Sick's Agony "Towards My Places"
Full-length, Self Mutilation Services
(2014)
Finalmente vede la luce il primo
full-length di Sick’s Agony, one man band nata dalla mente di Suffer, già
membro di Common Grave e Storm Frost. I suoi precedenti lavori -il demo
"Depressive Instinct" e l’EP "Paranoia’s Empire"- hanno avuto un miglior riscontro
all’estero piuttosto che qui in Italia dove ad apprezzarli eravamo pochi
appassionati di depressive.
Un vero peccato, visto il talento e la passione
dell’artista. Talento e passione confermati anche da questo "Towards my Places",
maggiormente orientato a delle sonorità doom ma comunque autentico e sincero. Chi già conosce Sick’s Agony
vedrà sicuramente soddisfatte le sue aspettative; a chi non avesse ancora avuto
modo di ascoltarlo invece consiglio vivamente l’ascolto preventivo dei lavori
sopracitati. E’ importante comprendere ciò che accomuna i tre lavori e cioè la
consapevolezza di dolore che caratterizza e contraddistingue l’ottimo
songwriting.
Suffer sa esprimere perfettamente
ciò che è il concetto di dolore umano e in questo "Towards my Places" in
particolare, lo fa attraverso una descrizione precisa delle emozioni. Andiamo
dunque a scoprirlo ma prima permettetemi una premessa: il doom può risultare a
volte incomprensibile, noioso, ripetitivo o angosciante. Non è questo il caso,
ma per meglio apprezzare questo disco è bene ascoltare ogni brano con l’anima
prima che con l’orecchio. Seppur improntato sul doom (la componente black metal
è stata ridotta notevolmente) è un lavoro piuttosto eterogeneo che potrebbe
disorientarvi al primo ascolto. Per questo consiglio vivamente di concentrare
l’attenzione sul feeling che riuscirete a percepire e proseguire lasciando
emergere le emozioni che ogni brano saprà richiamare in voi.
Apre "Obsessive Paranoia" con un
intro abbastanza sinistra: dei colpi che aumentano di intensità. L’ inquietudine
e lo smarrimento iniziale lasciano poi spazio a una malinconia costruttiva che
apparentemente contrasta con il testo. I riff malinconici ma non decadenti
continuano a ripetersi in modo quasi ossessivo, la voce profonda non fa altro
se non peggiorare la sensazione di malessere interiore. Come il dolore che
irrompe maestoso a seguito dell’imperare delle paranoie e dei pensieri
negativi. Dopo un breve stacco melodico che lascia presagire una speranza,
inizia la parte che “suona vecchia” cioè che suona più simile al demo. La voce
diviene straziante, e le parole sono scandite bene quasi come fossero un
comando. Ma a chi è rivolto? Intorno al settimo minuto i riff diventano meno pesanti
e più melodici pur rimanendo su un livello forte di malinconia. Ciò che si
respira adesso può essere riassunto in una sola parola: EMPATIA. La parte
conclusiva di questo brano sembra essere una specie di ode al dolore: l’essere
umano può arrivare a sopportare un simile livello di malessere? Ecco dunque
apparire un senso di disagio e di vuoto interiore, coadiuvati da una leggera
angoscia. Alcuni riff qui sono semplici e suonano di “già sentito” ma a questo
punto abbiamo la certezza di essere di fronte a un lavoro davvero autentico.
Il secondo brano è "The End of
Dreams" che si caratterizza inizialmente per degli arpeggi malinconici ma non
opprimenti. Sembra una
riflessione. Introspezione? Forse. Ma ben presto il dolore viene
esasperato, la voce fa da accompagnamento per dei riff preponderanti che non
lasciano scampo: non esiste via d’uscita. Siamo ben lontani dal black metal e
dal DSBM come sonorità; tuttavia vorrei porre l’accento sulla padronanza degli
strumenti che l’artista dimostra di avere. La seconda parte del brano (dal 7
minuto circa) cambia, i riff sono meno aggressivi e più cupi, mentre la voce
definisce il contorno senza però mai prevaricare quel feeling malinconico dato
dalle chitarre. E’ come se Suffer ci stesse raccontando se stesso e lo fa
attraverso la descrizione di ogni singola emozione vissuta. Oltre che autentico
è anche molto personale questo lavoro. La conferma arriva intorno
all’undicesimo minuto quando la voce arriva come a voler meglio descrivere le
emozioni: appare chiaro ora (come se venisse messo per iscritto proprio) il
messaggio che questo disco vuole trasmettere. Lascio a voi l’interpretazione.
