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Lustre “They Awoke to the Scent of Spring”

Full length, De Tenebrarum Principio, 2012
Genere: Atmospheric Black Metal/Ambient

Ad ogni nuova release Lustre stupisce. La sua fusione tra Ambient e Depressive Black Metal è forse una delle più riuscite degli ultimi anni. Il progetto solista, che nasce nel 2008, ha partorito piccole perle del genere, crescendo ed evolvendosi, e maturando uno stile particolare che, pur non discostandosi troppo dai canoni (evidente è, infatti, l’ispirazione al Burzum di Filosofem), ne apporta un contributo ottimo. Lo svedese Nachtzeit, che, con questo terzo full length è alla settima release ufficiale per i Lustre, mischia egregiamente i migliori elementi di entrambi i generi dando vita a “They Awoke to the Scent of Spring”.

I primi due brani sono i più vicini al Depressive, lunghi riff di chitarra e giri di batteria cadenzati e ripetitivi accompagnati da un tappeto di synth che gli dona un tocco di atmosfera in più e che li rende maggiormente evocativi ed a tratti quasi epici. La voce in scream è un eco lontano in sottofondo che strazia la monotonia delle canzoni con urla angosciate creando una forte sensazione di tristezza e malinconia. Si arriva così al terzo brano che è forse il più bello di tutto il cd. Ne fanno da padrone chitarra e synth in un lunghissimo intro ambient, oscuro e lugubre magistralmente eseguito. La voce questa volta è assente, e lascia spazio ad un’atmosfera palpabile che trasporta la mente in un viaggio introverso e riflessivo.

L’aggiunta della batteria alla fine è il tocco che dona corposità al pezzo rendendolo un piccolo capolavoro. L’ultimo brano è puro ambient di stampo nordico. Pioggia battente ed effetti funerei ci accompagnano in una lunga e solitaria passeggiata tra i boschi e le montagne della Svezia.
Lustre si riconferma un ottimo musicista con belle idee e le capacità giuste per trasformarle in brani. “They Awoke to the Scent of Spring” è un’album evocativo e malinconico, pieno di atmosfere cupe e buie, che mi sento di consigliare fortemente. La lunghezza dei brani (dagli 8 ai 12 minuti) che ad alcuni potrebbe stancare è, a mio parere, parte fondamentale e perfettamente inserita nel contesto del cd e che non stanca affatto, ma che, anzi, si fa ascoltare tranquillamente e scorre via, forse, anche troppo in fretta.

Recensione a cura di: Nerul
VOTO: 85/100

Tracklist:
1 – Part I
2 – Part II
3 – Part III
4 – Part IV

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