Intervista: ABEYANCE
Gli Abeyance sono una band italiana che continua a portare avanti la tradizione melodic death/black metal scandinava seguendone i principali dettami e interpretando al meglio la lezione di artisti come Dissection, In Flames e Drak Tranquillity. Dopo qualche uscita hanno da poco debuttato con un full-length, intitolato "Introspective Crusades", che noi abbiamo recensito a questo link. Lasciamo la parola a Jacopo Marinelli, cantante della band. Buona lettura!
01. Ciao e benvenuti su Heavymetalmaniac.it. Partiamo parlando in generale di "Introspective Crusades" e della sua genesi.
Lo sviluppo di questo album è stato piuttosto interessante, in effetti. Diverse canzoni erano già in cantiere durante il periodo d’uscita del nostro debutto, “Portraits of Mankind”, a fine 2019/inizio 2020. In quei mesi la scrittura dei pezzi era a pieno regime, ma la formazione era un po’ diversa. C’era l’ex-chitarrista Andrea Mantelli che si occupava per gran parte delle composizioni, lasciandoci poi in eredità una parte dei brani che si possono ascoltare ora in “Introspective Crusades”. Come tutti sappiamo è arrivata poi la pandemia, e c’è stato uno stop forzato che ha influenzato anche lo sviluppo del disco e le tempistiche della sua successiva release. In certi casi rallentando sensibilmente i lavori, ma dandoci anche più tempo per abbellire i brani e allungare leggermente l’album. Siamo riusciti a entrare in studio per le registrazioni solo nell’estate del 2023, dopo questo paio di anni di scrittura ulteriore e rifinitura dei pezzi. Successivamente ci siamo concentrati sul trovare un partner di pubblicazione, ma purtroppo nessuna label si è dimostrata interessata o con proposte accettabili. Abbiamo così deciso di fissare un periodo d’uscita del disco più in là nel tempo, rilasciano però due singoli nell’attesa. Il primo è stato "Orchards of Slumber", con annesso lyric video (realizzato da Andrea Mantelli), e poi è stato il turno di "This Strife of Mine", con music video curato da noi, in stile videoclip anni 90. Dal punto di vista concettuale, il disco riprende le tematiche e lo stile del primo EP, ma il tutto viene sviluppato ulteriormente per ottenere un salto di qualità tangibile. Anche il sound viene reinterpretato e rivisto per cercare di ottenere lo stesso scopo. La genesi di questo nuovo album si può dire, in conclusione, piuttosto travagliata ma d’altro canto anche più curata rispetto al debutto, e al momento siamo pienamente soddisfatti del percorso intrapreso.
02. Quali sono le principali differenze tra questo vostro primo album e il precedente ep "Portraits of Mankind"?
Dal punto di vista tecnico sicuramente una produzione e registrazioni più precise e professionali, dal punto di vista compositivo i riff sono più serrati e concisi, ma anche più rifiniti e vari. Un altro aspetto non trascurabile. Il tempo trascorso tra i due dischi ci ha permesso di migliorare come musicisti e imparare dai nostri errori, oltre che arricchire e diversificare le proposte individuali dei brani. Come band emergente non è sempre facile inserirsi in una scena così fitta e strabordante di proposte, quindi volevamo presentare qualcosa di sensibilmente migliore, pur restando fedeli all’attitudine e all’essenza del progetto, perciò era chiaramente necessario intraprendere un salto di qualità dal primo EP, dove differenze e miglioramenti fossero ben riconoscibili. Come è possibile sentire da un confronto, il sound è stato rivisto per essere più particolare e profondo, in modo da differenziarci dalle altre proposte sul mercato, per così dire. Pensiamo che a distanza di 5 anni era comunque prevedibile un leggero cambio stilistico e sonoro, benché si parli pur per sempre di melodeath di stampo Svedese, anche per il fatto che come musicisti in un arco temporale simile ci si evolve e inevitabilmente si cambia, anche come persone.
03. Quali sono le band che vi influenzano e hanno avuto un peso per il vostro sound?
Prendiamo ispirazione dalla scena death svedese anni 90, con alcuni rimandi al melodic black dello stesso periodo. Siamo tutti affascinati dai pionieri del “Gothenburg style” e da come nel giro di pochi anni esso raggiunse attenzione e riconoscimento mondiale nel macrocosmo metal. Pensiamo sia un sottogenere affascinante ed eloquente, capace di trasmettere emozioni di varia natura nell’ascoltatore, pur restando a suo modo furioso ed estremo. Per citare alcuni nomi tra i più conosciuti: Dark Tranquillity, Gates of Ishtar, Dissection, In Flames, Ceremonial Oath, At the Gates ed Eucharist. Ma ognuno di noi attinge da un pozzo di influenze molto vasto!
