GRAVE INFESTATION "Carnage Gathers" (Recensione)


Full-length, Invictus Productions
(2025)

In un’epoca in cui il death metal continua a sfornare cloni su cloni, i canadesi Grave Infestation tornano con il loro secondo full-length, Carnage Gathers, e senza troppe cerimonie ci scaraventano addosso quaranta minuti di brutalità primordiale, viscida e senza compromessi. Dimenticatevi trigger scintillanti, produzioni gonfiate o modernismi vari: questo disco sa di scantinato, umidità e decomposizione. Le chitarre grattano grezze e slabbrate, basse fino a raschiare il terreno, in perfetto equilibrio tra marciume scandinavo e scuola americana più lurida. La sezione ritmica è essenziale e tellurica: blast e d-beat si alternano a rallentamenti sulfurei che sanno tanto di palude quanto di scavo funerario.

Nessuna svolta improvvisa, nessuna concessione melodica: brani come “Perpetual Stench” o “Swarmed in Rapture” si attaccano alla gola e stringono fino all’ultimo respiro, sfociando in riff monolitici ripetuti con ossessione, come si faceva trent’anni fa. Una formula vecchia? Forse. Ma è impossibile non lasciarsi risucchiare da questo gorgo di lordura e aggressione gratuita. La voce è cavernosa, priva di variazioni, più sfondo che guida: scelta che amplifica il senso di massa informe e inarrestabile che il disco sprigiona traccia dopo traccia. Produzione volutamente scarna e ruvida, senza fronzoli: o la si ama, o si odia.

In definitiva: Carnage Gathers non inventa nulla, non fa sconti, non si piega a nessuno. È un disco che gronda autenticità, che guarda dritto al death metal più sudicio e lo ripropone senza timori, con l’unico obiettivo di devastare. E in questo centra il bersaglio

Recensione a cura di Simone Lazzarino
Voto: 75/100

Tracklist:

1. Living Inhumation
2. Ritualized Autopsy 
3. Inhuman Remains
4. Black Widow
5. The Anthropophagus 
6. Carnage Gathers 
7. Drenched in Blood 
8. Murder Spree

Line-up:
GC - Vocals, Guitars
BC - Guitars
TS - Bass
AS - Drums

Web:
Bandcamp
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