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Sickening Horror "The Dead End Experiment"


Full-length, SFC Records, 2009
Genere: Technical Death Metal


La formazione greca dei Sickening Horror si era presentata alla scena con un buon disco d'esordio due anni or sono. "When Landscapes Bled Backwards" aveva già dato a intendere che ci saremmo potuti aspettare in futuro quel salto di qualità che avrebbe dato alla band lo status di "realtà" a tutti gli effetti.

Anno 2009: la storia prende forma con il nuovo "The Dead End Experiment", dove il livello tecnico ed emozionale aumenta, diventa perno centrale delle composizioni, le quali dinamicamente si espongono in maniera articolata e coinvolgente.
Dagli anni Novanta, quando gli Atheist diedero insieme ad altri i natali al genere di acqua sotto i ponti ne è passata non poca, e se dischi come "Spheres" dei Pestilence o "Obscura" dei Gorguts sono stati tasselli fondamentali da cui attingere (per quanto ne possano dir male i vari detrattori), i greci in questione, rispetto a molti degli acts odierni, possiedono una verve e un piglio che li distingue dalla marea di uscite similari da cui siamo sommersi.
Ci sono echi di formazioni come i Morbid Angel nella musica dei Sickening Horror eppure la loro vena progressiva e spesso d'ampio respiro riesce sì a spiazzare l'ascoltatore, senza però che la sana dose di violenza insita in molte tracce
ne risulti compromessa, il che ci permette di rimanere connessi all'universo death metal nel senso più stretto del termine senza nessun problema.

Con le tracce iniziali "Dusk" e "The Universe Whitin" si viene assorbiti da un riffing eccellente, travolgente con la prima delle due che si apre con una partitura industriale e poi tanto groove, una vera e propria esposizione del campionario musicale a disposizione della band. "24 Januaries" è l'esempio di quello che l'animo più ricercato e intimo di questa creatura riesce a produrre, una struttura fortemente
prog con solchi musicali enormi. Difficile rimanere impassibili ad altri brani di valore come l'accoppiata conclusiva "Murdered In Silence" (stupendo il lavoro di basso così bizzarro e quasi fusion) e "Dressed In Madness", che al cospetto della parte centrale dell'album di buon livello risultano avere quel quid in più.
E' un disco che vanta delle prestazioni personali veramente con le palle, a partire dal chitarrista-cantante George Antipatis, capace di costruire dei riff tecnicamente validi e al contempo scorrevoli, non contando la buona prestazione in chiave solistica del resto e non si può dire che gli altri due siano stati da meno.
Ilias Daras sfrutta il basso in maniera ineccepibile giocando divertito e schizofrenico, passa da ritmiche più classicamente metal a passaggi decisamente fusion/jazz e brevi stacchi-solo ("Murdered Silence"), con una semplicità disarmante, così come di sicuro non è stato facile per Jose Theodorakis prendere il posto dietro le pelli che fu di George Kollias.
Il ragazzo si destreggia egregiamente sia nel mantenere il tempo che nel ravvivarlo con buoni passaggi, accelerazioni improvvise e ben assestate, non facendo per nulla rimpiangere l'ormai membro stabile dei Nile.

"The Dead End Experiment" è un gran lavoro, esaltato ancor di più dalle atmosfere che l'arricchiscono.
La formazione si è superata e lo consiglio vivamente, quaranta minuti di death d'alto livello!

Tomb
Voto: 80/100


Tracklist:
1. Dusk
2. The Universe Within
3. 24 Januaries
4. The Dead End Experiment
5. Mirrors Reflect Only Dead Bodies
6. Noise Dreaming
7. Lay Rotten, Never Forgotten
8. Children Of The Swamp
9. Murdered Silence
10. Dressed In Madness

http://www.sickeninghorror.net/
http://www.myspace.com/sickeninghorror

5 commenti:

  1. Saliti alla ribalta della scena brutal greca nel 2007, con l'ottimo esordio When Landscapes Bled Backwords, i Sickening Horror tornano a calcare le scene in questo denso 2009 con il loro secondo full-length, denominato "The Dead Experiment".
    Orfani di Kollias, ormai in pianta stabile nei Nile, Antipatis e Daras hanno trovato il degno sostituto del batterista greco nella figura di Alex Zachos, che si dimostrerà, come vedremo in seguito, autore di una prova di ottima qualità.

