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Macabre Enslaver “Le Sporche Strade Della Mente”

Full-length, Self-released, 2012
Genere: Black Metal/Experimental/Ambient

"Lo-Fi Christian Black Metal". Termine apparentemente criptico e che potrebbe indurre a pensare cose che non hanno nulla a che vedere con gli intenti musicali e soprattutto lirici di Mirg, unico membro di questa realtà tutta nostrana. Infatti egli stesso, nelle note biografiche afferma che: “La religiosità cristiana qui è intesa come ideale cardine dei mali nell'uomo e s'incrocia perfettamente con gli intenti delle sonorità del progetto : creare angoscia all'ascoltatore tramite termini severi e punitivi, portandoli allo stremo e al paradosso tramite la follia più totale (e quindi al Caos)”.

Al di là di considerazioni personali su quanto possa essere o meno comprensibile (e soprattutto conveniente per l'artista) etichettare il proprio progetto come “christian black metal”, per poi seguire invece una rotta proprio contro il cristianesimo, usandolo come mezzo per promulgare i propri malevoli istinti musicali sottolineando che il Maligno si trova appunto nel cristianesimo stesso, quello che a noi interessa in primis è la musica.

Macabre Enslaver nasce nel 2006 e questo disco viene ultimato tra il 2009 e il 2010 ma esce solo quest'anno come autoproduzione, ma il mastermind è ancora in attesa di una valida etichetta che lo ristampi e lo diffonda a dovere. E come dargli torto! Raramente mi è capitato di sentire tanta angoscia, nichilismo e negatività in un disco black metal, con l’aggiunta di una personalità davvero non comune, un innato talento che sgorga come sangue da una grossa arteria. Qui dentro però il concetto di black metal è smembrato per lasciare spazio a tutte le deviazioni e gli incubi personali di Mirg, che mette nero su bianco il proprio malessere con una proposta di difficile assimilazione, soprattutto per chi intende questo genere solo nella solita via. 

Campionamenti di preghiere distorti, interventi di narrazioni inquietanti, voce che sembra arrivare da un’altra dimensione, meditazione per espiare la sofferenza: questi sono gli elementi cardine di questo “Le Sporche Strade Della Mente”. Aggiungiamoci un sound soffocante, morboso, dove le chitarre avvolgono come sabbie mobili e risucchiano in un abisso nero senza luce, e l'uso dei synth è fatto con parsimonia ma dovuta cognizione, sfociando a volte nell'ambient puro ("Cancro VIII").
Qui la presenza dell’annullamento psichico, della morte è tangibile, ma bisogna avere pazienza di entrare in sintonia con questo attentato ai sensi, ma qualcuno potrebbe, se predisposto, capire e viaggiare subito assieme a questo splendido disco e forse non tornarne indietro più come prima…L’insanità mentale è dietro l’angolo. O siete già fottuti o potreste correre questo rischio.

Da menzionare ancora che l’etichetta “Lo-Fi” è molto importante nell’economia di questo progetto. La drum machine ha dei suoni meccanici e imperfetti, proprio come tante drum machine ascoltate nella dark-wave o cold wave della peggior (o migliore) specie. In poche parole qui non si cerca di rendere la drum machine “reale” e magari cercando di far credere che è una batteria reale. Qui la drum machine è usata come si faceva una volta e il risultato è davvero funzionale al sound proposto.
Non cercate via di scampo in questi cinquanta minuti scarsi, non ne troverete e rischiate pure di fottervi il cervello di fronte allo strazio delle urla folli femminili di “Cancro V”. Ah i titoli dei brani sono tutti uguali, cambia solo il numero, si va infatti dalla prima “Cancro I” all’ultima “Cancro VIII”. Tutte le canzoni meritano attenzione e quindi non cito qualcosa che potrebbe essere meglio di altro. Questo disco ha grandi possibilità di dividere nettamente, ma è indubbio che in Italia (ma anche altrove) non è usuale sentire cotanta inventiva, disperazione (assolutamente non pensate al depressive BM!), e maestosa decadenza. 

In un Paese dove tutti cercano di coverizzare nomi noti per andare sul sicuro, cambiando solo il monicker in copertina, Macabre Enslaver dà un bel calcio in faccia a tutta questa mediocrità con un disco impedibile per chi cerca vera arte.
Rivelazione assoluta.

Recensione a cura di: Sergio Vinci “Kosmos Reversum”
VOTO: 86/100

Tracklist:
01. Cancro I
02. Cancro II
03. Cancro III
04. Cancro IV
05. Cancro V
06. Cancro VI
07. Cancro VII
08. Cancro VII

macabreenslaver@live.it

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