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Darkthrone "Soulside Journey"

Full-length, Peaceville Records, 1991
Genere: Death Metal

Parlare dei Darkthrone, per lo meno quelli del passato, รจ parlare degli Dei del black metal, poche storie. Neanche i Mayhem, pur leggendari, possono competere per livello qualitativo (oltre che in termini di quantitร ) con la band di Kolbotn.
La loro fama non รจ derivata da episodi extramusicali (nel loro caso alcune polemiche nacquero quando giร  fama della band era piรน che consolidata) ma dai loro dischi, a oggi i capolavori insuperati del genere.
Paradossalmente, perรฒ, la carriera della band black metal piรน nera, piรน maledetta e piรน misantropica di sempre, si apre con un disco death. E' il 1991 e giร  da due, quasi tre anni, i Darkthrone (in origine sotto il monicker Blackdeath) avevano rilasciato, nel movimentato underground norvegese, un paio di discreti demo, "Land of Frost" e "Thulcandra", che insieme ad altri due promo, costituivano il buon patrimonio di partenza di quella che era, a tutti gli effetti, una piccola band di ancora quasi thrash. Nulla distingueva i Darkthrone dal marasma di gruppi che, allora come oggi, cercavano di emergere da un calderone di principianti in continuo movimento, tra cambi di line- up, produzioni amatoriali, piccole esibizioni.

Quell'anno perรฒ, รจ quello del grande passo: esce il primo album, prodotto dalla label inglese Peaceville, ben impressionata dall'ultimo promo inviatole,"Cromlech". Proprio "Cromlech", assieme a due pezzi di "Thulcandra", costituisce la base del nascente lavoro di debutto, a cui saranno aggiunte, in breve tempo, sei composizioni nuove di zecca, per un totale di undici pezzi sulla tracklist finale.
Nonostante questa sua composizione mista, con canzoni provenienti da lavori diversi, il risultato รจ piuttosto omogeneo: "Soulside Journey" emana un feeling distante e freddo, e si rivela un disco death davvero discreto seppure, in tutta onestร , non memorabile.

E' evidente che nonostante song riuscite come "Iconoclasm Sweeps Cappadocia", la title track o "Eon", pochi oggi andrebbero a ripescare, nel mezzo dei capolavori death metal di inizio Nineties, proprio "Soulside Journey": la vicina Svezia produceva allora dischi di ben altra caratura. Anche gli amanti del filone satanico dei primi Darkthrone, pur cercandoli, non ritroverebbero certamente nel debut dei loro idoli i picchi lirici di "A Blaze in the northern sky", ma soltanto alcuni accenni e allusioni, peraltro inseriti in un contesto di suggestioni letterarie di stampo lovecraftiano, ispirazioni lisergiche e spunti fantascientifici.

Il disco perรฒ scorre benissimo: la produzione, sufficientemente pulita, risulta ancora oggi accettabile, e si arriva alla fine senza alcun problema. Insomma,ciรฒ che resta รจ un piccolo pezzo di storia, necessario per capire le origini di un gruppo che, dal 1992, inizierร  a sfornare capolavori ad ogni piรจ sospinto, fulminato dal suono del nascente black metal, innamorandosene tanto da diventarne la band portabandiera.
PS: da segnalare, come ultima chicca, il nick (ridicolo) scelto all'epoca da Fenriz: Hank Amarillo; una scelta per fortuna ripudiata subito dopo!

Recensione a cura di: Burning Stronghold
Voto: 64/100

Tracklist:
1. Cromlech 04:11
2. Sunrise Over Locus Mortis 03:31
3. Soulside Journey 04:36
4. Accumulation of Generalization 03:17
5. Neptune Towers 03:15
6. Sempiternal Sepulchrality 03:32
7. Grave with a View 03:27
8. Iconoclasm Sweeps Cappadocia 04:00
9. Nor the Silent Whispers 03:18
10. The Watchtower 04:58
11. Eon 03:39

Total playing time 41:44

http://www.darkthrone.no/
http://www.myspace.com/officialdarkthrone

2 commenti:

  1. The Wolf Caged17 luglio, 2010

    A parte che la penso uguale a te sul disco in questione, comunque leggere le tue recensioni mi fa fare un salto nei lontani primi anni 90, si vede dai piccoli particolari da te descritti che li hai vissuti! Complimenti!...

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  2. Forse non รจ all'altezza di un "Left hand path" o di un "Dark recollections", ma รจ sicuramente composto meglio rispetto al contemporaneo debut dei Dismember, e caga in testa ad un sacco di releases nordeuropee post-1992.

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