FILTH "Time to Rot" (Recensione)
EP, Me Saco Un Ojo Records
(2025)
I Filth, band death metal svedese, tornano con il loro EP "Time To Rot", una scarica di sei tracce che incarnano una violenza sonora senza compromessi e una dedizione ferrea al sound più marcio e brutale del genere. L’EP si apre con Odious Obsession, un brano che cala subito l’ascoltatore in un’atmosfera claustrofobica e opprimente, grazie a riff pesanti e a un drumming incalzante che non concede respiro. La voce gutturale è profonda e affilata, perfettamente integrata in un mix volutamente sporco e ruvido.
Il brano che dà il titolo all’EP, "Time to Rot", è un concentrato di furia e ritmo serrato, con un interplay fra chitarre distorte che crea un muro sonoro implacabile. La struttura è semplice ma efficace, e l’impatto diretto, perfetto per i live più intensi. "Flesh Dress" rallenta leggermente i tempi, proponendo un groove più marcato e un’atmosfera ancora più cupa e malsana, enfatizzata dal basso che guida la traccia con presenza costante e densa.
Con "Live in Agony Die in Pain" la band si fa più selvaggia, oscillando tra blast beat furiosi e rallentamenti pesanti, il tutto sorretto da riff taglienti e da una voce che sembra venire dagli abissi più oscuri. "Decrepit Womb" continua nel solco della brutalità pura, con un ritmo martellante e un riffing che non lascia scampo, mentre "Emaciated", la traccia finale, chiude l’EP con un’iniezione di furia sfiancante e una progressione che porta l’ascoltatore in un crescendo di caos controllato.
"Time to Rot" non cerca innovazioni o svolte stilistiche, ma conferma i Filth come custodi di un death metal marcio, sporco e autentico, capace di colpire con forza e sincerità chi ama le sonorità più estreme e senza fronzoli.
Recensione a cura di Simone Lazzarino
Voto: 70/100
Tracklist:
1. Odious Obsession
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