04. Parliamo un po' di come nasce solitamente un vostro brano e in generale del processo compositivo e di registrazione.
Parte da alcune idee di riff dai compositori, poi definite meglio insieme a livello di gruppo, cercando per ogni brano un mood particolare e che dia personalità alla canzone. Per ogni brano cerchiamo di bilanciare l’aggressività del death con la malinconia più spiccata del melodic, soprattutto attraverso intrecci di chitarre e cambi di tempo. In questo album abbiamo inserito parti di chitarra acustica e contrabbasso, cioè elementi che a nostro avviso arricchiscono molto la componente emotiva dei pezzi senza insistere troppo spesso sulla presenza delle chitarre elettriche. Ci piacerebbe in futuro dare più spazio a queste contaminazioni che, pur non essendo davvero originali, vanno comunque a dare maggiore personalità ai singoli brani e all’album intero, e ci permettono di spaziare anche in modo più creativo fin dalla genesi delle canzoni. Sicuramente dobbiamo ancora rifinire certi aspetti della nostra scrittura per trovare un sound ancora più personale, tuttavia le nostre influenze anche in questi termini sono fortemente guidate dalle distorsioni tipiche degli anni 90 nel genere melodic death. Non siamo in una fase dove puntiamo a reinventarci come impatto sonoro, ma tuttalpiù crescere a livello creativo e compositivo, facendo affidamento appunto anche a strumenti acustici la cui presenza porta valore aggiunto al progetto.
05. Cosa pensate di offrire di diverso e/o particolare in ambito death/black metal?
Spesso nel black/death crediamo che l'attenzione alle melodie e al mood si perda un po' in favore della brutalità , cercando di andare sempre al 110%, invece per quanto ci rifacciamo molto al melodeath anni 90 cerchiamo sempre di inserire nei brani dei motivi memorabili ma ben bilanciati tra l’incalzante e il malinconico. Sicuramente per un ascoltatore rientriamo nei canoni tipici di quel filone di death/black, piuttosto riconoscibili, tuttavia cerchiamo sempre di infondere nei pezzi un buon livello di varietà di riff, metrica e momenti concatenati dalle emozioni contrastanti. Crediamo che nei nostri pezzi e in generale nell’album si possa cogliere una varietà di mood piuttosto ampia, un accorgimento per noi vitale al fine di di far “parlare” davvero la musica all’ascoltatore, che forse si è un po’ perso negli ultimi 15-20 anni, o che perlomeno non viene considerato spesso, in favore magari di ritmi frenetici, riff aggressivi e una scrittura più standardizzata.
06. Avete in programma un tour di supporto a "Introspective Crusades"?
No, al momento riteniamo difficile sostenere un tour, anche per via degli impegni individuali. In generale come band ci siamo concentrati molto su scrittura e produzione di musica rivolta alla pubblicazione. Abbiamo purtroppo incontrato vari ostacoli e difficoltà nel provare a calcare il palco, anche in ambiti underground, ma crediamo che sia qualcosa di, comunque, a molte band emergenti e non. La scena live dal nostro punto di vista si è complicata molto negli ultimi anni, specialmente in Italia, e questo ci ha portati a dedicare tempo ed energie a nuovi brani e alla promozione. Abbiamo ovviamente suonato live in varie occasioni nel corso degli anni, ma non ne abbiamo fatto mai una priorità . Siamo fiduciosi comunque che con "Introspective Crusades" potranno esserci spiragli di visibilità , che ci agevoleranno anche nel posizionamento della band tra eventi live in modo più frequente e rilevante.
07. Cosa pensate della fruizione della musica di oggi? Siete a favore della digitalizzazione o pensate che abbia in qualche modo danneggiato la musica, e soprattutto le piccole band?
Pro e contro come tutte le cose, ha reso estremamente facile la creazione e distribuzione di musica, cosa che può essere molto positiva, allo stesso tempo ciò vuol dire che emergere dal mare di nuove release è molto difficile, soprattutto se indipendenti e senza abusare di gimmick e shortcuts (meme, tiktok ecc). Crediamo che anche solo rispetto a pochi anni fa il mondo della musica, commerciale e non, sia cambiato radicalmente e la grande distribuzione/etichette puntino sempre di più sui cavalli vincenti già ben rodati piuttosto che investire nelle nuove leve, anche dal grande talento e potenzialità . Anche solo 10 anni fa era possibile vedere centinaia di nuove promesse nell’underground che ogni anno venivano accolte da label medio-grandi, entrando nel circuito della promozione e dei live con ottima visibilità . Oggi questa cosa è diventata molto rara, chiaramente anche per i costi da sostenere che sono aumentati sensibilmente per spingere una band da zero o quasi. Ma se prima c’era la percezione di “investire nell’arte e nelle abilità del gruppo”, oggi si punta sempre di più sul DIY a 360 gradi per via di un mercato sempre più chiuso ed esigente in termini di nuove proposte. La distribuzione digitale sicuramente ha permesso una diffusione capillare dei propri brani, permettendo di raggiungere anche nicchie di fan, tuttavia il ritorno che ne ha la band è praticamente nullo.
