THE RISEN DREAD "Death From Above" (Recensione)

Full-length, Time To Kill Records
(2025)

Non conosco praticamente nulla di questa band, non ho mai ascoltato nulla di loro in precedenza, ma in fondo a volte è meglio così, almeno non si creano aspettative di alcun tipo e ci si concentra solo sul lavoro in questione . Ebbene, questa formazione arriva da Dublino, Irlanda, ma la maggior parte dei membri ha origini brasiliane. Quello che propongono è un death metal inferocito, con influsi death-core e hardcore in senso stretto. Come se fossimo al cospetto di una sorta di Slayer dopati, qualcosa di veramente tosto e violento (chi ha detto The Crown)?

Questa band ha imparato la lezione anche dai maestri del melodic death metal europeo, quello svedese in primis e i riferimenti i numi tutelari del genere sono più che evidenti, anche se il cantante, Marco Feltrin, cerca la via della brutalità e basta, non accenna mai a inserire voci melodiche o refrain che ammiccano ai trend del momento. Mi vengono ad esempio in mente formazioni come gli As I Lay Dying o i Trivium, che sulla carta in teoria dovrebbero proporre qualcosa di simile a questi The Risen Dread, ma ala fine siamo su pianeti proprio lontani. Nel caso dei The Risen Dread prevale il death metal puro e senza compromessi (ma anche il thrash) e il disco attacca con l'acceleratore pigiato con episodi quali "The Day I Died", "In Fear We Trust" e "Endgame Symphony"...Purissime dimostrazioni di forza prepotente, messa in pratica anche con un più che buon bagaglio tecnico e uno stile che definirei magari non unico, ma con un certo grado di personalità.

Non c'è mai fine alla violenza in questo album, a parte l'anomala "Azadi", che ha un incipit quasi "etnico" e fuori dai canoni dal metal. Per il resto saranno bastonate su bastonate fino alla fine, quando "Beyond My Final Breath" sancirà il finale dell'album, ovviamente sempre nei termini della brutalità.
Per concludere: dischi come questo o si amano oppure il contrario, non hanno mezzi termini. Non sono sperimentali, non mostrano alcuna innovazione, non cercano di reinventare proprio nulla. Ma sono album sinceri, suonati bene, dritti al punto, molto adrenalinici. 

Se vi piace il melodic death più incarognito, tipo quello dei maestri allora qui potrete trovare qualcosa di interessante in questo "Death From Above", ma badate bene che il disco esce nel 2025 e quindi porta apprezzo circa trent'anni di influenze disparate ma funzionali a rende il prodotto oltremodo potente ma anche moderno, anche nella produzione piuttosto robusta. Buon disco davvero.

Recensione a cura di Checco 78
Voto: 80/100

Tracklist:
1. The Day I Died
2. In Fear We Trust
3. Endgame Symphony
4. Circle of the Damned
5. Azadi (feat. Mustafa Dala)
6. Death From Above feat. Renato Zanuto
7. Burn My Angels
8. A Conversation With God
9. Slay
10. Beyond My Final Breath

Line-up:
William Ribeiro - Guitars
Marco Feltrin - Vocals
Mat Maher - Bass
Marcos Batata - Drums

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