"The Triumph of Fears" è un
intermezzo strumentale molto particolare caratterizzato da un’atmosfera
sinistra e inquietante, con rumori in sottofondo. Un gemito, un sussurro e poi
ancora rumori sinistri e boati. Preso singolarmente questo brano potrebbe
sembrare una colonna sonora. Di cosa? Di una vita e un’esistenza travagliate,
costrette dai pensieri e dalla negatività, incanalate in una percorso di dolore
senza tempo e senza fine. "A Deep Anxiety" fa arrivare
malinconia unita a un senso di inutilità, poi cambia e diventa atmosferica. Suggerisce sollievo. Da cosa?
Attraverso cosa? Forse è un suggerimento di cambiare? No. Illusione. Illusione
dell’esistenza che è anche peggio del dolore interiore. Di solito non mi occupo
mai di analisi dei testi ma qui è espresso un concetto molto profondo sul quale
vorrei invitarvi a riflettere: “le persone uccidono dentro”. Non cercherò in
questa sede di darvi l’interpretazione di questa frase (chissà, magari sarà
l’artista stesso a fornirci un’interpretazione dettagliata, in una prossima
intervista!), vorrei solo esplicitare la chiave di lettura di questo disco, che
è composto interamente ispirandosi a ciò che l’artista stesso vive ogni giorno.
Ma non solo lui, per questo vi invito a leggervi anche i testi, molto profondi
e introspettivi, mentre ascoltate..
"A Journey Through the Past" è un
altro brano strumentale, malinconico e introspettivo. Piacevole all’ascolto,
potrebbe essere d’aiuto a chi ricerca nella musica il conforto dal dolore e
sollievo da ansia e negatività.
La title-track suona molto in
stile Sick’s Agony del demo. A mio avviso la canzone più completa dell’album,
evocativa e malinconica che racchiude una serie di emozioni da condividere
empaticamente. E’ più diretta e quindi maggiormente apprezzabile anche da chi
non è abituato a sonorità dsbm/doom. Di nuovo in questo brano appare chiara la
ragione d’esistere dell’album (diverso dagli altri solo in apparenza) e del
progetto stesso. Lascio a voi scoprirla e farvene un’idea, consigliandovi
nuovamente di dare un ascolto preventivo a demo ed Ep precedenti. Chiunque di
noi almeno una volta nella vita si sarà trovato a vivere dei momenti di tristezza,
abbandono e sconforto. Suffer non solo ce li descrive attimo per attimo
(cattura l’emozione in un istante e la mette in musica suonando cosi autentico)
ma mette a disposizione il suo talento per offrirvi un modo diverso di
condividere le emozioni in musica: si chiama empatia.
"Eternal
Wondering in the Cosmic Void" è un outro
oscura e sinistra che regala un senso di inquietudine e di riflessione sulla
vita. Suffer ha introdotto un ulteriore elemento nella sua musica: la
condivisione con l’intero mondo, l’esistenza di un essere umano sensibile
rapportata all’intero creato.
Il
momento in cui ti rendi conto di esistere, ti fai domande, iniziano le paranoie
e… possiamo far ripartire questo disco. Una volta, due, tre, una grandezza
infinita di volte tanto quanto ci sentiamo oppressi dal dolore e dalla
sofferenza. Inoltre se volete, in rete trovate un video da "Paranoia’s Empire": immagini che descrivono la visione del dolore
dell’artista.
Rispetto
ai lavori precedenti, il sound è più maturo, ha cambiato sonorità ma al tempo
stesso ha definito un suo stile. "Towards my Places" è un capolavoro che però
sarò cauta nel consigliare: per quanto le sonorità potrebbero essere apprezzate
dagli amanti del doom e delle atmosfere e a livello emotivo sia davvero forte,
potrebbe risultare di difficile comprensione a chi non cerca quel tipo di
emozioni e/o non riesce a ritrovare se stesso nella musica. Per tutti gli altri
l’ascolto è fortemente consigliato: vi sentirete meglio dopo averlo sentito e aver
condiviso empaticamente lo stato d’animo e le sensazioni dell’artista.
Recensione a cura di: Erin
Voto: 84/100
Tracklist:
1. Obsessive Paranoia 11:18
2. The End of Dreams 14:19
3. The Triumph of Fears 03:00
4. A Deep Anxiety 08:54
5. A Journey Through the Past 04:01
6. Towards My Places 12:34
7. Eternal Wandering in the Cosmic Void 06:49
Voto: 84/100
Tracklist:
1. Obsessive Paranoia 11:18
2. The End of Dreams 14:19
3. The Triumph of Fears 03:00
4. A Deep Anxiety 08:54
5. A Journey Through the Past 04:01
6. Towards My Places 12:34
7. Eternal Wandering in the Cosmic Void 06:49
DURATA TOTALE: 01:00:55
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