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Intervista a LA MENADE


Oggi ospitiamo una realtà che potremmo definire storica in ambito alternative metal italiano: La Menade. Band tutta al femminile che ha da poco pubblicato un ottimo terzo album, "Reversum", che abbiamo anche recensito a questo link. La parola passa a Tatiana Lassandro, voce e chitarra della band.

1 - Ciao e benvenuta su Heavymetalmaniac.it. Parliamo di "Reversum", dalle prime fasi fino alla sua uscita!
Ciao e grazie a te per l'ospitalità. La genesi di "Reversum" è piuttosto lunga, visto che i primi pezzi che lo compongono sono nati subito dopo la promozione di "DisumanaMente", il precedente album. Siamo partite con ottimi propositi e ottimo affiatamento, ci sentivamo in gran forma e piene di cose da dire. Poi la vita ci ha messo del suo. Abbiamo affrontato tanti eventi "traumatici", dalla partenza di Chiara, alla pandemia, a un paio di lutti veramente pesanti, ma anche momenti emozionanti come la nascita di amori e di due cucciole meravigliose. È stato difficile barcamenarsi tra tutto questo, ma abbiamo sempre continuato a vederci per suonare. Questo ci ha consentito di affinare, modificare, correggere e rivedere i pezzi a lungo. Fino a decidere che era tempo di registrare. In realtà la preproduzione dell'album con Fabio Recchia è iniziata già nel 2020, ma anche qui, tra lockdown e difficile gestione di alcune situazioni, la finalizzazione del lavoro ha richiesto parecchio tempo. Quello che è sempre stato chiaro era l'obiettivo: trasferire nel sound dell'album tutta la cupezza provata e la malinconia di quei giorni. E Fabio Recchia ha colto dritto nel segno, centrando il sound che volevamo e affinando tutto con un missaggio e un mastering fedeli alle intenzioni. Sapevamo che l'album sarebbe uscito per la Time To Kill Records con cui avevamo già preso contatti. Quindi, una volta pronto, abbiamo dovuto soltanto fissare una data e di conseguenza programmare il necessario per la sua uscita e promozione.

2 - La copertina di "Reversum". Chi l'ha realizzata e cosa rappresenta precisamente?
L'artwork è stato realizzato da Fabio Listrani, un illustratore e grafico dallo stile inconfondibile. Volevamo rappresentare, attraverso una immagine di distruzione reale (la statua in rovina, le rovine di una città sullo sfondo e il cielo apocalittico), la disfatta del nostro mondo e della bellezza che, incuranti, stiamo uccidendo. Ci sono una statua che richiama la Nike, in alcuni suoi dettagli, simbolo di vittoria, e l'alloro simbolo di sapienza e di gloria. C'è la grandiosità di un uomo che, pur avendone i mezzi, non ha saputo fare la sua parte e si ritrova carnefice del suo mondo. Siamo abbrutiti, isolati, soli e appiattiti da una società che ci stritola nei suoi meccanismi e tempi disumani. È una sconfitta, per tutti.

3 - Parliamo delle vostre influenze musicali, magari anche collocandole dai vostri inizi fino ad oggi. Sono cambiate di pari passo con la vostra musica?
Sono varie e diverse per ciascuna di noi. Alcune comuni a tutte, alcune no e spesso ci scambiamo consigli e suggerimenti. Io e Tania, ad esempio, abbiamo iniziato a suonare insieme riarrangiando i pezzi dei Metallica per chitarra e tastiere. Con Laura condivido l'amore per i Mastodon e tutte amiamo Tool, Rammstein, Dream Theater e tanto altro. Sicuramente oggi ascoltiamo la musica con maggiore consapevolezza, ma quando si parla di band del cuore, difficilmente si cambia. Certe band, certe canzoni, segnano momenti importanti e non invecchiano mai. Ti restano dentro diventando il tuo background. Il nuovo lo accogli, lo ascolti e ti aiuta a crescere, ma non è detto che influenzi la tua musica. La musica che fai non necessariamente è la musica che ascolti. È la tua, quella che nasce dalle tue emozioni e queste cose non le controlli. Per noi almeno funziona così.

