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Ragestorm "The Thin Line Between Hope and Ruin"



Full-length, Autoprodotto
(2013)
 
 La Valle d'Aosta sicuramente non è tra le regioni più attive nel panorama metal nazionale e non viene ricordata se non per un paio di band come Illogicist e Nefarium.
Oggi mi trovo a recensire il debut di una band che risponde al nome di Ragestorm già attivi dal 2004 con ben tre demo ed un ep.

Il disco che ho tra le mani intitolato "The Thin Line Between Hope And Ruin" amplia il discorso musicale iniziato con il precedente ep "The Meatgrinder Manifesto" del quale tre tracce compresa la title track fanno capolino nel full-length "The Thin...".
La cosa che ha permesso alla band di fare un deciso salto di qualità è stata la scelta di reclutare Federico "Marke" Marchese nel ruolo di vocalist in sostituzione del precedente cantante.
Se prima i Ragestorm erano votati verso uno stile più metalcore, con "The Meatgrinder..." e soprattutto con il debut "The Thin..." i nostri virano verso un death metal di chiaro stampo scandinavo che richiama molto band come Dismember e At The Gates fra tutti.
Il disco si compone di undici tracce di discreta durata per quasi un'ora di musica.
L'intero disco si alterna fra momenti più veloci ad altri più cadenzati senza scadere mai nella banalità e va lodata la cura per il sound nonostante sia un lavoro autoprodotto.
Raramente ci si trova davanti ad un disco ben registrato come questo quando non si è appoggiati da un'etichetta. Il lavoro in termini di registrazione è quindi ottimo e la qualità sonora non perde neanche ai massimi volumi.
Va citato che il mastering del disco è stato affidato ai Finnvox Studios che hanno curato il sound di molte band del panorama metal mondiale.
Per quanto riguarda l'aspetto prettamente tecnico del quintetto, bisogna dire che rispetto al passato la tecnica musicale è migliorata decisamente rendendo il disco in questione molto godibile sotto ogni aspetto e anche chi non apprezza il genere non può che ammettere la bravura dei musicisti coinvolti in questo progetto.
Tra le tracce migliori del disco vanno sicuramente citate l'opener "The Meatgrinder Manifesto", "Idiocracy" e "Soldiers of a Lost War" che incarnano perfettamente lo stile "scandinavo" delle band citate prima. Ottima anche la scelta di porre un'interludio elettronico come divisore tra la prima e la seconda parte del disco invece di metterla all'inizio o alla fine.
In conclusione posso dire che per quanto io personalmente non ascolti certe sonorità non posso far altro che lodare l'impegno e il lavoro dei Ragestorm consigliandone l'ascolto e l'acquisto a chi ama tutto ciò che è death metal svedese e ha la curiosità di sentire una versione un po' modernizzata di tale genere qui nel nostro paese fatto da una band che con le sole proprie forze è riuscita a confezionare un'ottimo disco.

Recensore: Il Meggi
Voto: 90/100
 
Tracklist:
01. The Meatgrinder Theory  
02. Debt Ritual  
03. Polysilicotetrapropyvinylfluorethalene   
04. Moloch 
05. Idiocracy  
06. Acid Tears 
07. Hari Seldon's Speech (feat. The Boylerz)
08. The Thin Line Between Hope and Ruin 
09. Soldiers of a Lost War  
10. New World Disorder 
11. Reaching the Impossible 
 

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