OMNIA MALIS EST "OME" (Recensione)
Full-length, Independent
(2025)
Dalla Basilicata arriva questa one man band, che nel tempo ha mutato il proprio stile e che oggi si presenta col terzo full-length in carriera, semplicemente intitolato "OME" e che vede tante novità . L'approccio questa volta si è fatto più criptico, con una sola traccia di circa cinquantasette minuti a comporre questo album, e uno stile che vacilla tra l'avantgarde black metal e l'ambient. Il nostro Uruk-Hai, tuttofare di questo progetto, non si è posto questa volta limiti in nessun senso e il risultato è davvero ottimo, anche se non per tutti. Ma andiamo a parlare più in profondità di questo "OME".
Il disco inizia con suoni e tentazioni ambient, con un crescendo di tensione data da un gioco fra volumi e tastiere che crescono con l'andare dei primi dieci minuti circa dell'unico brano in tracklist, che porta poi il titolo dell'album, ovvero "OME", tra l'altro interamente strumentale. Verso gli undici minuti abbiamo l'inizio vero e proprio di una prestazione più corale da parte di tutti gli strumenti. Un bellissimo motivo di tastiera apre le danze e subito si sogna ad occhi aperti. Le atmosfere si fanno più solari ma al tempo stesso velatamente malinconiche, la batteria è semplice ma scandisce con un 4/4 i riff dilatati di chitarra. Si preannuncia un qualcosa di veramente emozionante che può ricondurre al Burzum di inizio/metà carriera, ma anche Summoning, Profanum e altri artisti di questo tipo.
Questo prosegue più o meno fino ai venti minuti del brano, mentre dopo il disco si stratifica ancora di più, diventa forse più triste e le tastiere giocano un ruolo centrale nello sviluppo della musica di Omnia Malis Est. I tempi quasi mai, anche successivamente, si fanno troppo veloci, ma le chitarre pian piano si arricchiscono della tradizione black metal più epica e melodica, aggiungendo quel tocco un po' ruvido che va a bilanciare il lavoro di tastiera e synth. Sono ben piazzati anche rallentamenti o stacchi che danno modo di poter far ripartire la musica e cambiare anche repentinamente atmosfera, come si può evidenziare ad esempio verso il minuto 23 circa, dove gli arpeggi di chitarra si fanno più depressivi e raw BM. Le similitudini con Burzum forse sono quelle più palesi nelle parti black metal, ma forse qui c'è meno oscurità o se c'è, è espressa in modo più sognante e meno opprimente.
C'è da dire che nonostante ci si imbatta in un album di quasi un'ora di durata, se ascolterete in cuffia questo disco il tempo passerà molto in fretta e in modo molto gradevole. Le idee messe sul piatto da Uruk-Hai sono davvero buone e sia la produzione che l'esecuzione sono impeccabili. Non mancano le sorprese, i colpi di scena, ma il brano è indubbio che vada ascoltato per intero per entrare in sintonia con esso, soprattutto le prime volte. Molte sono le parti ambient, soprattutto nella seconda parte del disco, ma ben bilanciate con altre più "classiche".
Un gran bel lavoro per questo artista, non c'è alcun dubbio, e si sente una sensibilità notevole nella sua musica. Per gli appassionati di queste sonorità , semplicemente da avere.
Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 75/100
Tracklist:
1. OME
Line-up:
Uruk-Hai - Everything
Web:
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