4 - Proponete fondamentalmente un alternative metal, ma in questo album sono abbastanza pesanti le influenze dark, elettroniche e new wave. Vi piacciono questi generi e pensate che si siano amalgamati bene nel vostro sound?
Sono anche questi generi che abbiamo amato e che continuiamo ad ascoltare, chi più chi meno. Penso a Cure, Depeche Mode, ma anche Dead Can Dance, Joy Division o alla musica di Jean Michelle Jarre. Credo che facciano parte di noi e che semplicemente ci riportino ad atmosfere affini allo stato d’animo racchiuso nell’album e si prestino bene a raccontare questa nostra fase.


5 - State già lavorando a nuova musica? E ci saranno cambiamenti importanti nel sound de La Menade?
Sì, abbiamo già da parte qualcosa nata più recentemente e abbiamo intenzione di dare a “Reversum” un successore in tempi (relativamente) brevi. Riguardo al sound, non so anticiparti nulla. Resta sicuramente la necessità di fare dialogare la nostra parte metal con quella più melodica, ma il risultato sarà qualcosa a cui adesso non voglio troppo pensare. Sicuramente sarà diverso, ma in qualche modo connesso. Un'evoluzione.

6 - Di cosa trattano le liriche di "Reversum"?
“Reversum” è una protesta nei confronti di una società che ci delude perché che ha scelto una direzione sbagliata, a nostro avviso, tra le mille possibili che avrebbe potuto intraprendere. Racconta il malessere, il disagio di assistere impotenti a qualcosa che non ci piace, ma a cui allo stesso tempo non vogliamo arrenderci. È una constatazione della realtà che ai nostri occhi appare.

7 - Chi sono La Menade nella vita di tutti i giorni?
Siamo tre metalhead che hanno la fortuna di condividere un dono prezioso come la musica. Donne che amano quello che fanno e che si fanno in quattro per portare avanti una passione irrinunciabile. Impegnate in mille corse quotidiane per ritagliarsi il proprio sacro spazio da dedicare a quello che invece vorremmo poter fare sempre.

8 - Nelle foto promozionali mostrate un make-up abbastanza pesante ed oscuro. Che importanza date al look per la vostra band?
Non siamo appassionate di make up, ma siamo consapevoli che un look interessante e curato dia completezza all'immagine di una band. Quindi dedichiamo a questo il tempo (poco) necessario. Insomma è un qualcosa in più, ma non lo consideriamo assolutamente prioritario rispetto alla proposta musicale, su cui concentriamo i nostri sforzi con molto più entusiasmo!

9 - Non sempre si parla di strumentazione. Vogliamo dare due cenni su cosa di solito usa ognuno di voi in studio e nei live?
In studio cerchiamo sempre di usare quello che poi portiamo live, mi sembra fondamentale per dare credibilità e coerenza alla proposta. Io uso una testata composta da un preamplificatore Brunetti Mille e finale Mesa Boogie Fifty/Fifty con due casse Marshall: una 1936 2x12’’ con coni V30 e una 1923 2x12 con coni G12T75; per i live solitamente uso una Gibson Les Paul Standard e una pedaliera analogica per gli effetti comandata da un midi looper (Musicom Lab EFX MK2). Tania usa tastiere Korg (Trinity, Microkorg e Micro x) e una tastiera muta collegata a Mac (programmi Ableton Live e Gig Performer) e scheda audio. Laura ha una batteria Remo degli anni 70, ormai fuori produzione, ma di cui è innamorata (anche se live non sempre la porta con sé). Usa doppio pedale Pearl Eliminator, rullante Ludwing Supraphonic e piatti Zildjian (crash e china), Paiste (charlie), Ufip (crash), Anatolian (ride).

10 - A te le ultime parole. Un saluto da parte nostra!
Ti ringrazio infinitamente e invito tutti i lettori a scoprirci live non appena ce ne sarà modo. Seguiteci sui nostri canali social per tutti gli aggiornamenti!


Intervista a cura di Interceptor

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