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MÜTIILATION "Black Metal Cult" (Recensione)


Full-length, Osmose Productions
(2024) 

Quando, casualmente, ho visto comparire da più parti il nome Mutiilation, dopo quattordici anni dall’ultimo lavoro, ho pensato si trattasse di una compilation. Poi ho scoperto che si trattava di un nuovo disco ed ho temuto il peggio, visto che molti (troppi) gruppi storici della scena hanno pubblicato o dischi che non c’entrano niente con quello che facevano o, pur rimanendo fedeli allo stile, hanno tirato fuori dischi veramente inutili. Ma poi partono le prime note della title-track ed ogni dubbio viene spazzato dalla furia iconoclasta della canzone. Per Meyhna'ch il tempo sembra essersi fermato non a quattordici anni fa ma a trenta, all’epoca delle Legions Noires. 

L’unica differenza tra questo disco e i suoi predecessori è una leggera pulizia del suono delle chitarre (che, in passato, talvolta non erano del tutto comprensibili). Stop. I riff sono quelli tipici della band, giocati sulle frequenze alte e con alcune parti dissonanti, in cui sezioni in midtempo si alternano a sfuriate in blast beat (come in “Hominicide”). La batteria, per la prima volta, è stata interamente suonata da un membro effettivo (in passato, c’erano alcune canzoni registrate con la drum machine), rispondente al nome di Kham, che si destreggia egregiamente tra i riffs schizofrenici di Meyhna'ch. Sull’inferno sonoro creato dagli strumenti si staglia la voce malata, effettatissima, del leader di questo progetto francese che da oltre trent’anni massacra con ferocia i nostri padiglioni auricolari. Mentre per altri dischi è possibile scindere ed analizzare le singole canzoni, qui non è possibile, dal momento che ogni singola traccia contribuisce a rendere coeso e coerente un disco che, ad alcuni, potrebbe sembrare anacronistico, per suoni o struttura. 

Personalmente, preferirò sempre questo tipo di black metal a quello prodotto bene, con suoni cristallini e zeppo di tutte quelle cose che col black metal non c’entrano nulla (orchestre, armature, voci femminili e così via). Il black metal era nato come genere elitario ma poi, con l’avvento di alcuni gruppi, molto dello spirito originario è andato perso. Il progetto Mutiilation è qui per ricordare a tutti come e cosa dovrebbe essere il black metal. E se in pochi apprezzeranno questo lavoro, vorrà dire che Meyhna'ch ha raggiunto il suo scopo! Se alla musica aggiungete anche che, a differenza di tanti, i Mutiilation hanno mantenuto il logo originario e che in copertina vi troverete di fronte ad un Satana pantocratore con a lato dei bambini che vanno da lui (evidente ribaltamento di Cristo che dice “lasciate che i pargoli vengano a me”) avrete ben chiaro il messaggio portato avanti dalla band. Siamo solo ad aprile ma questo lavoro è già candidato ad essere uno dei migliori dell’anno, per chi ama certe sonorità. 

Recensione a cura di Marco "Wolf " Lauro
Voto: 90/100 

Tracklist:
1. Black Metal Cult 
2. Hominicide 
3. From the Plains of Ice and Death 
4. Into the Cursed Necropolis 
5. The Fall of Islam 
6. The Mirror of Disillusion

Line-up:
Kham - Drums
Meyhna'ch - Vocals, Guitars, Bass

Web:
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