doom metal ipnotico e claustrofobico che desta dal sonno della ragione le angosce più profonde dell’animo umano.

“Mourning of Emancipation” rappresenta un episodio assai singolare all’interno della track-list del lavoro, sviluppandosi attraverso un post-rock acustico onirico, scandito da un crescendo di intensità musicale e vocale, con il clean di Eddy che diviene nel finale uno scream graffiante quasi tragico; “The Absolute Relativism Anthem” è al contrario un brano tirato e martellante dai toni blackened death metal, caratterizzato dalla ferocia del blast-beat e da un riffing cupo e dissonante. Chiude l’opera la lunga “Dawn”, undici minuti di riff lenti e distorti dai richiami psichedelici, un parlato rabbioso che si eleva a scream lancinante e passaggi death/doom metal e sperimentali; una linea di basso spettrale apre un crescendo finale all’insegna del caos sonoro, tra blast-beat furiosi, rallentamenti post-doom metal, eco noise e una varietà vocale che serpeggia tra versi animaleschi, urla, risate e un parlato ai limiti del delirio, che conclude un’opera ad altissimo contenuto di follia.

“In Memory of Your Hopes” presenta Nefarious Mash sulla scena estrema europea, puntando molto sull’effetto sorpresa e sulla contaminazione e sviluppandosi attraverso continue dissonanze, influenze jazz e sperimentali e un cantato in perenne mutamento. L’elevato bagaglio tecnico di Jaber è indubbio e il suo folle genio ben udibile in tutte le nove tracce che compongono il lavoro, ma certamente sono necessari molti ascolti per coglierne tutte le sfumature. Si tratta comunque di un album consigliatissimo ai seguaci del metal sperimentale, quei pochi ma sempre più numerosi fedeli del nero metallo che adorano farsi trasportare dalla musica in dimensioni parallele, verso un limbo di illusione e di angoscia dal quale la mente fatica a risalire, riscoprendosi infine rinnovata nei suoi più profondi e tenebrosi abissi.

Recensione a cura di Alessandro Pineschi
Voto: 77/100

Tracklist:
1. In Front of the Mirror 
2. The Trap of Rhetoric Virtue 
3. Sin of Intelligence
4. Fall of Denial 
5. Mourning of Emancipation 
6. The Absolute Relativism Anthem 
7. Nausea of Stagnation 
8. Plague of Social God 
9. Dawn

Line-up:
Eddy Jaber - All instruments, Vocals

Web:
Bandcamp
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