Intervista: BLACK PROPAGANDA
I thrashers torinesi Black Propaganda li conosciamo da molti anni. Hanno realizzato due ottimi album piĆ¹ di dieci anni fa e oggi ritornano con un ep di inediti intitolato "Modern Prometheus" e una line-up per metĆ rimaneggiata. Parliamo di un po' di cose interessanti con Eric Di Donato e Paolo Tabacchetti, rispettivamente batterista e cantante della band. Buona lettura.
01. Ciao e benvenuti su Heavymetalmaniac.it. Partiamo dal vostro monicker, cosa significa di preciso?
Eric: Ciao a tutti e grazie per questa intervista. La Black Propaganda ĆØ la propaganda nera che i regimi autoritari attuano con notizie false e positive al fine di tenere sotto controllo la popolazione. Qualcosa che accade ancora oggi ai giorni nostri e pertanto ci ĆØ sembrato un ottimo anello di congiunzione tra il passato e il presente, nonchĆ© un'amara rappresentazione della crudeltĆ dell'animo umano.
02. "Modern Prometheus" ĆØ il vostro nuovo ep e segna il vostro ritorno dopo dieci anni di silenzio discografico. Parlateci della sua genesi, dall'inizio fino alla fine!
Paolo: I brani di Modern Prometheus sono pronti giĆ da qualche anno, ad eccezione delle parti cantate. Ci sono stati dei contrattempi che hanno ritardato la pubblicazione di questo EP per cui il processo di composizione era pressochĆ© terminato nel momento in cui Riccardo ed Io siamo entrati a far parte della formazione. Riccardo ha contribuito in maniera estremamente importante alla stesura delle liriche e delle parti vocali e ha dato un tocco unico con il suo timbro vocale; Io (amico e compagno di sfiuriate chitarristiche di Ian da ormai 30 anni) ho cercato degli arrangiamenti di Basso aggressivi e “in your face”, assolutamente in linea con lo stile thrash della band. Provare i brani con la nuova lineup e registrare questo EP dopo anni di silenzio discografico ĆØ stato entusiasmante e divertente!
03. Che cosa significa un titolo come "Modern Prometheus"?
Paolo: il titolo Modern Prometheus racchiude in sĆ© il significato delle liriche di questo EP. Contrariamente a Prometeo, che portĆ² il fuoco agli uomini perchĆ© potessero migliorare se stessi, l’uomo moderno gioca con il fuoco non per migliorarsi ma per la brama di potere sugli altri. E a forza di giocare col fuoco prima o poi ci si brucia! Ć la rappresentazione di quanto il genere umano stia sprofondando sempre di piĆ¹ in una spirale di violenza ed egoismo che non potrĆ finire bene.
04. Quali sono le band che vi hanno influenzato agli esordi e quali ancora hanno un certo peso per voi?
Paolo: le influenze principali sono piuttosto old school e si possono far risalire alle band thrash metal degli anni ‘80-‘90 di cui siamo tutti appassionati, in particolar modo Slayer, primi Metallica, Kreator, Sepultura ecc a cui aggiungerei anche Pantera, Death e i Voivod. Il sound dei BP risente molto di queste influenze ma non ĆØ tutto lƬ ovviamente, visto che siamo piuttosto eclettici nei nostri ascolti, siamo di generazioni differenti e ognuno di noi ascolta generi molto diversi dagli altri e porta la propria sensibilitĆ musicale nella band. Ci tengo poi a dire quanto sia stato e sia ancora importante l’ascolto e il confronto con le altre band italiane. Veniamo da una cittĆ , Torino, che all’inizio degli anni ‘90 ha avuto un momento importante di fermento artistico per quanto riguarda la musica metal, momento che ĆØ stato per noi estremamente importante e ha segnato il nostro modo di fare musica. La scena metal italiana ĆØ veramente figa e piena di realtĆ eccellenti!
05. Parliamo un po' di come nasce solitamente un vostro brano e in generale del processo compositivo e di registrazione.
Eric: Nel nostro caso tutto nasce da un riff in quanto oltre a Jan sia Riccardo che Paolo sono degli ottimi chitarristi, pertanto i brani si sviluppano attorno a un'idea centrale che viene poi completata scambiandoci idee e pareri. La batteria viene strutturata in base all'intenzione che si vuole dare al pezzo, con tempi piĆ¹ veloci o piĆ¹ lenti, piĆ¹ semplici o piĆ¹ complessi a seconda di cosa suona meglio alle nostre orecchie. Infine una parte fondamentale sono i testi che per noi sono fondamentali e devono avere sempre qualcosa da dire.
