EX CINERE RESURGO "The Dark Continent" (Recensione)
EP, Independent
(2025)
Con The Dark Continent gli Ex Cinere Resurgo tornano in scena con un EP che mette subito in chiaro le ambizioni del progetto: sei brani compatti, scritti per colpire tanto in cuffia quanto sul palco, che mescolano la ferocia tipica del metalcore con spunti groove, passaggi djent e aperture progressive. Il materiale suona fresco—c’è la voglia di non limitarsi alla mera aggressività ma di costruire dinamiche e architetture sonore: introduzioni tese che esplodono in ritornelli schiaccianti, stacchi sincopati e un lavoro ritmico che spesso sfiora il terreno del djent senza però perdere la carica metalcore di base.
La voce di Alessio Roda resta il marchio di fabbrica: urla e scream serrati che guidano l’onda, alternati a momenti dove la linea vocale si apre su fraseggi più modulati; è una scelta netta, che dona identità ma che talvolta limita la gamma emotiva del pezzo quando sarebbe utile una maggiore varietà timbrica. Strumentalmente, Riccardo Zubalich e Francesco Venturi costruiscono riff robusti e groove efficaci, mentre le sezioni ritmiche di Ruggeri e Mingozzi tengono il tiro con precisione; l’apporto produttivo di Muxland è evidente nella resa sonora—muscoli e dettaglio convivono senza collidere.
I brani più immediati—Deep Down, Perseverance e Flesh & Bones—funzionano come colpi diretti: strutture chiare, refrain che entrano subito in testa e un’alternanza di tensione e rilascio ben calibrata. Damnatio Memoriae e Pitch Black mostrano invece l’aspetto più ambizioso: arrangiamenti più lunghi, cambi di tempo e passaggi atmosferici che richiamano il progressive senza tradire la linfa metalcore. La traccia finale e title-track, The Dark Continent, chiude il disco con una sintesi delle idee sviluppate prima: è robusta, variegata e lascia intravedere la possibilità di sviluppi interessanti in futuro.
Qualche appunto: la scelta di puntare in modo marcato su linee vocali aggressive è coerente con l’identità della band, ma per elevare davvero il progetto a un nuovo livello consiglierei di lavorare su maggiori variazioni vocali e su transizioni più sorprendenti nelle parti progressive; in alcuni punti l’EP rischia di sembrare un insieme di ottimi spunti ancora da foderare in una forma più personale. Detto questo, la scrittura è convincente, l’esecuzione salda e la produzione valorizza le scelte sonore: per un ritorno dopo anni di limatura e rinnovamento, il risultato è più che promettente.
In sintesi, The Dark Continent è un ritorno carico di energia e idee: un EP pensato per riprendere contatto con la scena ma anche per mostrare una direzione stilistica più matura, capace di coniugare impatto e sperimentazione ritmica. Per chi segue la scena metalcore italiana è un ascolto obbligato; per la band è un buon punto di partenza per un futuro full-length.
Recensione a cura di Simone Lazzarino
Voto: 85/100
Tracklist:
1. Deep Down
2. Perseverance
3. Damnatio Memoriae
4. Pitch Black
5. Flesh & Bones
6. The Dark Continent
Web:
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