08. Vogliamo parlare un po' di ciascun componente della band per conoscerlo meglio e per conoscere meglio chi siete e da dove arrivate?
[Chitarra] Gianluca Fraschini, classe 95, Milano, sono un ingegnere che tra le varie cose ama da sempre il metal, ho iniziato a suonare la chitarra alla fine del liceo, partendo come molti dai classici del rock e metal, per poi spostarmi al prog e infine al death. I grandi classici del genere rimangono i miei preferiti, e cerco di rifarmi a loro nell'approccio alla scrittura dei miei riff e assoli.
[Chitarra] Claudio Evangelista, "Clod" per chi mi conosce bene, da un paese tra Lodi e Milano. Appassionato ascoltatore e suonatore di metal dai tempi delle scuole medie. Parlando di sottogeneri personalmente ho un debole per tutta la scena thrash e death metal, sia old school che new wave, ma apprezzo veramente di tutto, dal melodico al grind o al glaciale black metal.
[Basso-Contrabbasso] Sono Gioele Onida, suono il basso, principalmente fretless, perché ho un background da contrabbassista classico (infatti ho registrato anche con il CB alcune sezioni dell'album). Utilizzo un Ltd B - 205 SM che ho defrettato e modificato per soddisfare al meglio il sound del gruppo. Il mio percorso musicale individuale si muove maggiormente sui canali della musica cosiddetta contemporanea o sperimentale, con uno specifico focus sul noise e l'elettronica, che però sono molto distanti dal lavoro con gli Abeyance. In Introspective Crusades ho cercato di trovare un sound che si sposasse bene con la tradizione del melodic death, e nei prossimi lavori cercherò di evidenziare ancora di più le caratteristiche del fretless e gli inserti di contrabbasso.
[Batteria] Ciao a tutti, sono Giacomo Boffi e suono la batteria da quasi 25 anni ormai. I miei generi preferiti includono oltre il Melodic Death anche Black metal e i suoi sottogeneri, ma spazio anche su generi sperimentali con varie influenze! Insomma, quello che mi piace e interessa, lo suono. La mia batteria è una Pearl Custom Livestage che ho molto personalizzato nel corso degli anni, ma Pearl rimane il mio marchio di fiducia, per il suono che ho sempre trovato molto "rotondo" e pieno. Spero che il nostro nuovo album vi piaccia!
[Voce] Jacopo Marinelli, classe 90, da quel di Milano fin dalla nascita, ho avuto fin dall’adolescenza molte influenze rock e heavy metal per poi virare su sonorità estreme verso la metà delle superiori. Da lì ho iniziato ad interessarmi alla così detta “voce death”, sulle orme delle mie band preferite del tempo, ovvero Dark Tranquillity e In Flames su tutte. In generale però vivevo nella musica tutta la scena svedese del melodeath, ma spaziavo anche tra generi molto underground come funeral doom e depressive black. Successivamente ho iniziato a sviluppare uno stile più “recitato”, quasi parlato, sulla falsa riga degli Agalloch. Vorrei portare avanti anche con gli Abeyance questa influenza che reputo tra i migliori stili vocali in assoluto per atmosfera, lugubrità e anche una certa eleganza.
09. Quali sono i vostri piani più immediati? Insomma, dove vorreste che arrivassero gli Abeyance?
Negli ultimi tempi ci siamo molto concentrati su questa release, che reputiamo molto importante per noi essendo il primo full-length. Ci sono stati grossi lavori in termini di preparazione del materiale grafico e merch, stampa CD ecc, anche dal punto di vista della promozione online, per far spargere un po’ la voce. Avendo dovuto affrontare questi aspetti da soli, abbiamo dedicato molto tempo ed energie per avere tutto pronto in tempi ragionevoli e alla massima qualità possibile. Di conseguenza non ci siamo posti particolari obiettivi a breve termine, se non quelli che concernono l’album stesso. Per il futuro stiamo comunque già passando in rassegna diverse idee sul prossimo disco, in un’ottica di continuo miglioramento e crescita della band. Proveremo inoltre a sondare le possibilità di suonare sul palco nei prossimi mesi senza ricorrere per forza ad agenzie di booking, rispettando l’attitudine DIY che ci siamo posti, anche se questo approccio potrebbe a un certo punto non essere più fattibile se vorremo emergere a un livello ragionevole nel panorama metal. Vorremmo quindi concentrarci maggiormente sull’aspetto live, che è stato ed è tutt’ora messo un po’ da parte per via dei numerosi impegni che affrontiamo singolarmente e per dare man forte e risalto all’album e al progetto band nell’insieme.
10. Abbiamo finito, concludete come volete l'intervista!
Ringraziamo ovviamente HMM e il suo staff per questa opportunità e per la recensione, davvero apprezzata! Non possiamo infine non invitarvi a dare un ascolto a questo nuovo album e farci sapere la vostra opinione! Un saluto e horns up!
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