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Vulcano “Five Skulls and One Chalice”


Full-length, Cogumelo Records, 2009
Genere: Thrash Metal


Tornano i leggendari thrashers brasiliani Vulcano, e lo fanno alla loro usuale maniera.
Dopo il convincente predecessore “Tales from the Black Book”, che mi aveva lasciato davvero ben impressionato e che in un certo senso aveva fatto risalire le quotazioni di una band che era un pochino in calo da alcuni anni, la band nel 2006 si era rifatta viva con l’ottimo split assieme agli svedesi Nifelheim (intitolato "Thunder Metal"), piazzando un paio di song un’altra volta decisamente buone e che ben si amalgamavano con la solita scoppiettante proposta dei loro partner di quell’occasione. Esce quindi alla fine del 2009 questo “Five Skulls and One Chalice” per la storica Cogumelo Records (label che ha dato i natali, oltre che agli stessi Vulcano, anche a seminali formazioni quali Sepultura e Sarcofago, e se non la conoscete interrompete subito la lettura di quasta recensione), e i Vulcano mantengono fede al loro passato, senza troppi giri di parole.

Inizialmente il mio approccio con questo loro nuovo parto non era stato tra i migliori, ma a giudicare dal mio veloce cambio di pensiero in positivo, posso affermare che forse era solo una questione personale e momentanea dettata da chissà cosa, e non di certo dal contenuto di questo disco.

La band non accenna minimamente a volersi distaccare dal proprio primordiale thrash/black di chiara impronta carioca, martellandoci per una quarantina di minuti, tra riff a motosega, vocals “tossiche” e bastarde e una batteria in gran spolvero, semplice ma dannatamente incisiva. L’intento dei Vulcano era e sarà sempre questo, e in questo nuovo disco a mio avviso la band sembra volersi riavvicinare per certi versi al loro debutto in studio "Bloody Vengeance", che oramai è oggetto di venerazione da parte di molti metal-head che vomitano al solo sentir parlare di melodia, produzione pulita o “triggerate” varie.
Da “Messenger from Hell“ fino alla conclusiva “Legiões Satânicas” è un continuo tripudio all’ignoranza thrash più pura, ma senza mai scadere nel banale ma anzi, assistiamo comunque a diverse soluzioni che potremmo definire anche pensate e con una base di gusto non trascurabile (leggasi discreti assoli o riff non proprio semplici).
Una produzione pulita ma assolutamente in pieno stile anni ’80 contribuisce a rendere quest’opera coerente fino al midollo con la storia e gli intenti che questa band porta avanti da quasi trent’anni.

Non saprei dire se questo disco sia migliore del precedente, ma certamente so che finchè ci saranno in giro band come i Vulcano la parola “metal” avrà un senso. E sono altrettanto sicuro che certi fantocci di cartapesta con gli strumenti in mano e loro sostenitori non potranno mai capire esattamente che hanno sbagliato genere e ambiente. E per fortuna aggiungo.

Recensione a cura di: Kosmos Reversum
Voto: 74/100


http://vulcano-blackmetal.vilabol.uol.com.br/
http://www.myspace.com/vulcanobrazil

1 commento:

  1. Concordo con la recensione, dopo un pò di ascolti lo ritengo leggermente inferiore a "Tales From The Black Book", godibile ma non è che vada pazzo per loro.
    Disco da passatempo che fa piacere a chi ama il thrash.

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