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ATTACKER "The God Particle" (Recensione)


Full-length, Cruz del Sur Music
(2024)

Una formazione, gli Attacker, che è sempre un po' rimasta nell'ombra e che probabilmente così sarà per sempre. Ma a noi che ci importa. Guardando il bicchiere mezzo pieno, siamo di fronte ad uno dei pilastri dell'US Metal, di quel genere di confine che cerca di unire power, speed, heavy e thrash grossomodo, e che ha visto in band come Helstar o Metal Church gli esponenti più famosi di sempre forse, ma anche in quei casi non si può certo parlare di successi straordinari e su larghissima scala, ma di band che hanno saputo ritagliarsi un posto di tutto rispetto nel panorama heavy metal.

Degli Attacker originari è rimasto solo il batterista Mike Sabatini, mentre il resto della formazione è comunque stabile da più di dieci anni a questa parte. Un'ottima formazione tra l'altro, che vede soprattutto nelle chitarre di Mike Benetatos e Jon Hasselbrink una coppia assassina macina riff al fulmicotone. D'altronde la tripletta iniziale costituita da "Knights of Terror", "Curse of Creation" e "Stigmatized" è da veri killer. Si propende per la velocità e certe cose ricordano anche i migliori Exciter e l'unica delle tre canzoni che cerca di accentuare la vena dark e più pesante è "Curse of Creation". In generale sia la voce di Bobby Lucas che l'alone generale dell'album ricordano il primo indimenticabile album dei Metal Church e decisamente gli Helstar. La vena thrash è evidente e abbastanza preponderante, anche se ci sono pezzi che faranno impazzire di gioia gli amanti dell'US Power Metal, come ad esempio l'oscura e ficcante "River of Souls", un pezzo che mostra come la muscolarità di inizio album possa essere trasformata in qualcosa di più melodico senza perdere molto in aggressività.

Ed è proprio "aggressivo" il termine che mi viene in mente ascoltando questo album, perchè la prova di questi cinque musicisti è senza fronzoli e non fa complimenti inutili. Si viene travolti da colate di metallo purissimo, con quel tocco un po' retrò e genuino che a me piace molto e che mi fa risentire a casa, quando alla fine degli anni Ottanta iniziavo con prodotti tipo questo, dove non tutto era perfetto e iper pompato. "Kingdom Of Iron","The Mighty Have Fallen" e "World in Flames" sono altri ottimi pezzi che flirtano più col metal classico e che mostrano inevitabilmente l'attaccamento di questa band a band come i Maiden e Judas Priest, ma anche ai già più volte menzionati Helstar, soprattutto quelli di "Nosferatu". Tutto sempre comunque rivisto su pattern ritmici molto sostenuti. La voce di Bobby Lucas può essere croce e delizia in un album del genere. Molto acuta e a volte sopra le righe, marchia a fuoco tracce che necessitano sicuramente di un vocalist del genere e dei suoi lancinanti acuti, ma personalmente avrei preferito un cantante anche abile su tonalità medio-basse. 

Beh, non so cosa ancora io debba aggiungere per darvi un'idea attendibile di cosa potrete trovare in questo album. Non parliamo di certo di un disco imprescindibile e per tutti, ma se amate le band citate nel corso di questo scritto allora il discorso cambia, e potreste scoprire in questo "The God Particle" un grandissimo album.

Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 75/100

Tracklist:
1. Knights of Terror 
2. Curse of Creation 
3. Stigmatized 
4. River of Souls 
5. Kingdom of Iron 
6. World in Flames 
7. The Mighty Have Fallen 
8. The God Particle

Line-up:
Bobby Lucas - Vocals
Mike Benetatos - Guitars
Jon Hasselbrink - Guitars
Brian Smith - Bass
Mike Sabatini - Drums

Web:
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