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Sacred Steel “The Bloodshed Summoning”

Full-length, Cruz Del Sur Music, 2013 
Genere: Power/Heavy/Thrash Metal

Quando devo accingermi a parlare dei Sacred Steel, credeteci, mi trovo in difficoltà. Nel senso buono del termine. Potrei scrivere per ore riguardo il carattere, la coerenza, la qualità dei loro dischi, del fatto che sanno evolversi nella classicità più totale della loro proposta, che sono uno dei migliori act di heavy metal in circolazione e che, purtroppo, non hanno mai avuto la giusta attenzione.
In un mondo metal in cui di vero metal è rimasto ben poco, dove internet comanda tirando forti spallate a tutto ciò che è “fisico”, e dove la maggior parte dei cosiddetti “metallari” supporta ancora musicisti che vanno avanti solo per denaro (e questo si sente chiaramente in ciò che registrano, comunque), i Sacred Steel continuano imperterriti la loro crociata.

Negli anni questi tedeschi si sono induriti, inserendo elementi thrash e speed in gran quantità, ma non hanno mai perso di vista le radici da cui provengono, ovvero lo US Power, l’heavy tradizionale anni ’80, e tutte quelle band come Helstar, Mercyful Fate, Accept, ma anche lo speed-thrash di Exciter, primi Metallica, primi Slayer ecc. che sono facilmente udibili, soprattutto in questo “The Bloodshed Summoning”. Il disco si presenta con un piglio aggressivo che infatti rimanda più al thrash che all’heavy metal, e la differenza tra questo disco e i primi capitoli della formazione è chiara. La band all’inizio proponeva un Power/Heavy Metal classico e dagli spunti melodici spiccati, adesso invece il tiro si è alzato e la voce di Gerrot P. Mutz si è inasprita notevolmente. Chi però segue la band da tanto tempo come il sottoscritto, si accorgerà che questa mutazione è avvenuta in maniera graduale di album in album, e che comunque non ha stravolto le coordinate di base dei Sacred Steel, che rimangono ben ancorati al metal e al loro passato.

La cosa che subito si nota è la lunghezza del disco: quindici episodi per oltre un’ora di musica (di cui 3 sono bonus tracks presenti nella versione cd in mio possesso, tra cui vi è anche una cover dei Misfits, “Dig Up Her Bones”). Effettivamente questo fattore è un’arma a doppio taglio, in particolare quando non si hanno troppe varianti nel proprio DNA, ma i Nostri si destreggiano bene tra episodi più forsennati e altri più riflessivi. Con l’apertura affidata a “Storm Of Fire 1916” tutto è palese. Speed-thrash puro e semplice, chitarre protagoniste con riff cattivi e pungenti e la voce del singer che sprizza odio e disprezzo in gran quantità. La seguente “No God/No Religion” è a mio parere l’episodio che meglio rappresenta il disco: potenza, velocità e ritornello irresistibile, un vero pezzo da novanta! “When The Siren Calls” è invece influenzata dall’heavy metal classico, con richiami anche agli Iron Maiden di inizio carriera.

Ogni brano ha un suo perché e una sua impronta definita, come possiamo notare anche nella title track, che offre una componente epica ben spiccata e che quindi rimanda alla prima fase di carriera di questa formazione. Grinta e livore a palate invece nella successiva “Under The Banner Of Blasphemy”, dove il tema della anti-religiosità è evidente sin dal titolo (ma è filo conduttore di tutte le liriche). La musica anche in questo caso va dritta nei binari del thrash più oltranzista. Divagazioni quasi doom in "Crypts Of The fallen”, e velocità che ritorna protagonista in “The Night They Came to Kill”e “Journey Into Purgatory”. Chiudono il disco le tristi note di chitarra acustica a nome “Doomed To Eternal Hell”. Le restanti tre canzoni, come ho già detto, sono bonus tracks, ottime tra l’altro, tra cui spicca la cover dei Misfits che è ben realizzata.

Un’altra volta i Sacred Steel non deludono, realizzando un album quasi inattaccabile, fatto da defenders per defenders, ma le cui qualità sono, credo, indiscutibili. Anche la produzione innalza il livello qualitativo di questo “The Bloodshed Summoning”, impostata sulla valorizzazione delle chitarre, granitiche nel sound, compatte e graffianti, ma questo merito va soprattutto dato alle due asce, in grado di sferrare fendenti per un’ora senza pietà e con grande qualità. Come al solito qualcuno non apprezzerà la voce di Gerrit, ma sono solo opinioni, e tra l’altro a volte anche insensate. Perché si parla sempre del fatto che non escono più dischi heavy metal come quelli di una volta. Beh, qua ce n’è uno, magari vi girate dall’altra parte e ci sono gli Helstar, poi vi voltate dall’altra e ci sono i Vicious Rumors e la lista continuerebbe a lungo. Basta con le parole, comprate questo disco e stop.
PS: copertina culto!

Recensore: Sergio Vinci “Kosmos Reversum” 
Voto: 80/100
 

Tracklist:
1. Storm of Fire 1916 03:08 Show lyrics
2. No God / No Religion 04:58
3. When the Siren Calls 04:53
4. The Darkness of Angels 05:57
5. The Bloodshed Summoning 05:50
6. Under the Banner of Blasphemy 02:30
7. Black Towers 04:26
8. Crypts of the Fallen 05:48
9. The Night They Came to Kill 04:04
10. Join the Congregation 00:18 instrumental
11. Journey into Purgatory 07:42
12. Doomed to Eternal Hell 00:57 instrumental
13. Perversions of the Scriptures 03:27
14. Unbinding the Chains 04:49
15. Dig Up Her Bones (Misfits cover) 02:55

DURATA TOTALE: 01:01:42

http://www.sacredsteel.de/

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