    Ma veniamo all'album: "The Dead Experiment" non sembra discostarsi troppo dalle sonorità brutal/death tecnico, arricchite da inserti industrial, e contornate qua e la da stacchi jazzati, che rendono il lavoro ancor più variegato sotto il profilo stilistico. Ciò che si incontrerà dunque durante l'ascolto dell'album sarà un insieme di riffs e ritmiche articolati e complessi, accompagnati da numerosi assoli di chitarra e basso, il tutto a sostegno del profondo growl di George Antipatis. A ciò bisogna aggiungere una velocità di esecuzione sbalorditiva, tanta, tanta tecnica esecutiva e una buona dose di melodie che rendono l'ascolto del disco meno arduo.

    Analizzando attentamente il disco, si nota però che, pur trattandosi di un lavoro tutto sommato riuscito, si rivela decisamente meno coraggioso e riuscito rispetto all'ottimo esordio.
    Complice una qualità dei suoni non propriamente all'altezza ed un songwriting meno fantasioso rispetto al più recente passato, "The Dead Experiment" viaggia tra alti e bassi, alternando la furia cieca di alcuni brani a stacchi melodici azzeccati, e momenti un poco sottotono. Peccato, perchè l'inizio fa davvero ben sperare: "Dusk", l'apripista, è un ottimo brano a cavallo tra sperimentazioni industriali, death metal dei più feroci, ottime linee funky (!) che spezzano la tensione, inserite benissimo nel contesto della canzone. Sembra proprio in questo brano di ascoltare un ideale jam session tra Nile, The Monolith Death Cult ed i Cynic, questi ultimi specialmente nelle parti più sperimentali.
    Ad essa seguono altre composizioni di elevata qualità, tra le quali "Noise Dreaming", dotata di un mood oscuro assolutamente affascinante, grazie anche ad un ottimo lavoro melodico svolto da chitarra e basso, sorretti da un drumming vario e potente. Anche la seguente "Lay Rotten, Never Forgotten" dimostra di avere dalla sua numerosi spunti interessanti, a partire dai cori in clean vocals, passando per i vari stacchi strumentali di gran pregio.
    A brani però riusciti se ne alternano altri che, pur non risultando di per se sgradevoli, sembrano muoversi troppo sulle stesse linee, finendo per somigliarsi davvero troppo. E' questo il caso di pezzi come "The Universe Within", "24 January" o ancora "Mirrors Reflect Only Dead Bodies", tutte dotate di un riffing assai simile l'una all'altra, e di un songwriting non proprio ispirato, il che vanifica un poco l'ottimo lavoro svolto negli altri episodi qui dentro contenuti, e che segnalano quel calo di ispirazione a cui si faceva riferimento in apertura recensione.

    Luci dunque, e qualche ombra all'interno di questo nuovo platter targato Sickening Horror, che pur non raggiungendo le vette di eccellenza del precedente disco, riesce comunque a farsi ascoltare con sufficiente interesse, a lasciarsi ascoltare più di una volta, catturando l'attenzione dell'ascoltatore, e muovendosi con discreta disinvoltura all'interno di svariati territori. VOTO 65/100

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  2. Kosmos Reversum03 gennaio, 2011

    Ciao Emanuele, bella rece! Per caso vuoi darci una mano come redattore?

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  3. Ciao Emanuele sono contento che tu abbia postato la tua impressione anche se discordante con la mia, è ben esposta e chiara. Unico appunto se permetti, è poco elegante per uno che fa il recensore come te e che scrive per una testata come Truemetal fare una controrecensione su un blog che ha i suoi redattori possa piacere o meno il pensiero di chi scrive. Prendo atto della tua versione ma sarebbe buona cosa evitare certe dimostrazioni, bastava un semplice commento.

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  4. Forse voleva dimostrare che "io scrivo meglio di te gnè gnè gnè buhhhhhh"", e invece ha fatto la figura del cazzone. Poveraccio, stringiamoci in questo triste momento di pena.

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  5. Solo poco stile, niente di più.

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