Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

Burzum "From the Depths of Darkness"

Compilation, Byelobog Productions, 2011
Genere: Black Metal

Che il passato appaia spesso dorato rispetto al presente, non è una novità. I confronti, sovente impietosi, fra vecchio e nuovo si sprecano, e gli esempi sono molti. Lo storico ritorno, perchè di questo si tratta, del nome Burzum sulla scena black metal non poteva non essere accompagnato, sia nelle attese che nelle considerazioni posteriori, da questo paradigma che mette accanto, in paragone, capolavori passati e produzioni attuali.

Tutti hanno avuto modo di ascoltare e dire la loro sui due dischi partoriti da Varg Vikernes dopo l'uscita dalle patrie galere: "Belus", il buonissimo comeback ancora pregno del fascino di un tempo, aggiornato a qualità e difetti attuali del suo autore, e il controverso "Fallen", che pur pieno di ottimi spunti e brani affascinanti, non arriva, se non ai fasti del passato, neanche ai livelli del precedente "Belus".
In quest'ottica, "From the Depths of Darkness", è la prova del fuoco. Lasciamo perdere le inevitabili chiacchiere attinenti "la mossa commerciale" e quant'altro: parlare oggi di guadagni in ambito discografico significa ignorare la realtà di questo mondo. Quanto alla purezza d'intenti, diciamo che Vikernes forse ha qualche titolo in più, guadagnato sul campo, per parlare di "fedeltà" a certi suoni, oltre che idee (anche se, considerate le sue dichiarazioni “ideologiche”, fa strano che torni a confrontarsi con song che non dovrebbero più rappresentarlo, da questo punto di vista). Ma lasciamo perdere anche questo lato della cosa: è un campo minato dove avere ragione non è impossibile: è semplicemente inutile.

Ascoltiamo il disco. Lasciamo fluire le sensazioni, e vediamo.
Gioco forza, "From the depths of darkness" cattura, fin dalla bellissima copertina che richiama quella di "Det Son Engang Var": è un’ antologia che raccoglie brani storici, ascoltati fino alla nausea ma sempre emananti una magia incredibile. Ci si sofferma sulla voce, ormai mutata, ma il cui cambiamento si è avuto il tempo di assimilare grazie ai due full precedenti. Si apprezza la nuova produzione, soprattutto la nuova esecuzione, adesso priva di certe ingenuità e manchevolezze di quasi un ventennio fa. Però non funziona, e lo si capisce subito. L’attrazione ipnotica che scaturiva da queste canzoni qui non c’è. E’ la conferma che rivivere il passato è impossibile. Manca l’atmosfera, manca il contesto spontaneo e reale di un tempo. Qua abbiamo archeologia, è come entrare in un museo. Se sui dischi originali un certo mondo vive per sempre, qui abbiamo dei reperti ripuliti, ma sterili.

Ora possiamo dire tranquillamente che "From the depths of darkness" è un errore: da una parte concorre a mitizzare, ancora, un passato che è già su un piedistallo. Dall’altro, dopo "Fallen", invita a sospettare che il Vikernes attuale non sia più capace di generare quel feeling primordiale e tormentato che lo ha reso un’icona.
Personalmente non credo sia così, ma "From the depths of darkness" resta un prodotto che può solo far del male ai fan, mentre è inutile per tutti gli altri, che dovrebbero puntare sul materiale originario.
Dimentichiamolo, come non fosse mai uscito.


Recensione a cura di: Burning Stronghold
Voto: S.V.


Tracklist:
1. The Coming (Introduction) 00:25 instrumental
2. Feeble Screams From Forests Unknown 07:48
3. Sassu Wunnu (Introduction) 00:45
4. Ea, Lord of the Depths 05:23
5. Spell of Destruction 06:47
6. A Lost Forgotten Sad Spirit 11:30
7. My Journey to the Stars 07:51
8. Call of the Siren (Introduction) 02:00 instrumental
9. Key to the Gate 05:14
10. Turn the Sign of the Microcosm (Snu Mikrokosmos' Tegn) 09:50
11. Channeling the Power of Minds Into a New God 04:56

DURATA TOTALE: 01:02:29

1 commento:

  1. Kosmos Reversum28 novembre, 2011

    Io non lo disprezzo affatto in quanto almeno l'unica cosa che non mi ha mai convinto di Varg era la sua voce, e qui in questa veste la preferisco. E' chiaro che i vecchi dischi avevano un alone irripetibile, qualcosa di davvero sincero e spontaneo. Ma credo sia una buona rivisitazione questa, pensavo in peggio e invece...

    RispondiElimina