06. In questi anni ci sono stati cambiamenti di line-up? Quali i piĆ¹ importanti?
Eric: Io e Jan siamo i membri originali nonchĆ© fondatori della band, alla voce Jacopo Battuello ci ha accompagnato nei primi due album facendo un ottimo lavoro, tuttavia a causa di divergenze musicali abbiamo dovuto separarci da lui. Fortunatamente abbiamo trovato Riccardo che col suo timbro dĆ un valore aggiuntivo ai vecchi pezzi e ci apre nuove opportunitĆ per i nuovi brani. Al basso troviamo Paolo Tabacchetti che ĆØ semplicemente una garanzia qualsiasi cosa faccia sullo strumento, oltre a essere una persona super affidabile. Pertanto siamo molto soddisfatti e crediamo che il futuro possa essere assolutamente positivo.
07. Cosa pensate che offrano i Black Propaganda di diverso in ambito metal?
Eric: Il nostro scopo non ĆØ rivoluzionare il genere o cercare di stupire per forza con tempi intricati o esecuzioni super tecniche, noi cerchiamo di esprimere noi stessi attraverso la musica e credo che questo sia molto importante. Ci piacciono i ritmi serrati e i riff graffianti, e questo ĆØ quello che vogliamo suonare. Siamo un po' old school ma a mio parere questo non puĆ² che essere un pregio!
08. Parliamo dei vostri testi.. In questo ep cosa affrontano nello specifico? E chi li ha scritti?
Paolo: i temi trattati in questo EP riflettono la nostra consapevolezza attuale riguardo alla brutalitĆ e alla malvagitĆ insite nell’essere umano e in tal senso sono collegati direttamente ai testi degli album precedenti, che avevano lo stesso tema di fondo. La differenza sostanziale sta innanzitutto nello stile di Riccardo che scrive i testi e ha una sua sensibilitĆ personale e unica che ha contribuito tantissimo alla buona riuscita dei brani. Inoltre questo nostro lavoro ĆØ un concept che affronta alcuni episodi storici e alcuni temi legati all’URRS prima della caduta del regime.
09. Cosa pensate della fruizione della musica di oggi? Siete a favore della digitalizzazione o pensate che abbia in qualche modo danneggiato la musica, e soprattutto le piccole band?
Paolo: la fruizione della musica ovviamente ĆØ cambiata molto negli ultimi trent’anni. La digitalizzazione era inevitabile e non ĆØ un male assoluto (anche se ci sono timidi segnali di un ritorno all’analogico, che perĆ² ĆØ riservato a una piccolissima porzione di fruitori, che magari sono dei nostalgici come noi!) ma rispecchia in pieno quella che ĆØ la societĆ di oggi. Ormai si ascolta musica “a pezzi”, di corsa e si ĆØ persa l’abitudine di ascoltare un album per intero, tant’ĆØ che moltissime band/artisti ormai pubblicano solo piĆ¹ singoli oppure EP. Non credo che il problema sia la digitalizzazione in sĆ© ma il fatto che ogni giorno vengono pubblicate decine di migliaia di brani musicali che si perdono in mezzo alle decine di migliaia che sono uscite nei giorni precedenti e che usciranno in quelli successivi! Per una band piccola come noi, essere ascoltati ĆØ difficilissimo se non si ĆØ supportati da un’etichetta discografica con una buona promozione.
10. Come ĆØ andato il precedente album "Psycholigical Subjection"? E' stato apprezzato e ora cambiereste qualcosa di quel disco?
Eric: Il secondo album ĆØ il nostro lavoro piĆ¹ tecnico con ritmi molto veloci e tempi serrati, decisamente diverso dal primo album che era piĆ¹ marcio e in ogni caso un esperimento su noi stessi, su quello che possiamo comporre e produrre. Forse la quantitĆ di voci ĆØ troppo abbondante, tuttavia ogni tanto lo ascolto e non posso che essere soddisfatto di ciĆ² che abbiamo fatto.
11. In cosa pensate che "Modern Prometheus" si differenzi dai vostri lavori precedenti?
Eric: Innanzitutto ĆØ un concept album, cosa che non abbiamo mai affrontato prima. I tour che abbiamo fatto in Russia e Ucraina ci hanno fatto affezionare ai nostri fan che vivono in quei paesi, tuttavia l'attuale guerra ĆØ qualcosa di straziante e ci fa male vedere che alcuni posti che abbiamo visitato non esistono piĆ¹. Abbiamo tanti amici che sono dovuti scappare in Polonia, Finlandia o altre parti d'Europa. Questo ĆØ un nostro omaggio in loro onore, sperando che queste atrocitĆ finiscano nel piĆ¹ breve tempo possibile.
12. Ragazzi abbiamo finito, concludete come volete l'intervista!
Paolo: grazie per l’intervista e per il vostro supporto alle piccole realtĆ metal come la nostra! Speriamo di vederci presto in qualche situazione live e a tal proposito mi sento di dire a tutti: andate a vedere i concerti delle band locali! C’ĆØ sempre qualcosa di bello e di nuovo da ascoltare.
Intervista a cura di Checco 78
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