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Nile “Those Whom the Gods Detest”


Full-length, Nuclear Blast Records, 2009
Genere: Brutal/Technical Death Metal


Se qualcuno mi avesse detto, fino a pochi anni fa, che una delle più belle realtà di death metal tecnico e fuori dagli schemi come i Nile avrebbe sfornato un disco “scarso” non gli avrei mai creduto. Era quasi matematicamente impossibile, dato che la loro evoluzione e la loro bravura li avevano portati dallo splendido debutto “Amongst the Catacombs of Nephren-Ka” fino all’incredibile “In Their darkened shrines” del 2002.
Ma se vogliamo anche il 2005 è stato un anno comunque segnato a fuoco ancora da un loro disco, ovvero dall’ apprezzabilissimo “Annihilation of the Wicked”, un disco forse meno “epico” rispetto ai suoi due precedenti (non dimentichiamo infatti anche il loro secondo full-length “Black Seeds of Vengeance”, che ancora si contende la palma d’oro da parte del sottoscritto nella loro discografia con il già citato “In Their darkened shrines”), ma in ogni caso contenente una manciata di pezzi davvero sopra le righe e un “tiro”, se possibile, ancora più accentuato che in precedenza.
Ma con “Ithyphallic” qualcosa cominciò a scricchiolare. Le trame musicali risultavano in quel platter più dirette, ma al contempo meno efficaci e i brani, complice anche una produzione meno piena e più indirizzata ad esaltare le doti del nuovo drummer Gorge Kollias, colpivano meno forte, lasciando uno strano gusto di incompiuto che proprio non si addiceva ad un gruppo di tale caratura. Tuttavia la solita grande prestazione d’insieme e alcune soluzioni comunque lodevoli, salvavano quell’episodio in corner, il giusto per non ritenerlo un vero passo falso, ma solo un disco interlocutorio, che lasciava in attesa di sviluppi futuri e con la domanda: “dove andranno a parare i Nile la prossima volta”?

Ebbene, ascoltato oramai almeno una dozzina di volte, ovvero il numero giusto per capire cosa si ha davvero sottomano, questo nuovo parto che corrisponde al nome di “Those Whom the Gods Detest" conferma le mie impressioni iniziali ovvero che, come si suol dire, i Nile hanno “toppato alla grande”. Una cocente delusione mi ha accompagnato sia nei primi ascolti e sia in questi ultimi, che dico la verità, stanno servendo solo per scrivere questa recensione, altrimenti il cd sarebbe stato accantonato anche prima.
Premettendo che comincio a vedere sul web già da ora le prime urla isteriche di fans che, mentre si strappano i capelli, incensano questo disco come un vero capolavoro o peggio ancora, come un ritorno ai loro vecchi fasti, ho cercato di proseguire con gli ascolti cercando di capire dove stessi sbagliando io, perché insomma, viene quasi da pensare che tutto a un tratto i miei timpani e/o la mia percezione della musica abbiano subito dei traumi o dei grossi cambiamenti (che per carità, ci possono anche essere, ma fino ad un certo punto), perché qui pare che il disco sia piaciuto a tutti tranne che a me. Ma il problema non si porrebbe nemmeno, essendo io abbastanza maturo e “navigato” da fregarmene altamente del giudizio altrui in generale e poi, quando ormai pensavo di essere esiliato e additato a vita per il mio cattivo giudizio su questo dischetto (perché tale è, per me) arrivano alcuni pareri simili al mio da persone che comunque hanno perlomeno ammirato i Nile quanto me in passato. Ed ecco quindi che almeno, se è vero che la mia idea non sarebbe cambiata anche senza un solo parere simile al mio, ho cominciato a sentirmi meno solo…

Lo dico chiaro e tondo cari lettori: in questo disco non troverete nulla. Questo lavoro sta ai Nile e al death metal quanto “Death Magnetic” sta ai Metallica e al thrash metal in generale. Questa è la copia sbiadita di “Ithyphallic”, con il drumming quasi fastidioso di Kollias (altra eresia che esce dalle mie mani forse, ma questo signore dovrebbe forse smettere di studiare per andare più veloce del suo amico che gli ha fottuto la ragazza e cominciare a capire, interpretare, PERSONALIZZARE un brano come si deve) che martella senza un minimo di fantasia dall’inizio alla fine, con i suoi rallentamenti messi a caso, tanto per dimostrare che “i Nile sono anche atmosferici e cupi quando vogliono”, con le vocals che rasentano il ridicolo per inespressività e piattezza e per alcune soluzioni “folk” che nemmeno il mio amico algerino, maestro del kebab, intonerebbe nemmeno per scherzo. E, dulcis in fundo, una piattezza a livello di riffing da annoverare negli annali della “sciattezza heavy metal” per antonomasia.
Mentre in “Ithyphallic” molte canzoni si salvavano e forse meritavano ancora l’acquisto del disco, qui non si salva nulla. Questo è quanto. Inutile quindi che elenchi il meglio e il peggio di questo pezzo di latta a forma di cd, perché secondo il mio miserabile parere, qua non si salva nulla se non la mera esecuzione strumentale, impeccabile come al solito, e ci mancherebbe che mancasse anche quella.

Mi spiace per coloro che hanno sognato che questo sia l’ennesimo grande disco dei Nile, o peggio ancora ci credono, perché io non intendo minimamente offendere nessuno, ma la mia schiettezza mi porta ad esprimere doverosamente cosa penso di questo CD e di mettere in guardia coloro che ancora non l’hanno acquistato. Credo che le recensioni servano anche a questo, ad esprimere un parere sempre personale del recensore ovviamente ma anche, quando sono scritte in modo molto sincero, ad incoraggiare o meno il lettore, ad orientarlo, insomma ad aiutarlo, il quale tante volte si trova quasi stordito di fronte ad autentici plebisciti che inneggiano o affossano certe uscite discografiche.

In definitiva dico che questo è il mio parere più genuino e scevro da qualsiasi pressione che posso dare su “Those Whom the Gods Detest”. Il parere comunque di chi ha reputato questa band davvero sopra le righe almeno fino al 2005, quindi sarei potuto essere decisamente di parte in senso positivo e partire prevenuto in tal senso. Ma lo ripeto, ed è inutile girarci attorno: in questo disco non ho trovato assolutamente nulla.

Adatto solo agli amanti del “nerd death metal” e a chi (e in questo caso forse un senso potrebbe esserci) ricerca solo esercizio fine se stesso in un disco death metal.

Kosmos Reversum
Voto: 52/100


Tracklist:
1. Kafir!
2. Hittite Dung Incantation
3. Utterances of the Crawling Dead
4. Those Whom the Gods Detest
5. 4th Arra of Dagon
6. Permitting the Noble Dead to Descend to the Underworld
7. Yezd Desert Ghul Ritual in the Abandoned Towers of Silence
8. Kem Khefa Kheshef
9. The Eye of Ra
10. Iskander Dhul Kharnon

http://www.nile-catacombs.net/
http://www.myspace.com/16993157

3 commenti:

  1. Eh almeno qualcuno dice le cose come stanno!!!

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  2. "Questo disco fa cagare, ma è suonato bene e quindi massimo 50 lo prende"

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  3. Kosmos Reversum17 novembre, 2009

    ahahahahah!

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